ALDOBRANDINI, Aldobrandino
Nacque a Siena o a Roma nella seconda metà del sec. XVI da Gianfrancesco e da Olimpia di Pietro Aldobrandini.
Cavaliere dell'Ordine di S. Giovanni, divenne nel 1612 priore di Roma al posto del card. Silvestro Aldobrandini, morto in quell'anno. Alla fine del 1616 fu nominato generale delle galere dell'Ordine per un biennio. Nell'aprile del 1617, su richiesta del viceré di Sicilia, conte di Castro, si recò con le galere a Palermo per sventare una eventuale incursione della flotta turca; ma in giugno, non essendosi manifestato alcun pericolo, rientrò a Malta. Ivi ricevette l'invito dal viceré di Napoli, duca d'Ossuna, di recarsi con le sue navi a Brindisi, per partecipare ad un' azione contro la flotta turca; ma il governo dell'Ordine, temendo che in effetti l'Ossuna volesse piuttosto - come poi fece - attaccare Venezia, tardò a dare il permesso e infine raccomandò all'A. di agire con molta cautela; cosicché l'Ossuna, accortosi delle titubanze dei cavalieri, pregò l'A. di recarsi non già a Brindisi, ma a Messina; quindi lo lasciò rientrare a Malta. Di là l'A. ripartì per compiere con cinque galere un'incursione lungo le coste dell'Anatolia meridionale, nel corso della quale distrusse una galera turca. Nella primavera del 1618, inoltre, entrò nel porto di Susa, distruggendovi con barche incendiarie un vascello barbaresco.
Alla fine del 1618, scaduto il fissato biennio, fu eletto a succedere all'A. il vercellese Signorino di Gattinara; ma l'A. era ancora al comando delle galere maltesi quando, il 18 genn. 1619, sette vascelli barbareschi si presentarono dinanzi al porto della Valletta. L'A., allestite prontamente le sue cinque galere, assali le navi nemiche, che erano bersagliate anche dalle artiglierie di terra, e, dopo un giorno e una notte di combattimento, le costrinse alla fuga.
Fu questo il suo ultimo combattimento sotto le bandiere dell'Ordine. Nel febbraio del 1621, infatti, il gran maestro diede all'A., sempre in carica come priore di Roma, il mandato di porgere al nuovo pontefice Gregorio XV le congratulazioni dell'Ordine. E il papa, dopo aver riconosciuto pubblicamente l'A. come nipote, gli affidò il comando della squadra delle galere pontificie.
All'inizio del 1622 l'A. prese l'effettivo comando delle navi ed ottenne che come suo luogotenente fosse nominato Obizzo Guidotti, già suo capitano nella flotta di Malta. Dal maggio al settembre del 1622 le galere romane, insieme con la flotta spagnola, incrociarono nel Mediterraneo orientale, costringendo la flotta turca, stabiitasi a Navarino, a ritirarsi nei Dardanelli. Quindi, in autunno, si diressero verso le coste provenzali per soccorrere Avignone minacciata dagli ugonotti, e nelle acque francesi catturarono una grossa nave turca, rientrando finalmente a Civitavecchia il 2 febbr. 1623. Nel luglio l'A. riprese il mare e, nel golfo di Policastro, attaccò e prese una galera barbaresca.
Al ritorno a Civitavecchia apprese la morte di Gregorio XV e l'elezione di Urbano VIII. Perciò, senza attendere oltre, presentò le proprie dimissioni, che furono accettate insieme con quelle del Guidotti, e si trasferì in Germania. Qui entrò nell'esercito imperiale, con il qùale, sotto la guida prima del Wallenstein e poi di Matr.hias Gallas, partecipò onorevolmente a tutte le più importanti battaglie del periodo svedese della guerra dei Trent'anni. Il 6 ag. 1634, nella grande battaglia di Nordlingen, che vide gli Svedesi disfatti dal Gallas, dopo aver portato alla vittoria il corpo di truppe affidatogli, morì sul campo.
Bibl.: P Litta, Fam. cel. ital., Aldobrandini,tav. III; B. Del Pozzo, Historia della sacra religione militare di S. Giovanni gerosolimitano detta di Malta,I, Verona 1703, pp.583, 626-629, 635,639; A. Guglielmotti, Storia della marina Pontificia,VII, Roma 1892, pp. 261-267; E. Rossi, Storia della marina dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta,Roma-Milano 1926, p. 63; M. Monterisi, Storia politica e militare del Sovrano Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme detto di Malta,II, L'Ordine a Malta, Tripoli e in Italia,Milano 1940, p. 144 n. 35; A. Valori, Condottieri e generali del Seicento,Roma 1946, D. 7.