Mezzabati, Aldobrandino
Giudice padovano (seconda metà sec. XIII). Nella Descriptio civium per quatuor quarteria patavinorum, edita in appendice al trattato Delle rime volgari di Antonio Da Tempo, tra i cittadini de quarterio Pontis Altinatis compare anche Aldobrandinus de Medioabbatibus; questa notizia si riferisce all'anno 1275. Nel 1277 il M. fu aggregato al collegio padovano dei Giudici e, attraverso testimonianze contemporanee, possiamo seguire le vicende della sua vita pubblica fino al 1297. Dal maggio 1291 al maggio 1292 fu capitano del popolo in Firenze (cfr. Nomi Cognomi et Arme degli Ofiziali forestieri della città di Firenze, c. 81a del codice Strozziano, seconda serie, n. 4, dell'Arch. di Stato di Firenze). A quest'epoca risale, con tutta probabilità, il suo sonetto Lisetta voi de la vergogna storre composto in risposta a quello dantesco Per quella via che la bellezza corre (v. LISETTA). D. cita il M. in VE I XIV 7 come l'unico scrittore veneto che abbia tentato di abbandonare l'uso del volgare materno per avvicinarsi a quello curiale.
Nel sonetto citato e nell'altro attribuito con certezza al M., scritto in risposta a un sonetto del rimatore Reolfino da Ferrara, si nota che l'autore padovano fa un uso controllato della parlata toscana colta, non tale, però, da consentirgli una particolare facilità di espressione; il che parrebbe documentato anche dalla scelta dei termini nella citazione dantesca: unum audivimus nitentem divertere a materno et ad curiale vulgare intendere, videlicet Ildebrandinum Paduanum.
Bibl. - M. Barbi, Due noterelle dantesche, Firenze 1898; P. Toynbee, D. studies and researches, Londra 1902, 300-301; A. Gloria, Monumenti dell'Università di Padova, in " Memorie R. Ist. Veneto " XXII (1908) 470 ss.; M. Barbi, La questione di Lisetta, in " Studi d. " I (1920) 17-63.