Vergano, Aldo
Regista, sceneggiatore cinematografico e giornalista, nato a Roma il 27 agosto 1891 e morto ivi il 21 settembre 1957. Uno dei più prolifici sceneggiatori del cinema italiano dei telefoni bianchi, si distinse nella sua carriera registica per l'attenzione posta alle vicende storiche e alle problematiche sociali, raggiungendo il suo più alto risultato con Il sole sorge ancora (1946), che ben si inscrive nella temperie culturale e politica del Neorealismo e per il quale ottenne nell'edizione del 1946-47 del Nastro d'argento un premio speciale per particolari valori espressivi.
Attivo come giornalista nel corso degli anni Venti, venne radiato dall'albo per la sua convinta opposizione al regime fascista. Iniziò così a lavorare in ambito cinematografico, e da un suo soggetto e dalla sua sceneggiatura Alessandro Blasetti realizzò la sua opera prima Sole (1929) dal forte carattere realistico. Autore di numerose commedie per registi italiani nel corso degli anni Trenta, come Anton Giulio Bragaglia (Vele ammainate, 1931), Nunzio Malasomma (La telefonista, 1932) e Goffredo Alessandrini (Seconda B, 1934; Cavalleria, 1936), esordì nella regia con il documentario Fori imperiali (1932), cui seguirono il film storico Pietro Micca (1938) e il film di guerra Quelli della montagna (1943). Con la fine della guerra si dedicò alla realizzazione di Il sole sorge ancora, commissionato e prodotto dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e basato sulla sceneggiatura dello stesso V., di Guido Aristarco, Giuseppe De Santis e Carlo Lizzani (presenti tutti nel film in diversi ruoli), tentativo di analisi politica delle vicende storiche dell'Italia dopo l'8 settembre 1943, della lotta partigiana e in generale della Resistenza, cui V. aveva aderito.
Negli anni successivi diresse, tra gli altri, Czarci Żleb (1950, Il passo del diavolo), realizzato in Polonia con Tadeusz Kański; I fuorilegge (1950), sul banditismo siciliano, inizialmente ideato in riferimento alla figura di Salvatore Giuliano; Amore rosso (1952), ispirato a Marianna Sirca di G. Deledda. Nel 1958 uscì postumo il volume di memorie Cronache degli anni perduti.