Tonti, Aldo
Direttore della fotografia, nato a Roma il 2 marzo 1910 e morto a Marino (Roma) il 7 luglio 1988. Fu uno dei principali rappresentanti della cultura figurativa del Neorealismo, e l'interprete dello sguardo verso la realtà di registi come Roberto Rossellini, Alberto Lattuada, Luigi Zampa, Federico Fellini. Ottenne tuttavia solo due premi, al Festival di Punta del Este per Il brigante Musolino (1950) di Mario Camerini e un Nastro d'argento per Ombre bianche (1960) di Baccio Bandini e Nicholas Ray.
Abbandonata ben presto la scuola, lavorò presso l'agenzia fotografica romana Porry Pastorel come lucidatore, poi lampista e infine fotografo. Giunse al cinema come assistente dell'operatore di attualità Ettore Villani, corrispondente dall'Italia per il cinegiornale Fox-Movietone. Fu assistente operatore dal 1934, soprattutto per Arturo Gallea. Come direttore della fotografia esordì in Piccoli naufraghi (1939) di Flavio Calzavara, un film di ragazzi girato per lo più in esterni con grande uso di luce naturale, dove dimostrò quel gusto per l'immagine autentica che avrebbe marcato gran parte della sua opera. Avendo saputo trasferire felicemente gli stilemi della fotografia documentaristica nel lungometraggio a soggetto, fu chiamato a partecipare a opere che a vario titolo anticiparono il Neorealismo, come Bengasi di Augusto Genina e Fari nella nebbia di Gianni Franciolini entrambi del 1942, ma soprattutto individuò una chiave figurativa adatta a materializzare le raffinate sfumature di ambiguità presenti in Ossessione (1943) di Luchino Visconti. Animato dalla voglia di sperimentare formule tecniche più consone alla sensibilità del dopoguerra, fu uno dei protagonisti più prolifici della stagione neorealista, durante la quale rilesse la tradizione della fotografia alla luce delle nuove esigenze, rappresentando in tal modo l'anello di collegamento fra la vecchia scuola (Gallea, Carlo Montuori, Ubaldo Arata) e il dirompente estremismo figurativo di Aldo Graziati; lavorò tra l'altro in Il testimone (1946) di Pietro Germi e in Il sole sorge ancora (1946) di Aldo Vergano. In seguito partecipò a Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo, Europa '51 (1952) di Rossellini, Anni facili (1953) di Zampa, Le notti di Cabiria (1957) di Fellini. Collaborò inoltre spesso con Mario Mattoli (in ben dodici film), Camerini e Mario Monicelli. Si vide poi affidare la responsabilità figurativa di kolossal come Il mulino del Po (1949) e La tempesta (1958), entrambi di Lattuada, War and peace (1955; Guerra e pace) di King Vidor, Barabba (1961) di Richard Fleischer. Negli anni Sessanta e Settanta si orientò verso opere di produzione corrente come i film avventurosi di Terence Young, ma occasionalmente collaborò a opere più importanti, come, pur se non accreditato, Husbands (1970; Mariti) di John Cassavetes. Tra gli altri registi con i quali collaborò da ricordare anche Carlo Lizzani, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Alessandro Blasetti, Marco Ferreri, Ettore Scola. Sono direttori della fotografia anche i suoi figli Giorgio e Luciano. Nel 1964 pubblicò l'autobiografia Odore di cinema.
S. Masi, Storie della luce. I film, la vita, le avventure, le idee di 200 operatori italiani, L'Aquila 1983, passim.