DARGOMYŠKIJ, Aleksandr Sergeevič
Musicista, nato nel governo di Tula il 14 febbraio 1813, e morto a Pietroburgo il 17 gennaio 1869. Stabilitosi a Pietroburgo fin dal 1835, conseguì i primi successi teatrali con l'Esmeralda (Mosca 1847). Seguì il balletto, con parti cantate, La festa di Bacco (Mosca 1867). Fra il 1845 e il 1850 egli compose e pubblicò un grande numero di canzoni e di duetti, che diventarono presto popolari. Mentre nella sua prima opera il D. poteva essere considerato in qualche modo l'erede e il continuatore della produzione operistica nazionale di Glinka, con la Russalka, scritta nel 1855 su argomento di A. Puskin e rappresentatasi l'anno successivo, egli si volse a forme nuove e assai più libere, conferendo - tra l'altro - al recitativo un maggior rilievo drammatico. Di una nuova opera Rodgana, a carattere fantastico-comico, non lasciò che l'abbozzo di alcune scene. Colpito da malattia che lo obbligava permanentemente a letto, egli raccolse intorno a sé, nella propria casa, gli esponenti della giovane scuola russa, di cui divenne il padre spirituale. Orientatosi dapprima (e a proprio svantaggio) verso l'estetica wagneriana, nel suo lavoro teatrale postumo, Il Convitato di pietra, ispirato al poema Don Giovanni di A. Puškin e rappresentato nel 1872 con l'aggiunta di un intermezzo di Cui e nell'istrumentazione di Rimskij-Korsakov, egli rinunciò a ogni elemento musicale puro, riducendosi a una semplice recitazione vocale. Oltre alle composizioni suaccennate, scrisse una raccolta di cori a tre voci (Serenate), una Tarantella slava per pianoforte a 4 mani, una Fantasia finnica, una Danza cosacca e una fantasia Baba-Jaga, ossia Dal Volga a Riga, per orchestra. Lasciò inoltre un'interessante autobiografia, pubblicata per la prima volta nel 1875 sulle colonne della rivista Il passato russo.
Bibl.: L'autobiografia, l'epistolario e altri documenti sono stati pubblicati insieme, a cura di N. Findeisen, a Leningrado nel 1922. V. poi: O. von Riesemann: Monographie zur russischen Musik, I, Monaco 1922.