RAITHEL, Aldo
– Nacque a Napoli il 4 giugno 1925 da Arturo e da Anna Vittoria.
Si laureò in ingegneria civile edile il 16 dicembre 1947, a soli 22 anni, presso l’Università degli studi di Napoli. Entrò presto a far parte del locale Istituto di scienza delle costruzioni della Facoltà di ingegneria diretto da Adriano Galli, per il quale Raithel nutrì profondo affetto e ammirazione. In memoria del maestro, che morì il 21 gennaio 1956, chiamò Adriana la sua secondogenita. L’Istituto di scienza delle costruzioni fu poi diretto da Vincenzo Franciosi, anche lui, con Raithel ed Elio Giangreco, assistente di Adriano Galli.
Raithel vinse il concorso per professore ordinario nel 1962, dando vita all’Istituto di costruzioni di ponti, mentre il collega Giangreco fondava l’Istituto di tecnica delle costruzioni. Raithel insegnò scienza delle costruzioni, in particolare applicata ai ponti, durante tutti gli anni di docenza universitaria, profondendo grandi energie nella ricerca e nella professione.
Napoli vantava una lunga tradizione nel settore delle costruzioni: la prima Scuola di ponti e strade in Italia vi fu fondata nel 1811 da Gioacchino Murat, sul modello dell’École des Ponts et Chaussées di Parigi.
Sotto la direzione di Raithel, l’istituto conobbe momenti di grande successo. La scienza delle costruzioni si arricchì di insegnamenti fondamentali quali le linee di influenza, l’ellisse di elasticità, il calcolo a rottura e la torsione secondaria nei ponti a travata. Dedicò molta attenzione anche alle costruzioni in muratura, che studiò particolarmente dopo il terremoto in Irpinia e Basilicata (23 novembre 1980), tanto da proporre un nuovo metodo per la loro indagine. Gli allievi, dalle consonanti del suo cognome, battezzarono la proposta del maestro 'metodo RTH per le murature'.
Raithel fu persona modesta e taciturna, al punto che per molti anni i suoi genitori non seppero che era diventato professore e il suo portiere continuava a chiamarlo ingegnere.
Il 21 aprile del 1971 fu eletto preside della Facoltà di ingegneria in un periodo molto difficile della vita universitaria napoletana. Seppe con intelligenza e spirito di mediazione assolvere in maniera eccellente tale delicato compito. Nel 1998 fu eletto membro dell’Accademia Pontaniana e socio onorario del settore scienze fisiche e matematiche.
Dal punto di vista professionale, realizzò opere importanti. Ancora molto giovane progettò diversi ponti in Turchia, ma l’opera più affascinante fu senz’altro la realizzazione di cinque viadotti per la funicolare che va da Mercogliano al santuario di Montevergine in provincia di Avellino. La funicolare, con 1620 metri di percorso, raggiunge un’altitudine di 1223 metri con pendenze variabili tra il 43% e il 60% (seconda in Europa) e si riteneva che fosse impossibile da realizzare proprio per l’asperità dei luoghi.
Con la collaborazione di Armando Albi-Marini e di altri colleghi del Dipartimento, furono realizzate per la prima volta in Italia diverse cupole geodetiche tipo Füller, a Viggiù (Milano) a Sorrento e a Roma Settebagni. Insieme con Alfonso Santosuosso e Albi-Marini, collaudò tutti i viadotti della S.S. 7 quater - Domitiana tra Castelvolturno e Mondragone, in provincia di Caserta. Eseguì un interessante studio per la realizzazione dei ponti ferroviari tra S. Eufemia Lamezia e Reggio Calabria. Espresse un parere negativo sul controverso progetto del ponte sullo stretto di Messina.
Molto apprezzato per la chiarezza nell’esposizione delle sue lezioni, seppe sempre suggerire la giusta soluzione a ogni problema e fu sempre disponibile nei confronti di tutti i suoi allievi. Appassionato di barche, pur non essendo un ingegnere navale progettò diverse imbarcazioni a vela per sé e per i suoi amici.
La produzione scientifica di Raithel è molto vasta e si distingue in particolar modo per una formulazione classica del tracciamento delle linee di influenza sui ponti a travata iperstatici. La complessa soluzione tecnica si ispirava ai lavori del matematico toscano Enrico Betti. Alcuni suoi volumi rimasero a lungo, e sono a tutt’oggi, testi di riferimento e di insegnamento, in particolare L'equilibrio elastico (Napoli 1969), I ponti a travata (Napoli 1978), Metodo semiprobabilistico agli stati limite (Napoli 1982). Insieme ad allievi e colleghi partecipò nel 1997 alla pubblicazione del volume Manutenzione e monitoraggio dei ponti. Studio sulla sicurezza e monitoraggio degli elementi costruttivi dei sistemi infrastrutturali di trasporto (Napoli), nato da una cooperazione tra il ministero dei Lavori pubblici, il Consiglio nazionale delle ricerche e il Dipartimento di analisi e progettazione strutturale che dirigeva presso l’Università di Napoli.
Morì improvvisamente il 24 marzo 2004. Riservato e modesto sino alla fine, quale sua ultima volontà diede disposizione affinché la sua scomparsa fosse resa pubblica solo a tumulazione avvenuta.
Fonti e Bibl.: La voce è stata redatta sulla base dei ricordi personali dell'autore. Si veda, inoltre, E. Giangreco, L’improvvisa scomparsa di A. R., in Ingegneri Napoli, I (2004), pp. 51 s.