APPIANI, Alessandro
Principe di Piombino, figlio naturale di Iacopo VI e di Oriettina Fieschi, fu legittimato ed abilitato alla successione dall'imperatore Ferdinando I nel 1559, da Massimiliano II nel 1568.
Trascorse la fanciullezza a Genova e solo il 20 giugno 1576 esaudì le richieste dei Piombinesi che lo volevano in patria. Nel 1583 l'A. decise di stabilirsi nuovamente a Genova, ma nel 1586 ne fu espulso per la sua condotta violenta e libertina. A Genova l'A. aveva assorbito l'odio antimediceo, che dimostrò al granduca Francesco I, rifiutando di cedergli le isole di Montecristo e Pianosa, divenutetovo di pirati, e non rispondendo alle sue richieste di provvedere almeno alla loro fortificazione.
Tornato a Piombino, egli governò con asprezza, umiliò spesso i sudditi più in vista, provocando così un vasto movimento di ribellione, che culminò in una congiura, in cui ebbero parte principale la sua stessa moglie, Isabella de Mendoza figlia di Pietro, ambasciatore spagnolo a Genova, e l'amante di costei, don Felice d'Aragona, comandante del presidio spagnolo, desideroso di impadronirsi del dominio piombinese. La sera del 28 sett. 1589 l'A. venne colpito da tre archibugiate e finito a colpi d'alabarda, presso la casa di Giulio Mazzaferrata, uno dei maggiorenti di Piombino, di cui l'A. aveva violato la figlia.
Subito dopo la morte dell'A., che venne sepolto nella chiesa parrocchiale di S. Antimo, don Felice accettò la sovranità dello stato di Piombino in nome di Filippo II. Questi però, sollecitato dal granduca di Firenze, inviò da Napoli Carlo Loffredo al comando di milizie per occupare Piombino. Il Loffredo fece riconoscere l'autorità del figlio dell'A., Cosimo Iacopo, e condannò a morte i colpevoli.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., I, tav. II; A. Cesaretti, Istoria del principato di Piombino, Firenze 1789, pp. 183-190; G. Ninci, Storia dell'isola d'Elba, Portoferraio 1815, pp. 108-111; F. Inghirami, Storia della Toscana, XII, Fiesole 1843, p. 126; L. Cappelletti, Storia della città e stato di Piombino..., Livorno 1897, pp. 226, 235-266; T. Smali, La morte di A. A., principe di Piombino illustrata col sussidio di documenti inediti, Belluno 1901; N. Giorgetti, Le armi toscane e le occupazioni straniere in Italia, I, Città di Castello 1916, pp. 310-312; O. Pastine, Genova e gli ultimi Appiani, in Giornale storico e letterario della Liguria, n. s., X (1934), pp. 145-168.