VILLA, Aleardo Giuseppe Giovanni
– Nacque a Revello (Cuneo) il 12 febbraio 1865 da Giuseppe, ricevitore del Registro, e da Maria Giambelli. Ebbe un fratello minore di un anno, Filippo Giuseppe Enrico.
A lungo lo si è creduto nato a Ravello anziché a Revello, a causa di un errore protrattosi a catena in tutte le fonti bibliografiche successive alla sua morte, fino a oggi. La scrivente ha potuto dissipare l’equivoco grazie a ricerche documentarie incrociate effettuate presso gli archivi anagrafici sia del Comune campano sia di quello piemontese.
Villa fu pittore, cartellonista e illustratore. Trasferitosi a Milano, vi compì gli studi artistici presso l’Accademia di Brera, dove fu allievo dei pittori Giuseppe Bertini e Bartolomeo Giuliano.
Le sue doti di raffinato colorista e la sua predilezione per la figura femminile, di cui amava esaltare con garbo la sensualità, si palesarono già in un’opera giovanile come Donna distesa (1888, collezione privata), giocata sui toni del grigio e sull’ampia area à plat della gonna nera che richiama le sintesi cromatiche di Giovanni Fattori ed Édouard Manet. Tali capacità pittoriche vennero di lì a poco confermate dal prestigioso riconoscimento pubblico ottenuto alla Triennale di Brera del 1891, dove gli fu conferita una medaglia per una grande tela di soggetto religioso e umanitario intitolata Consolatrix Afflictorum. Negli anni seguenti prese parte, con dipinti per lo più ‘di genere’ a tema aneddotico e mondano, a diverse altre esposizioni prevalentemente a Milano e a Torino, tra le quali la Mostra della pittura lombarda dell’Ottocento del 1900, dove espose Carnevale, e l’esposizione allestita a Milano nel 1906 per l’inaugurazione del valico del Sempione, dove presentò le opere Ultimi raggi e Brividi (pastello). Acquisì una certa notorietà come ritrattista, prediligendo soggetti muliebri che rivelavano «l’ascendente di G. Boldini e anche dell’americano Ch. Dana Gibson, due artisti da lui ammirati» (Fanelli - Godoli, 1990, p. 262).
La Galleria d’arte moderna di Milano conserva i suoi dipinti Mascherina, Via dolorosa, Profilo femminile e La sala degli Arazzi nel palazzo Clerici, mentre la sua Allegoria in memoria di Giovan Battista Locatelli fa parte delle Raccolte d’arte dell’ospedale Maggiore di Milano. Tra le sue opere pittoriche realizzate fra gli anni Ottanta dell’Ottocento e i primi del Novecento, di cui sono noti i titoli, citiamo Primavera; Efflorescenza; Paolo e Virginia; Aratura; Enigma; Si naturale; Nel dolore; Treno in partenza; La morte dei poveri; Per sempre; Ritratto di signora con ombrellino rosso; Un fiore di ragazza; Nel mio studio dopo il veglione.
Nel 1897 Villa si cimentò nella realizzazione di una tela di grandissime dimensioni per il soffitto di una sala del Teatro nazionale di San José in Costa Rica. Si tratta della vivace Allegoria del caffè e del banano che – nonostante qualche errore iconografico dovuto alla scarsa conoscenza dei luoghi da parte del pittore (che dipinse l’opera in Italia), come l’ambientazione di una piantagione di caffè in riva al mare anziché in montagna – lo rese molto noto in quel Paese e fu tanto apprezzata da essere riprodotta sul retro della banconota costaricense da cinque colones. Un dipinto come Giacomo Puccini a cavallo al lago di Massaciuccoli (collezione privata) rivela la sua abilità anche come paesaggista e il suo interesse per la cultura musicale e teatrale contemporanea, confermato da lavori d’illustrazione pubblicitaria come l’avviso per l’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, che disegnò nel 1902.
A partire all’incirca dal 1895 Villa intraprese per le Officine grafiche Ricordi un’intensa attività cartellonistica che proseguì fino alla morte e che lo portò a essere tra i principali e più influenti collaboratori della nota ditta milanese. Fu grazie ai suoi lavori di grafica applicata che Villa acquisì notorietà internazionale, divenendo uno dei primi grandi cartellonisti italiani; in questo campo «ebbe parte notevolissima, insieme a Hohenstein e Metlicovitz, nella formazione di quella ‘linea rappresentativa’ del manifesto, che divenne scuola per tanti giovani grafici» (Adamo, 1988, p. 238).
Nella sua produzione per la Ricordi si distinguono i cartelloni che pubblicizzavano i grandi magazzini Mele di Napoli, tra le sue opere migliori per il riuscito equilibrio tra il pittoricismo degli elementi volumetrici e cromatici e la sintesi formale di matrice liberty, tra l’attenzione ai dettagli e le soluzioni grafiche e compositive garanti di un forte e immediato impatto percettivo. «La sua abbondante produzione cartellonistica rivela una compresenza [...] di una tendenza a uno stile sintetico, fondato sull’uso di campiture cromatiche piatte alla maniera dei Beggarstaff Brothers e di F. Laskoff, e di una permanente inclinazione veristica» (Fanelli - Godoli, 1990, p. 262). Dunque il suo linguaggio formale oscillava «tra modernismi nella direzione di un liberty più internazionale [...] e ritorni alla tradizione pittorica italiana più veristica e aneddotica» (Adamo, 1988, p. 238). Tale stile rivela, inoltre, la conoscenza della grafica di Aubrey Beardsley, di quella Jugendstil e dei grandi maestri francesi dell’affiche, da Henri de Toulouse-Lautrec a Jules Chéret. Per la Ricordi, Villa realizzò anche copertine di spartiti musicali (Colloque sentimental, Flirtation, 1896) e tra il 1898 e il 1905 svariate cartoline commemorative e pubblicitarie.
Le numerosissime commissioni che ricevette in ambito grafico lo condussero a diradare la sua attività pittorica. Il successo raggiunto come illustratore pubblicitario fu coronato da riconoscimenti come, nel 1901, il primo premio nel concorso internazionale bandito a Buenos Aires per il manifesto dei Cigarillos Paris, che disegnò in puro stile art nouveau affidando il messaggio a una seducente figura femminile distesa su un letto di fiori. Oltre che per la Ricordi, lavorò per vari altri stabilimenti, tra i quali Bombelli, Doyen, Economica, Galileo, Tensi, disegnando manifesti per diversi marchi, come quelli per le Regate di Pallanza, per i grandi magazzini dei Fratelli Bocconi, per la Campari, per la Talmone, per il gas aerogeno Antonioli, per la birra Poretti, per le automotrici Benz, per le biciclette Orio e Marchand, per le sigarette Job.
Tra le sue collaborazioni editoriali come illustratore si annoverano quelle con la Hoepli nel 1897 per il volume Scene e fiabe di Leo di Castelnuovo (Leopoldo Pullè), con l’editore berlinese Fürstner nel 1900 per copertine di spartiti musicali di Richard Strauss e di Ernst Eduard Taubert, con la Sonzogno e con i periodici Caffaro, Settimana umoristica, La lettura (1907), Musica e musicisti (1904), Varietas (1905; 1907-08). Nei manifesti come nelle cartoline, nelle copertine di riviste e di spartiti come nelle illustrazioni editoriali, le figure femminili, ora eleganti e signorili, ora ammiccanti e maliziose, furono sempre le protagoniste principali della grafica di Villa, in piena consonanza con la più tipica iconografia modernista.
Nel 1890 sposò Maria, primogenita dello scrittore e uomo politico Felice Cavallotti, morta di parto nel 1895 a soli ventotto anni.
Villa si tolse la vita a Milano il 31 dicembre 1906.
Fonti e Bibl.: Revello, Archivio storico comunale, Atti di nascita e di battesimo (1865), n. 15 (Registro parrocchiale); Stato di famiglia Villa.
E. Aresca, A. V., in Varietas, IV (1907), 34, pp. 89-98; A.M. Comanducci, I pittori italiani dell’Ottocento. Dizionario critico e documentario, Milano 1934, s.v.; M. Gallo, I manifesti nella storia e nel costume, Milano 1972, p. 132; E. Cassoni, Il cartellonismo e l’illustrazione in Italia dal 1875 al 1950, Roma 1984, pp. 50, 52; P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana, Bologna 1988, pp. 167, 209; I manifesti Mele. Immagini aristocratiche della ‘belle époque’ per un pubblico di grandi magazzini (catal., Napoli), a cura di M. Picone Petrusa, Milano-Roma 1988, passim (in partic. M. Adamo, A. V., p. 238); R. Bossaglia, L’Ottocento italiano nelle collezioni pavesi. Disegni, pastelli, acquerelli, tempere, Pavia 1989, p. 142; G. Fanelli - E. Godoli, L’illustrazione art nouveau, Bari 1989, p. 195; Idd., Dizionario degli illustratori simbolisti e art nouveau, II, Firenze 1990, p. 292; G. Fanelli, Musica ornata. Lo spartito art nouveau, Firenze s.d. [1991?], pp. 22-25, 38; Catalogo Bolaffi del manifesto italiano. Dizionario degli illustratori, Torino 1995; G. Fioravanti - L. Passarelli - S. Sfligiotti, La grafica in Italia, Milano 1997, pp. 18, 31, 203.