ALESSANDRIA (II, p. 301; App. I, p. 85; II, 1, p. 116)
Nel 1958 la popolazione del comune era di 87.179 ab. rispetto a 82.137 del 1951. Sebbene lieve, questo progresso è indice della ripresa nel campo economico. Nuovi grandiosi edifici sono sorti in contrasto col vecchio aspetto delle tradizionali costruzioni di questa città di pianura, tipica per edifici non mai elevati. Un nuovo quartiere residenziale si va sempre più ampliando a sud-ovest in corrispondenza del Corso Carlo Marx. Segno dell'incremento commerciale è il nuovo aeroporto ed eliporto, costruito nella vasta zona aperta e pianeggiante a nord. Tra le nuove attrezzature sportive è la nuova piscina.
Il lieve aumento di popolazione, verificatosi nel capoluogo, ha corrispondenza anche nella provincia (477.722 ab. nel 1951, 478.954 nel 1958). Questo leggero aumento è dovuto esclusivamente al movimento immigratorio, che compensa la forte emigrazione e la passiva natalità. Nel complesso la provincia di A. è demograficamente statica, e ciò si spiega col fatto che essa è una regione a struttura economica tipicamente agricola. Tuttavia anche in questa provincia le statistiche segnano una contrazione della popolazione agricola ed un aumento in quella dedita all'industria. L'industrializzazione ha fatto sentire i suoi effetti sui centri più popolosi ove si accentrano le industrie, come Casale Monferrato, Tortona, Novi Ligure, Valenza, mentre nelle campagne si nota una tendenza allo spopolamento. Con la meccanizzazione dell'agricoltura molti lavoratori agricoli si spostano nei grandi centri industriali della provincia stessa, o anche fuori della provincia, come Torino, Milano, Genova, ecc. L'economia della provincia è in notevole ripresa. Il frumento, che è uno dei prodotti più largamente coltivati, ha contratto l'area di coltura, ma in compenso ha aumentato la sua produzione unitaria, che da 20 quintali per ettaro nel 1936 è salita a 27 nel 1953, e nel 1958 a 29,4. Così pure per la vite si è verificata una diminuzione di superficie coltivata (55.059 ha nel 1958), ma la produzione di uva e vini non ha subìto alcuna contrazione.
Anche nell'allevamento il periodo del dopoguerra vede importanti mutamenti: i bovini aumentano di numero (145.587 nel 1957), ma presentano un cambiamento nel tipo di bestiame; si allevano in minor numero i bovini da lavoro, sostituiti dai mezzi meccanizzati, si allevano invece animali da carne; gli equini diminuiscono notevolmente (7005 nel 1958). In sensibilissima diminuzione anche le pecore e le capre (rispettivamente da 11.890 e 8802 nel 1942, si scende a 2292 e 3435 capi).
L'industria in alcuni settori ha segnato una certa ripresa; i mattoni ed il cemento aumentano per una più forte richiesta in rapporto alle industrie edilizie. Sempre fiorenti le industrie tessili (cappelli) e quelle enologiche.
Bibl.: Ufficio provinciale di statistica presso al Camera di Commercio, industria e agricoltura, Principali aspetti economici e sociali della provincia e della città di Alessandria, Alessandria 1959.