BALBI, Alessandro
Veneziano, nacque da Federico e Maria Pizzamano il 24 ott. 1757. Di quel ceto nobiliare povero e inquieto detto dei "barnaboti", che si distinse nell'ultimo secolo della Serenissima per la contrastante vicenda delle sue ambiziose irrequietezze e della sua misera fortuna, il B. rispecchiò in tutta la vita gli umori e le aspirazioni. Avido di letture eterodosse in gioventù, di intelligenza pronta ma superficiale, e con una innata tendenza alla retorica e al più ingenuo servilismo politico, intraprese la carriera legale, segnalandosi per l'arrivismo e per lo sdegno represso di patrizio povero ch'egli recava nelle sue arringhe (e di cui rimane testimonianza nella sua Storia della causa Pisani del 1784, narrazione anonima di una celebre vicenda penale del tempo). Avvocato per qualche tempo in Udine, vi si stabilì poi come membro di quella corte di giustizia, sposandosi nel 1786 con Caterina Acquisti, e nel 1796, rimasto vedovo, risposandosi con Maria Asteria Frattina, dalla quale ebbe cinque figli.
Quando la minacciosa avanzata delle armate napoleoniche affrettò il crollo della vecchia Repubblica di San Marco, il B. si gettò nel cuore delle vicende di quel drammatico 1797, cercando insistentemente di inserirsi nelle nuove prospettive politiche e di soddisfare le mire così a lungo represse. Usciva alla luce nei giorni della caduta della Serenissima la sua Memoria patriottica a tutta la Veneta Nazione,cui tennero dietro a breve distanza nel medesimo anno altri opuscoli di polemica e di propaganda, fino alle più impegnative Opinioni democratiche,che rappresentano il punto d'arrivo delle posizioni politiche del B. in questo periodo.
In tutti questi scritti domina il servilismo politico, unito a una grande ambizione e ad una sconcertante improvvisazione. Filofrancese fino all'eccesso, il B. accoglie ad occhi chiusi e senza seria meditazione i nuovi dettami politici, le dure condizioni imposte dal vincitore, il livore polemico e spesso calunnioso verso il passato aristocratico di Venezia, arrivando alla sorprendente ma illuminante affermazione che la "topografica località" della sua città "è antidemocratica", e svolgendola in tono requisitorio nel superficiale "excursus" storico delle Opinioni. Altra caratteristica di questi opuscoli (che permarrà sempre nelle opere del B.) è una specie di assillo profetico, che si accompagna al tentativo di presentarsi sempre davanti al vincitore come un fedele della prima ora e come un preconizzatore.
Il 1797 e i mesi della Municipalità veneziana non recarono però al B. alcun riconoscimento di stima e nessuna ricompensa pratica per la sua affannosa opera di propaganda. Illusioni e ambizioni rimasero però tenacemente vive nell'animo suo, e con esse percorse e segnò con vari scritti le alterne sorti degli stati veneti, senza riuscir mai ad evadere dalla sua condizione di funzionario di giustizia nella provinciale e piccola Udine.
Nel 1802 fu a Vienna per rendere omaggio all'imperatore, introdotto a corte da un amico, e predisse a Francesco I, ammirato e lodato in molti dei suoi scritti, la prossima caduta dell'astro napoleonico, in una Memoria andata perduta. Fu pronto tuttavia a seguire il corso degli eventi, dettando e stampando poi nel 1810 l'opuscolo I quadri, o sia Napoleone il Grande al confronto,dove, con improvvisata erudizione storica e molti fiori letterari, dimostrava che Francia e Germania mai avevano avuto un sovrano pari a Bonaparte e che all'Europa attonita non restava che fiduciosamente abbandonarsi ad un uomo ch'egli descriveva, non senza qualche acuta osservazione, come un autentico fenomeno naturale. Caduto anche Napoleone, con infaticabile zelo il B., facente funzione di regio procuratore presso la Corte di giustizia civile e criminale di Passariano, in provincia di Udine, accoglieva, plaudendo, nel 1814 il dominio austriaco con un opuscolo, Qual essere dovrebbe il destino politico degli Stati Veneti.
L'ordinata ed aulica freddezza austriaca era stata sempre il mito e l'ideale segreto dei B.; malgrado, infatti, non riuscisse nemmeno allora a raggiungere l'agognato successo politico, vide però riconosciuta in quelle rigide forme la sua posizione di funzionario e di nobile. Al governo di Vienna offrì, ultimo atto della sua carriera di pubblicista e propagandista politico, la palinodia dei suoi trascorsi opportunistici con una Lettera ingenua,pubblicata nel 1814, in cui egli, ch'era stato tra i denigratori più accesi della Serenissima e tra i più ardenti ammiratori della Francia, riabilitava la vecchia aristocrazia veneziana e tracciava un quadro tenebroso e catastrofico degli otto anni di regime napoleonico nei territori veneti, vera "iliade delle calamità", additando nell'Austria e nel suo dominio il compiersi del vero destino e della futura felicità di quei territori.
Il governo austriaco con sovrano decreto del 16 nov. 1817 gli confermò la qualifica nobiliare. È questa l'ultima notizia che abbiamo del Balbi.
Opere: Storia della causa Pisani giudicata dal Cons. di 40 Civil Vecchio li 11 marzo 1784, Venezia 1784; Memoria patriott. del cittadino A. B. a tutta la Veneta Nazione, che doveva esser diffusa li 11 maggio corrente, e che s'impedì che lo fosse,Venezia 1797; Il cittadino A. B. all'estensor del "Monitore Veneto",Venezia 1797; Inno in onore de' francesi morti in guerra, e di tutti gli uomini periti per la libertà della patria,Venezia 1797; Anacreontica dell'ex Patrizio B. all'ex-Senatore Savioli a Parigi,Venezia 1797; Opinioni democratiche (Li quattordici secoli di Venezia),Venezia 1797; I quadri, o sia Napoleone il Grande al confronto,Udine 1810; Qual essere dovrebbe il destino politico degli Stati Veneti,Udine 1814; Lettera ingenua di un veneziano scritta ad un suo amico in Filadelfia sullo stato della sua patria dall'epoca 18 gennaio 1806 fino ai 19 aprile 1814, con alcune riflessioni sulla condotta di Bonaparte,Venezia 1814.
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. del Museo Civico Correr, Discendenze patrizie,1, c. 91; Ibid., cod. Cicogna,3250/43; Il Monitore Veneto,Venezia, 20 maggio 1797, col. 14 e 24 maggio 1797, suppl., col. 34; G. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII,III, Venezia 1806, p. 33; F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete,Venezia 1830, p. 68; E. A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana,Venezia 1847, p. 477; G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudonime,III,Milano 1859, p. 104; G. Soranzo, Bibliografia veneziana,Venezia 1885, pp. 37 s., 110, 258.