BATTAGLIA, Alessandro
Nacque a Roma il 26 apr. 1870; fu avviato giovanissimo alla pittura dalla madre Clelia Bompiani e dallo zio Augusto Bompiani. Fu poi allievo di C. Maccari e di L. Seitz, ma guardò con interesse soprattutto al verismo patetico e al drammatico luminismo di D. Morelli. A soli tredici, anni il B. partecipò all'esposizione della romana società "Cultori e amatori" del 1883, con un convenzionale Ritratto della sorella, prendendo parte in seguito a quasi tutte le esposizioni italiane ed estere, tra cui quella di Berlino del 1896, dove un suo acquerello, Livia, fu acquistato dal Museo di Magdeburgo, mentre il grande dipinto Esami finali, di un patetico sentimentalismo alla Toma, fu esposto e venduto a Monaco. Fino alle soglie del '900 il B. appare volto a un naturalismo di impronta michettiana nei numerosi quadri aventi come soggetto contadine e pastorelle; di questi Le spigolatrici del 1887, arieggiante l'Angelus di Millet, è il più notevole. In seguito il B. s'interessò alle ricerche del divisionismo che, nelle sue opere, tuttavia, non trova facile accordo con il luminismo di origine accademica; ne sono esempio il Mattino di primavera, esposto, su invito, alla IV Biennale di Venezia (1901) e acquistato dalla Gall. Naz. d'Arte moderna in Roma, e Contrasti, esposto a Barcellona nel 1902. Nel 1904 il B. fu tra i fondatori, insieme con E. Coleman e O. Carlandi, del gruppo dei "XXV della campagna romana" che intendevano ritornare alla pittura di paesaggio, intesa non in senso accademico, ma come ripresa dal vero di motivi paesistici. Paesaggi e motivi campestri sono infatti i soggetti più frequenti in questo periodo della sua produzione, sia su tela sia ad acquerello. Con La mietitura, Sull'aia, Luisella, ilB. partecipò alla XXXIV Esposizione degli acquerellisti romani nel 1910; Lesorgenti fu invece presentato all'Esposizione romana del 1911. Anche in queste opere il tentativo di costante aggiornamento alle nuove correnti artistiche appare ostacolato da una concezione formale sostanzialmente accademica e dal persistente interesse per l'opera morelliana; ciò è evidente anche nei suoi ultimi lavori, di cui i più significativi, Convito d'ombre, Ritmo di secoli, La figlia dell'ostessa, ripetono stancamente consueti motivi. Tuttavia la vastissima produzione del B., nella quale non mancano momenti felici, riscosse vivo successo in Italia e all'estero. Dal 1913 il B. fu insegnante al liceo artistico di Roma e accademico di S. Luca. Morì a Roma il 22 apr. 1940.
Bibl.: Catalogo della mostra dell'associazione degli acquarellisti in Roma, Roma 1910; C. Galassi Paluzzi, I "XXV della campagna romana", Roma 1922, pp. 13, 61-66; A. Colasanti, La Galleria nazionale d'arte moderna in Roma, Milano-Roma 1923, p. 15; A. M. Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1934, pp. 40 s.; P. Scarpa, Acquarellisti romani della fine dell'Ottocento, in L'Urbe, II (1937), p. 18; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1956 p. 996; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 40.