ALESIA (᾿Αλησία, ᾿Αλεσία, Alesĭa, Alisiia)
Città dell'antica Gallia, presso la quale si svolse la battaglia decisiva tra Cesare e Vercingetorige. L'ubicazione di A. ha dato luogo a discussioni, ma oggi, specialmente sulla base dei risultati degli scavi condotti, si è concordi nel ritenere che la città sorgesse sul Monte Auxois nella Borgogna (dipartimento della Côte d'Or), sui cui pendii il villaggio d'Alise-S.te-Reine ha conservato il nome antico.
Nel 186o, Napoleone III, che aveva iniziato una storia di Giulio Cesare, decise di far esplorare la regione dove, sin dall'antichità, si presumeva sorgesse A., mentre gli studiosi della Franca Contea rivendicavano quest'onore ad Alaise, nel dipartimento del Doubs. Gli scavi, dal 1861 al 1865, furono diretti principalmente dallo Stoffel, ufficiale d'ordinanza dell'imperatore, e da Victor Pernet, di Alise-S.te-Reine. Si ritrovarono le opere dell'assedio consistenti in due linee di fossati scavati intorno all'oppidum gallico, per contenere sia l'assalto degli assediati sia quello dei soccorritori, e anche le tracce della battaglia definitiva consistenti in spade, coltelli, giavellotti, elmi, lance, ossuari, carcasse di cavalli, ecc. Durante il corso delle ricerche era stato trascurato il posto ove sorgeva la città gallica, che fu invece scavato nel 1906 dalla Societé des Sciences historiques et naturelles di Sémur, mettendo in luce sepolture neolitiche, santuarî celtici, un intero quartiere attestato dai fondi di capanne celtiche, una città di carattere romano, una chiesa cristiana e molto materiale d'ogni specie, raccolto in un museo locale.
In località Cimitière Saint-Père sono stati scoperti molti pozzi, che hanno reso un gran numero di oggetti antichi, situati in un quartiere composto soprattutto di costruzioni modeste, a S del teatro che è al centro della città gallo-romana, con l'emiciclo volto ad E e i cui gradini, oggi scomparsi, erano appoggiati ad un declivio del terreno. Le fondamenta della scena e del grosso muro della facciata attestano la grandiosità dell'edificio; numerosi contrafforti erano destinati a rafforzare all'esterno il muro semicircolare della cavea.
Ad E del teatro sono i resti di un grande santuario con i basamenti di un tempio rettangolare e dell'ara ad esso antistante al centro di una piazza quadrata, circondata probabilmente da un portico. A S-E del teatro è una vasta basilica rettangolare terminante, alle due estremità, con due absidi semicircolari e con una terza abside, dal pavimento rimaneggiato in epoca tarda, nel mezzo della facciata occidentale. A N della basilica è un vasto edificio quadrangolare il cui lato S, su una via romana che passa a N del teatro, presenta due file di basi di colonne assai ravvicinate; vicini sono un altro edificio con colonne ed i resti di una cantina gallo-romana del I sec. d. C. dove è stata trovata una statuetta della Dea Mater in pietra bianca, con diadema, patera nella destra ed il grembo colmo di frutta.
Notevole è un monumento a cripta diviso in due parti da un cortile; la parte sinistra, cioè a E, comprende una costruzione di forma allungata, le cui mura e porte sono ancora in piedi; la parte di destra, ad O, una vasta sala sotterranea, in parte tagliata nella roccia, cui si accede per una scala, con un cortile sotterraneo; la parete superiore della cripta era decorata con pitture murali, di cui molti frammenti sono conservati nel museo. In questa cripta è stato trovato un vaso di bronzo con i nomi iscritti delle due divinità adorate nella città, Ucuetis e Bergusia. Davanti alla cripta si stendeva un vasto atrio ornato di portici sostenuti da pilastri quadrati. Presso la basilica, il tempio ed il teatro, sorgeva il Foro, di forma allungata da E a O, circondato da colonne e da pilastri di cui restano le basi. I quartieri situati presso il Foro sono assai modesti: sotto le fondazioni romane si sono in più luoghi riconosciute le tracce di case galliche; inoltre in questa zona si sono trovati molti sarcofagi dell'alto Medioevo. In una casa a circa 150 m dalla zona degli scavi è stato scoperto un dolmen; una casa contigua a questa ha rivelato tracce di un altro dolmen. Nel quartiere detto "en Curiot" sono stati trovati molti resti di capanne galliche, alcune delle quali con pareti di roccia, di pianta irregolare, molto vicine le une alle altre; sembra che questo quartiere abbia conservato il suo carattere gallico anche sotto l'Impero.
In località Croix-St.-Charles sono stati trovati tre piccoli templi gallici ed i resti di una piscina che forse faceva parte di un quarto santuario. Un tempio è ottagonale, di forma regolare, composto di una cella interna intorno alla quale era un corridoio, pure ottagonale (pronao); le fondamenta del tempio, sul terreno in pendenza, poggiano su un riempimento di terra, i muri sono di piccoli mattoni irregolari e la costruzione non sembra anteriore al primo quarto del II sec. d. C., sorta forse sulle fondamenta di un tempio precedente, le cui tracce sono costituite da corna di cervo, di bove, ceramiche grossolane, monete gallo-romane e un piccolo bronzo d'Augusto. Per la rara forma ottagonale questo tempietto richiama quello di St.-Reverien scoperto nel 1841, che però, pur essendo ottagonale, ha la cella rotonda.
Un piccolissimo tempietto rettangolare è datato alla stessa epoca del tempio ottagonale: nel centro sono il basamento di una statua ed una piscina; tutta la costruzione poggia su un altro tempio molto meglio costruito, in cui sono state scoperte ornamentazioni pittoriche a motivi lineari, in cui domina il rosso, delimitate da una cornice di stucco con delfini affrontati su un tridente. Fra gli oggetti ritrovati, importanti le monete, da Nerone a Valente; spille d'oro; vari ex voto di bronzo. Si pensa che il tempio fosse la ricostruzione di un altro, incendiato durante la guerra civile che precedette l'avvento di Vespasiano e di cui A. ebbe molto a soffrire. Un altro tempio, che dovette essere molto importante, le cui rovine però sono confuse, è quello dedicato al dio gallico Moritasgus, si crede fosse eretto sotto Augusto.
In località Croix-St.-Charles si possono distinguere quattro epoche di tutti gli edifici: la prima va dalla conquista romana al terzo venticinquennio del I sec. d. C., quando A. certamente soffrì a causa dei partigiani di Vitellio; la seconda finisce con Marco Aurelio; la successiva si arresta intorno al 280, ed il termine fu forse segnato dalla rivolta dei Bagaudi; la distruzione definitiva sembra essere avvenuta verso la fine del IV sec. d. C. Le rovine mostrano infatti evidentissime tracce di tre distruzioni violente. Circa il VII sec. il luogo della città gallo-romana fu abbandonato e gli abitanti costruirono un villaggio sulle pendici del Mont-Auxois. A partire dal IV sec. vi si era diffuso il Cristianesimo; la tradizione e il culto di S.te-Reine ne sono testimoni. Le rovine della primitiva basilica della santa sono state ritrovate nel cimitero cristiano che la circondava.
Tutto il materiale ritrovato durante gli scavi è stato ordinato nel Museo Alesia. Notevoli: una bella testa di Giunone, copia di originale attico del IV sec. a. C., trovata nel santuario con dolmen; un busto femminile del I sec. d. C.; un bassorilievo con la Triade capitolina; un bassorilievo; un Dioscuro; una statuetta di satiro in riposo molto ben modellata, recante un iscrizione in lingua gallica e in caratteri greci; ceramiche gallo-romane, rosse verniciate, decorate con motivi vegetali. Molto singolare è un esemplare di flauto di Pan (siringa). Una statuetta di Gallo sdraiato, "applique" di bronzo, è interessante per il costume gallico.
Bibl: M. Ihm, in Pauly-Wissowa, I, c. 1367, s. v.; Guide du visiteur à Alesia, Le Puy-en-Velay 1928; J. Toutain, A. gallo-romaine et chrétienne, la Charité-sur-Laine 1933; id., Les bronzes d'art d'A., in Ve Congrès Intern. d'Arch., Algeri 1933, pp. 247-259; M. Renard, A., in Phoibos, II, 1947-48, pp. 23-47 (con bibliografia precedente).