• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

SPALLICCI, Aldo

di Roberto Balzani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)
  • Condividi

SPALLICCI, Aldo

Roberto Balzani

– Nacque a Santa Croce di Bertinoro (Forlì) il 22 novembre 1886 da Silvestro, medico condotto originario di Filottrano (Ancona), e da Maria Imperatrice Bazzocchi, di Bertinoro.

Si trasferì con la famiglia nella vicina Santa Maria Nuova nel 1891. Qui frequentò le scuole elementari per poi passare a Forlì, dove compì gli studi ginnasiali e liceali. Nel capoluogo romagnolo incontrò Maria Martinez, nata nel 1885 a Pontelandolfo (Benevento), che sposò nel 1911, anno di nascita della primogenita Ada (la coppia ebbe poi altri due figli: Anna e Mario). Iscrittosi nel 1906 alla facoltà di medicina dell’Università di Firenze, si trasferì nel 1907 a Bologna, dove si laureò nel 1912. Proseguì la formazione presso la clinica pediatrica Anna Meyer di Firenze, perfezionandosi nel 1915; nel 1925, sempre a Bologna, ottenne la libera docenza in clinica pediatrica.

A inizio Novecento fece le sue prime prove in dialetto romagnolo sul periodico satirico forlivese E Pestapevar (1907-1911), e al contempo manifestò le sue prime espressioni di sensibilità politica, nei fogli socialisti e repubblicani locali, L’idea socialista e Il Pensiero romagnolo (1907-1908). L’inclinazione umanitaria, mazziniana per l’impronta spiritualista e garibaldina per la disponibilità all’azione, lo portarono nel 1912 ad aderire al Partito repubblicano italiano (PRI); nello stesso anno fu con la spedizione di Ricciotti Garibaldi in Epiro, a fianco dei greci e contro i turchi, durante la prima fase delle guerre balcaniche. Rientrato in Italia, nell’autunno del 1914 partì per Nizza con i garibaldini che intendevano partecipare da volontari alla guerra contro gli imperi centrali e che ebbero il battesimo del fuoco sulle Argonne. Nel maggio del 1915, nonostante la nascita della figlia Anna, andò sul Carso, come ufficiale medico volontario, con i fanti romagnoli dell’11° reggimento fanteria. Fu congedato con il grado di capitano nel 1919. Si dedicò quindi alla professione di pediatra nella sua terra d’origine.

Ciò che distingue Spallicci da altre figure del volontariato mazziniano e garibaldino a cavallo del secolo, fra Marche e Romagna, è, tuttavia, la dimensione culturale. Spallicci, infatti, si dedicò per tutta la vita a un’intensa opera letteraria e intellettuale, rilevante in particolare in due ambiti tipici dell’atmosfera giolittiana: il recupero del regionalismo attraverso il vernacolo, l’etnografia e il folklore; e la propensione a comunicare attraverso le riviste. Dal 1911 fino al 1973, salvo il periodo più buio della dittatura (1933-45), diresse o partecipò da protagonista a periodici culturali o politici; nello stesso tempo, la sua opera di restituzione e costruzione dell’identità romagnola dal 1907 non conobbe praticamente soste. Questa eccezionale vitalità ha dato luogo a una produzione monumentale, che spazia dall’articolo di giornale al saggio erudito, dalla poesia in dialetto al discorso elettorale.

Spallicci fondò due periodici fondamentali per la cultura romagnola: Il Plaustro (1911-1914), «quindicinale d’illustrazione romagnola» uscito a Forlì, e La Piê (1920-1933; 1946-), «rassegna mensile d’illustrazione romagnola», sempre pubblicato a Forlì. Nel secondo caso, egli appariva direttore insieme con Antonio Beltramelli e Francesco Balilla Pratella.

Il programma del Plaustro, il cui primo numero uscì il 4 ottobre 1911, era tipicamente etnografico: «Far conoscere la Romagna ai romagnoli ed ai non romagnoli, fare amare la nostra piccola patria come figlia della patria grande, ecco l’intento nostro. Allacciare in un sol fascio ideale le forze giovani e vive della nostra terra al di sopra d’ogni sterile animosità di campanile, ad onta delle avversità e delle apatie ecco il nostro sogno. [...] Poi per ritrarre il cuore della nostra terra [Il Plaustro] indagherà la vita intima del popolo ne’ suoi canti di passione, nelle tradizioni [...], nei pregiudizi, nelle leggende che sopravvivono ancora [...], nelle linee caratteristiche insomma per tratteggiare ciò che suolsi chiamare folklore. Arduo compito quest’ultimo, dacché l’invadente democrazia tende a ridurre le genti ad una stessa stregua». Il plaustro era il nome del carro agricolo romagnolo; la piê quello dialettale di piada, il pane tipico dei romagnoli: «Sulle trincee del Calvario [la piada] era nell’involto che la mamma aveva affidato al reduce dalla licenza – si leggeva nel programma della nuova rivista – [...] E si mangiava colla palma sinistra al mento, che era peccato grande mandarne a male una crosticina... Il Plaustro si smarrì tra un rudero e una tomba. La Piê vuol camminare tra la nostra gente [...] Forse il gran bagno di sangue da cui esce ora l’umanità ci avrà purificato da ogni sterilità materialistica» (La Piê, I (1920), 1, p. 2). Il cambio di passo era evidente: Il Plaustro s’inseriva nel recupero della tradizione culturale regionale, con il proposito di saldare ciò che restava dell’universo antropologico rurale con i nuovi media della comunicazione letteraria e periodica, filtrati da una generazione di intellettuali rabdomanti. La Piê, viceversa, partiva da un disegno di «rigenerazione civile», da «iniziare nella regione perché la nazione segua», con la «forza di una fede»: e faceva suo il grido «torniamo alla terra!» per «incominciare di qui la nostra redenzione» (ibid.).

Spallicci nel 1920 era quindi tentato dal regionalismo politico, nella persuasione che i fanti contadini, riconciliati con la cultura autoctona in virtù dell’esperienza drammatica del fronte, avrebbero potuto rappresentare una forza immacolata contro le ‘degenerazioni’ dei partiti; nonostante ciò, egli riteneva che il mazzianianesimo avrebbe potuto interpretare l’ansia di rifondazione spirituale della patria. Del resto, in Romagna il PRI restava il punto di riferimento, nonostante tutto; ed egli si limitò ad animare in senso regionalista la locale sezione dell’Associazione nazionale combattenti.

Il progetto rigenerativo della cultura e della società romagnole durò poco; già nel 1922 l’illusione di un’alleanza fra coloni e nuovi artigiani delle città e dei borghi, favorita dalla comune condizione di reduci, al di fuori degli schemi politici abituali, fu riassorbita dalla fenditura che, soprattutto nella valle padana, non lasciava spazio allo scontro fra ‘neri’ e ‘rossi’. Antropologicamente antifascista, sebbene conoscesse tanto Benito quanto Arnaldo Mussolini, dei quali aveva condiviso l’interventismo e poi la primissima stagione dei Fasci di combattimento, Spallicci già nel 1923 avrebbe abbandonato l’idea militante alla base della Piê per ricondurre la rivista lungo i sentieri meno esposti della letteratura, della cultura e dell’arte territoriali. Ciò permise al periodico di continuare le pubblicazioni per un decennio, pur mantenendo un atteggiamento sostanzialmente agnostico verso il regime.

Spallicci, tuttavia, dopo che fu sciolta nel 1926 la Federazione romagnola combattenti, fu indotto dal governo a trasferirsi a Milano, quindi nel 1941 fu confinato da aprile ad agosto a Mercogliano nell’Avellinese e, nel 1943, incarcerato per breve tempo a San Vittore. Egli non cessò, durante il fascismo, i contatti con il mondo d’origine, repubblicano e liberal-democratico, anche se i suoi interessi s’indirizzarono soprattutto verso la storia della medicina in età classica, cui dedicò una serie di volumi.

Il periodo resistenziale lo trovò attivo in Romagna nell’ambiente mazziniano, pronto a recuperare il ruolo di guida politica, oltre che culturale. Ripresa l’attività giornalistica in senso antifascista nel 1945 (fondò e diresse a Ravenna il settimanale d’informazione dei comuni La voce di Romagna, 1945-1946), nel 1946 resuscitò la Piê. Eletto alla Costituente nelle fila del PRI, si batté perché nella carta fondamentale fosse riconosciuto un ruolo alle autonomie locali; non gli riuscì, invece, di identificare la sua regione amministrativamente separata dall’Emilia. Rieletto come senatore nel 1948 e nel 1953 nel collegio dell’Emilia-Romagna (nel giugno del 1948 fu nominato anche alto commissario aggiunto per l’Igiene e la Sanità pubblica), Spallicci raccolse allora i frutti della sua doppia natura, di intellettuale solidamente radicato nel territorio e di antifascista; ma la società cui aveva guardato nel primo dopoguerra, fondata sulla mezzadria e sull’artigianato, nonostante gli ultimi successi raccolti in Romagna dal PRI (che nel 1946 risultava ancora il più votato a Forlì, Cesena e Ravenna), era ormai al tramonto. All’interno del partito, con l’affermarsi delle tendenze modernizzatrici e tecnocratiche rappresentate da Ugo La Malfa, lo spazio per l’enclave regionale padana, pur necessaria alla sopravvivenza del movimento, si ridusse drasticamente sotto il profilo politico. Spallicci avversò il centrosinistra e le sue principali riforme, che riteneva il risultato di un connubio trasformistico con il Partito socialista italiano, fondò nuove riviste di dibattito, mazziniane e di taglio storico-erudito: Fede e Avvenire («bimestrale di politica, economia, storia, letteratura, arte», pubblicato a Forlì fra il 1959 e il 1964) e poi Avvenire e Fede (1964-1966), «bimestrale dei repubblicani mazziniani» usciti dal PRI nel 1964 per confluire nel movimento Nuova Repubblica di Randolfo Pacciardi. Con Avvenire e Fede si chiuse di fatto la fase militante di Spallicci: la rivista, infatti, ispirata all’anticomunismo in stile guerra fredda, si nutriva pure di una solida base di pensiero antisocialista, che il direttore assimilava al ‘collettivismo’ fin de siècle, esiziale per il repubblicanesimo di matrice spiritualista degli eredi di Mazzini e di Aurelio Saffi.

Il fallimento di Nuova Repubblica spinse Spallicci al ritiro dalla politica attiva. Egli riacquistò allora il profilo a lui congeniale del cantore della Romagna, alimentando il suo periodico di maggior successo, la Piê.

Morì a Premilcuore il 14 marzo 1973.

Fu il principale protagonista, in particolare nella prima metà del XX secolo, del regionalismo culturale romagnolo, al quale assicurò spessore intellettuale, ibridando i superstiti elementi etnografici e demologici con una intensità narrativa e una creatività simbolica e semantica così efficaci da assicurarne l’assimilazione permanente nella stessa koinè ‘tradizionale’.

Opere. Tutte le poesie in volgare di Romagna, I-II, Milano 1975; Opera omnia, diretta da L. Bedeschi, I-VIII, Rimini 1988-1998. Si segnala inoltre la ristampa integrale anastatica de Il Plaustro, 1911-1914, a cura di A. Castronuovo, Imola 2012.

Fonti e Bibl.: Le carte di Aldo Spallicci, salvo un piccolo nucleo conservato presso la Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì, sono presso gli eredi. Inoltre: Archivio trimestrale, IX (1983), 2, pp. 235-293 (una sezione è dedicata a Spallicci nel decennale della scomparsa); R. Balzani, Il garibaldinismo in S. come energia morale, in La Piê, LVI (1987), supplemento al n. 1, pp. 25-30; E. Casali, “La Piê” e la cultura folclorica romagnola durante il fascismo, in Aspetti della cultura emiliano-romagnola nel ventennio fascista, a cura di A. Battistini, Milano 1992, pp. 239-313; A. S. Studi e testimonianze, Bologna 1992; D. Mengozzi, A. S., in Personaggi della vita pubblica di Forlì e circondario. Dizionario biobibliografico, 1897-1987, a cura di L. Bedeschi - D. Mengozzi, Urbino 1996, pp. 814-818; R. Balzani, La Romagna, Bologna 2001, ad ind.; La Piê, LXXXII (2013), 6 (numero speciale dedicato a Spallicci); Camera dei Deputati, Portale storico, http://storia.camera.it/deputato/aldo-spallicci-18861122#nav; Senato della Repubblica, Sito storico, Elenco storico dei senatori della Repubblica, s.v., http://www.senato.it/leg/ ElencoSenatori/Sens. html.

Vedi anche
Pàscoli, Giovanni Poeta (San Mauro, od. San Mauro Pascoli, Giovanni, 1855 - Bologna 1912). Con la sua ricerca linguistica audacemente sperimentale, Pascoli, Giovanni aprì la strada alla rivoluzione poetica del Novecento. Con la raccolta Myricae, la poesia italiana sembra scrollarsi di dosso le incrostazioni della tradizione ... Benito Mussolini Uomo politico (Dovia di Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra, Dongo, 1945). Socialista, si andò staccando dal partito, fino a fondare i Fasci da combattimento (1919). Figura emergente nell’ambito del neoformato Partito nazionale fascista, subito dopo la “marcia su Roma” (1922) venne incaricato dal re ... Pratèlla, Francesco Balilla Compositore (Lugo 1880 - Ravenna 1955). Studiò a Pesaro con P. Mascagni e A. Cicognani. Fu, tra i futuristi, uno dei più attivi esponenti e, insieme con L. Russolo, il più prestigioso teorizzatore delle idee musicali del movimento. Autore di musiche teatrali, vocali e vocali-strumentali, svolse un'intensa ... Renato Sèrra Critico letterario (Cesena 1884 - Podgora 1915). Laureatosi in lettere nel 1904, a Bologna, con una tesi Dei Trionfi di F. Petrarca (pubbl. postuma da A. Grilli, 1929), insegnò (1908) a Cesena nella Scuola normale femminile e, dal 1909, fu direttore della Biblioteca Malatestiana. Esordì con saggi relativi ...
Tag
  • PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO
  • PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
  • FRANCESCO BALILLA PRATELLA
  • SENATO DELLA REPUBBLICA
  • RICCIOTTI GARIBALDI
Altri risultati per SPALLICCI, Aldo
  • Spallicci, Aldo
    Enciclopedia on line
    Medico, poeta e uomo politico (Bertinoro 1886 - Premilcuore 1973). Militante repubblicano, inviato al confino per la sua attività antifascista (1941), partecipò poi alla Resistenza. Eletto alla Costituente (1946), fu senatore dal 1948 al 1958. Fondò e diresse le riviste di folclore romagnolo Il Plaustro ...
  • SPALLICCI, Aldo
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    Medico, poeta e uomo politico, nato a Bertinoro (Forlì) il 22 novembre 1886. Repubblicano militante, nel 1941 fu inviato al confino per attività antifascista; partecipò poi alla Resistenza. Deputato alla Costituente, e senatore per la 1ª e 2ª legislatura della Repubblica, fu alto commissario aggiunto ...
Vocabolario
aldo
aldo s. m. [dal nome del tipografo Aldo Manuzio]. – Ferro per doratura (detto anche ferro aldino) messo in uso forse nella tipografia dei Manuzio per le legature: suo elemento particolare è la foglia d’edera stilizzata ed è caratteristico...
aldo-
aldo- [tratto da aldeide]. – Prefisso che indica, in un composto organico, la presenza del gruppo −CHO caratteristico delle aldeidi, o comunque relazione col gruppo aldeidico.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali