BINDONI, Alessandro
Editore, tipografo e libraio a Venezia nei primi due decenni del sec. XVI, nacque nell'Isola Bella del Lago Maggiore.
Fu il primo dei fratelli Bindoni a trasferirsi a Venezia e a impiantarvi una tipografia - intorno al 1505 - "in Frezzaria, presso a san Moysè", all'insegna della Giustizia. Il suo primo prodotto noto datato è La vita del beato Patriarca Iosaphat convertito da Barlaan (1506), opuscolo popolaresco di argomento agiografico. È possibile che prima di questo abbia stampato altri opuscoli popolareschi, ma senza note tipografiche, i quali - pur riconoscibili come usciti dalla sua stamperia - sono difficilmente databili. Nel 1507 si associò con Nicolò Brenta da Varenna, che aveva bottega "al transito di san Polo in corte Petriani". La collaborazione durò due anni (1507-1508), perché il Brenta si trasferì prima per breve tempo a Pesaro e poi stabilmente a Rimini.
L'Adami descrive quattro edizioni dei due soci: un Confessionale dello pseudo-Agostino (1º apr. 1507), ilTransito di Girolamo (13 apr. 1507), gli Statuta Firmanorum (17 marzo 1508) e il Guerin meschino (25 ott. 1508; nota attraverso l'unico esemplare superstite posseduto dal British Museum). Ma almeno una edizione è sfuggita alle ricerche dell'Adami: quella della Regola del terz'ordine di San Francesco (1507), e forse anche l'edizione del cantare storico Historia della morte del duca Valentino (1507).
Partito da Venezia il Brenta, il B. continuò per suo conto, limitandosi alla stampa di opuscoli popolareschi. Tuttavia doveva possedere un impianto tipografico efficiente, giacché Luc'Antonio Giunta gli affidò in quell'anno la stampa del volgarizzamento antico toscano dell'Ovidio (detto "Ovidio maggiore"), illustrato con le medesime figure che ornano le edizioni di G. Rossi (1497) e di C. Pensi (1502), entrambe edite dal Giunta. Dal 1510 al '20 alterna la stampa di opuscoli, da smerciarsi sul ponte di Rialto, con libri di maggior importanza, ma sempre in volgare e tutti rivolti al più largo pubblico di media cultura. Si possono menzionare: Guerino il meschino (1512), copia dell'edizione Bindoni-Brenta; le opere di Serafino Aquilano, copiate da precedenti edizioni (1516); il Morgante di Luigi Pulci (1515); la Cerva bianca del Fregoso (1515); la traduzione dei Ruralia commoda di P. de' Crescenzi (1519); la raccolta di rime di V. Calmeta (1515); L'origine dei proverbi di A. Cornazzano (1515); Il Mambriano di F. Bello; L'Opera nova del Vinciguerra (1517); il Cirillo Calvaneo di Luca Pulci (1518). Occasionalmente stampò anche su commissione, come il De curis aegritudinum per il medico M. Gatinara (1521) e i Commentariorum Aquileiensium libri VIII di G. Candido (1521). Non poche sono le sue stampe senza data (ed alcune senza note tipografiche) destinate ai cantambanchi: Istoria degli anagoreti; Capitolo che fa un innamorato; Contrasto de Tonin e Bighignol; Istoria del re Vespasiano,La obsidione de Padoa, ecc.
Nel 1520 il B. associa alla ditta il fratello Benedetto e le edizioni sono sottoscritte: "presso Alessandro e Benedetto fratelli de Bindoni". Tra le loro edizioni si possono ricordare: Tristano e Isotta di Nicolò degli Agostini (1520); le Epistole e Vangeli che si leggono tutto l'anno (1521); il Bovo d'Antona (1521); il Bellum gramaticale di A. Guarna (1522).
Il B. morì sul finire del 1522, o agli inizi del 1523; infatti nel 1523 si hanno edizioni con la sottoscrizione "Presso gli eredi di Alessandro Bindoni".
Non si è rinvenuto alcun documento che possa chiarire chi fossero questi eredi: certo il figlio Francesco, che assumerà la marca editoriale del padre e continuerà l'azienda; probabilmente l'altro figlio Gaspare, del quale si conosce men che del fratello. Che il fratello Benedetto avesse una interessenza nella ditta è probabile, anzi può ritenersi certo a cagione delle sottoscrizioni riportate; invece nulla si sa circa l'altro fratello, Agostino, che nel 1523 imprenderà a stampare con Benedetto.
Fonti e Bibl.: Venezia, CivicoMuseo Correr,Cod. Cicogna 3044,passim; E. Motta,Uno stampatore del Lago Maggiore a Venezia, in Boll. stor. della Svizzera ital., XIV(1892), p. 199; P. Kristeller,Die Italienischen Buchdrucker-und Verlegerzeichen, Strassburg 1893, p. 72, n. 194; V. Adami,N. Brenta... stampatore, in La Bibliofilia, XXV(1923), pp. 193 ss.; E. Pastorello,Tipografi editori librai a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, p. 10; Id.,Bibliografia storico-analitica della stampa in Venezia, Venezia 1933, n. 832; F. Ascarelli,La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, pp. 171, 176; J. Norton,Italian printers: 1501-1520, London 1958, p. 130.