Ciccolini, Aldo
Pianista italiano, naturalizzato francese, nato a Napoli il 15 agosto 1925. Musicista raffinato, C. è considerato uno dei massimi interpreti della sua generazione, soprattutto per la musica francese.
Ha studiato al conservatorio di Napoli con P. Denza (pianoforte) e A. Longo (composizione), debuttando nel 1942 al Teatro S. Carlo nel Concerto in fa minore di Chopin. Trampolino di lancio della sua carriera è stata la vittoria nel 1949 del prestigioso Grand prix international Long-Thibaud a Parigi, dove si è trasferito, ottenendo in seguito (1969) la cittadinanza francese. Nel 1950 ha debuttato negli Stati Uniti con il Concerto n. 1 in si bemolle minore di Čajkovskij sotto la direzione di D. Mitropulos, suonando in seguito con le principali orchestre americane. Vincitore del Grand prix du disque (1951), C. si è anche dedicato intensamente all'attività didattica insegnando al conservatorio di Parigi (1971-89) e tenendo corsi di perfezionamento in vari paesi europei.
In C. è stato spesso ravvisato un mirabile equilibrio tra virtuosismo tecnico e leggerezza di tocco, associati a un fraseggio elegante e di grande naturalezza. Il suo repertorio è molto ampio, da Bach agli autori del Novecento, includendo i grandi classici viennesi (Mozart, Beethoven), i romantici e tardo romantici (Schubert, Schumann, Brahms, Rachmaninov), e in particolare Liszt, di cui ha inciso integralmente le Années de pèlerinage e le Harmonies poétiques et religieuses. La sua attività di interprete è comunque indiscutibilmente legata alla musica francese, di cui ha affrontato anche esponenti di minore rilievo quali J.-M.-D. de Severac, Alkan, V. d'Indy. Perfettamente a suo agio nell'interpretare autori quali C. Franck, J. Massenet, G. Fauré, nel rendere il virtuosismo brillante di C. Saint-Saëns (incisione dei 5 Concerti per piano e orchestra) e l'asciutta musique de tapisserie di E. Satie (incisione integrale dell'opera pianistica), C. utilizza in Debussy e Ravel una gamma di dinamiche estremamente ampia, con innumerevoli sfumature nel piano e nel pianissimo, ricorrendo al pedale di risonanza con parsimonia e gusto ricercato.
Prezioso è stato il contributo di C. alla riscoperta del Rossini pianistico dei Péchés de vieillesse, inteso come anticipatore del Novecento francese.