ALENI, Tommaso, detto il Fadino
Pittore cremonese, attivo fra la fine del sec. XV e l'inizio del XVI. Nel 1505 stipulava un contratto per la decorazione della cappella Affaitati nella chiesa di S. Domenico a Cremona; nel 1509 partecipava all'asta per la decorazione del duomo. Le sue opere certe sono una tavola con la Madonna in trono, il Figlio, S. Antonio da Padova e S. Francesco che presenta un devoto,firmata e datata ("Opus Thome Aleni Cremon. MCCCCC"), già a Brera e ora nel Museo civico di Cremona, una Madonna adorante il Bambino e Santi,firmata e datata 1515, ivi, e una Madonna col Bambino,già nella collez. Benson di Londra, firmata "Thomas de Fadinis" e derivata da un disegno del Perugino. Gli spettano pure gli affreschi dell'ex refettorio e del chiostro della chiesa di S. Sigismondo di Cremona (in parte rovinati e in parte ridipinti nel sec. XVIII), attribuitigli sia per lo stile, sia in base ad un pagamento del 1508 a "Thomaxo depenctore in depensere el Reffectorio et el Claustro". Questi affreschi costituiscono il nesso tra la prima fase dell'A., d'intonazione foppescobergognonesca, con eclettici echi umbro-emilianoveneti propri dell'ultimo Quattrocento cremonese, e il suo successivo periodo boccaccinesco. La maniera dell'A, si riconosce in alcune parti della decorazione di una sala dell'ex convento di S. Abbondio in Cremona, eseguita insieme con B. Ricca. Con Galeazzo Campi collaborò nel trittico della chiesa di S. Maria Maddalena, rappresentando alcuni episodi della vita della santa. Gli appartengono inoltre il boccaccinesco Redentore del Museo di Cremona, una Adorazione del Bambino e Santi (Brera, depositi) e, probabilmente, le due ante d'organo (Annunciazione)del duomo di Cremona. La pala con la Madonna e Santi di S. Maria di Castello a Viadana, precedentemente assegnatagli, è stata restituita a Iohannes Hispanus.
La personalità dell'A., che cosi risulta di un eclettismo piuttosto coerente, dovette avere una certa preminenza a Cremona prima del Boccaccino. Antonio Campi ricordava l'A. come "amicissimo di Galeazzo [suo] padre, e tanto simile a lui nel dipignere, che non si sapeano discernere l'opere di l'uno da quelle dell'altro", e perciò egli venne abbinato dagli scrittori, specie locali, a Galeazzo Campi anche in opere ove il loro stile, pur entro l'orbita boccaccinesca, ha carattere ben differenziato. L'A. rappresenta la fase più lombarda dell'eclettismo cremonese, con qualche avvertimento veneto, riecheggiato forse a Cremona per influenza del Tacconi (pala del 1500). Successivamente il suo orientamento lombardo si fa più insistente, per ricordo di Giovanni Pietro da Cemmo, attivissimo a Cremona nell'ultimo decennio del sec. XV, e infine del cenacolo vinciano, negli affreschi di S. Sigismondo. Con l'affermarsi del Boccaccino, l'A. appare trasformato negli episodi della vita di S. Maria Maddalena, d'un srcaismo quattrocentesco, ancora lombardo, ma d'altro squillo cromatico, derivato dagli affreschi boccaccineschi della cattedrale. L'antico schema compositivo comune a Cremona èripreso e amplificato nella tavola del 1515,in cui le pose patetiche riecheggiano il Boccaccino, con qualche debole tentativo di giorgionismo.
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