MENŠIKOV, Aleksandr Sergeevič
Principe, uomo di stato russo. Nato nel 1787, entrò nell'esercito nel 1805 e nel 1809 partecipò alla campagna di Turchia. Passato nel corpo diplomatico, in qualità di addetto militare fu a fianco dello zar Alessandro I dalla campagna napoleonica del 1812 fino al 1815, quando fu ferito all'assedio di Parigi. Nel 1816 fu nominato direttore della cancelleria del capo di Stato maggiore, e nel 1817 aiutante generale. Accompagnò il sovrano ai congressi di Troppau, di Lubiana e di Verona. Nel 1823 rientrò nel corpo diplomatico, ma vi rimase poco tempo, perché, favorevole all'intervento in Grecia, si trovò in contrasto con le idee dei circoli dirigenti e dovette dare le dimissioni. Accusato di idee liberali, tra l'altro per avere partecipato alla preparazione di un progetto di emancipazione dei servi della gleba, e perciò avversato dall'Arakčeev, perdette anche il favore del sovrano. Ritornò in favore con la salita al trono di Nicola I, che l'aveva conosciuto e apprezzato; nel 1826 fu inviato a Teheran per concludere l'alleanza con la Persia contro la Turchia. Nel 1828, contrammiraglio, partecipò all'assedio di Anapa e di Varna ove fu gravemente ferito. Ristabilitosi, si dedicò alla riorganizzazione della flotta. Nel 1830 membro del Consiglio di stato, nel 1831 governatore generale della Finlandia, nel 1836 ministro della Marina, M. diventò una delle personalità politiche più eminenti del suo tempo. Nel 1848 fu nominato presidente del comitato segreto per il controllo supremo della censura, comitato che prese il suo nome.
Il periodo della guerra di Crimea, 1853-56, lo vide nuovamente nelle sue duplici funzioni diplomatiche e militari, prima ambasciatore a Costantinopoli, poi comandante supremo delle truppe. La campagna di guerra volgendo a lui sfavorevole, il M. fu messo a riposo e si ritirò in una sua tenuta privata, dove morì nel 1869. Uomo di grande cultura - aveva studiato in Germania anche medicina e veterinaria - fu elemento prezioso, sebbene non sempre fortunato, in tutte le cariche affidategli. Dell'amore del M. per la scienza testimoniano la sua biblioteca di oltre 50.000 volumi e il diario (biblioteca privata imperiale), tuttora inedito.