BUSTINI, Alessandro
Nacque a Roma il 24 dic. 1876 da Saturno e da Caterina Gessari. Studiò al liceo musicale di S. Cecilia dove fu allievo di G. Sgambati per il pianoforte, di S. Falchi per la composizione e di R. Renzi per l'organo. Presto si distinse tra gli altri allievi per le sue qualità (allorché conseguì il diploma di composizione e d'organo nel 1897 - l'anno precedente aveva conseguito quello di pianoforte - ebbe la medaglia del ministero della Pubblica Istruzione) e cominciò a farsi apprezzare non solo alle serate musicali che si tenevano nei salotti romani, ma anche nell'organizzazione dei concerti di S. Cecilia, cui, assai spesso dal 1899, partecipò come pianista e come compositore. Nel 1902 fu nominato, per concorso, insegnante di pianoforte complementare superiore e di lettura in partitura per compositori allo stesso conservatorio di S. Cecilia, dove in seguito, nel 1912, vinse il concorso per la cattedra di armonia e contrappunto, alla quale rinunciò.
Nel 1925 vi accettò, invece, la cattedra di composizione, che tenne fino a tutto l'anno scolastico 1939-40, rivelando un particolare talento didattico che gli consentì di dare un valido contributo alla scuola musicale italiana, alla quale si formarono alcuni dei più noti compositori contemporanei (G. Petrassi, G. Turchi e B. Maderna). Nel frattempo, per potersi dedicare interamente ai suoi allievi del conservatorio romano, rinunciava alla cattedra di composizione offertagli dal conservatorio di Napoli (1914) e al posto di direttore del conservatorio di Firenze (1928), cariche alle quali avrebbe avuto diritto come vincitore dei relativi concorsi. Il 1º sett. 1940 fu nominato ispettore centrale tecnico di prima classe dello stesso ministero, presso la Direzione generale delle arti. In precedenza gli erano stati affidati incarichi d'ispezione e di consulenza presso gli istituti musicali italiani e i licei musicali di Alessandria d'Egitto e di Tunisi, che confermavano la stima di cui egli godeva in patria e all'estero.
L'attività d'insegnante non impedì al B. di svolgere anche un'intensa attività di concertista, sia come solista sia come pianista del Quartetto romano; suonò pure in duo con celebri solisti quali P. Sarasate, H. Becker, J. Joachim, E. Ysaye, D. Popper, P. Casals, in concerti tenuti nella sala dell'Accademia di S. Cecilia e, dal 1909, in quella dell'Augusteo (l'ex anfiteatro Corea), eseguendo spesso sue composizioni. Si affermò inoltre come direttore d'orchestra e, ancora giovane, fu nel 1906 il primo sostituto di Toscanini al teatro Colón di Buenos Aires. A Roma diresse per vari anni l'orchestra del conservatorio di S. Cecilia e fu acclamato in moltissimo concerti, fra i quali si ricordano quello in cui presentò la Messa da requiem per sole voci di I. Pizzetti eseguita al Pantheon il 14 marzo 1923 per la commemorazione del re Umberto I e, il 23 marzo dello stesso anno, quello in cui fu eseguito all'Accad. filarm. romana lo Stabar Mater, persoli, coro e orchestra, di L. Perosi; infine diresse, ancora alla Filarmonica romana, il 14 apr. 1930 la prima esecuzione in Italia dello Stabat Mater per soli, coro e orchestra di J. Haydn, avendo curato di questa composizione anche la realizzazione del basso. Di uguale impegno fu pure la sua attività creativa, testimoniata da copiose musiche per orchestra, polifoniche, da camera, ecc., delle quali si ricordano specialmente la Sinfonia in sol minore, per orchestra e organo (1899), Le tentazioni, poema sinfonico ispirato a quattro sonetti di F. Salvatori (1914), Missa pro defunctis ad chorum quatuor vocum inaequalium (1902), per la commemorazione del re Vittorio Emanuele II Piccola suite, per pianoforte (1903), due Quartetti per archi,in sol minore e in la maggiore (1910, 1930), Sonata in re maggiore per violino e pianoforte (1914), che vinse il concorso indetto dal periodico Musica,Sonata in sol minore, per viola e pianoforte (1920), Suite scarlattiana, per quartetto d'archi (1940) e, per canto e pianoforte, Album di sei melodie (1899), La principessa dai capelli d'oro, fiaba in quattro ballate (1910), Le notti senza luna (1931), Tre liriche (1934) e infine Le stagioni, poema per una voce e piccola orchestra da camera su versi di G. Ungaretti (1940).
Compose inoltre le opere teatrali Maria Dulcis, su libretto di E. Checchi, rappresentata al teatro Costanzi (poi dell'Opera) di Roma il 15 aprile del 1902, La città quadrata (1911) e L'incantesimo di Calandrino (1918), entrambe su libretto di F. Salvatori e non rappresentate (quest'ultima opera fu premiata al concorso Tofani indetto dal giornale Musica di Roma).
Pubblicò un saggio La sinfonia in Italia (Roma 1904) e portò a compimento una nuova revisione del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach e del Gradus ad Parnassum di M. Clementi.
Conquistatosi un ruolo di primo piano nel mondo della cultura, ebbe anche importanti riconoscimenti: socio dell'Accademia di S. Cecilia dal gennaio 1904, ne fu eletto vicepresidente nel gennaio 1930 e nel giugno 1931 venne nominato membro dell'Istituzione dei concerti della stessa accademia. Due volte (stagioni 1921-22, 1922-23 e 1927-28, per cinque anni complessivi) tenne la direzione artistica anche dell'Accademia filarmonica romana e dal giugno 1934 al giugno 1936 fu membro del Comitato di gestione del teatro dell'Opera.
Nel luglio 1944 il B. lasciò i suoi uffici all'Accademia di S. Cecilia, essendo subentrata alla gestione accademica quella straordinaria commissariale (come in altre istituzioni simili), senza tuttavia farne decadere gli ordinamenti precostituiti; nel maggio 1947, al ripristino di tali ordinamenti, fu riconfermato nei suoi uffici e venne inoltre nominato commissario straordinario per la direzione del conservatorio di S. Cecilia, ricoprendo questa carica fino al 1950. Nel 1959 fu anche presidente della quinta sezione del Consiglio superiore del ministero della Pubblica Istruzione.
Il 9 febbr. 1952, "rappresentando quasi un simbolo della tradizione ceciliana" (Giazotto), fu eletto presidente dell'Accademia nazionale di S. Cecilia e per i suoi meriti nell'arte musicale il 18 dic. 1956 gli venne conferita la medaglia accademica. Fra le tante cure per questo antichissimo sodalizio romano, si adoperò perché i concerti dell'Accademia avessero una degna e propria sede e non più una semplice attività sinfonico-corale al teatro Argentina: nasceva così l'Auditorium in via della Conciliazione, inaugurato il 28 ott. 1958. Nel marzo 1964, per motivi di salute, si dimise dalla presidenza dell'Accademia di S. Cecilia, pur continuando nella sua opera di docente.
Professore emerito dal 1954 e insignito della medaglia d'oro per i benemeriti dell'arte e della cultura, il B. morì a Roma il 3 giugno 1970, lasciando traccia "della sua missione di maestro visibilissima in tutta una generazione" di musicisti italiani (Rinaldi).
Fonti e Bibl.: Oltre alle notizie cortesemente fornite dalla famiglia, si vedano: Il nuovo ispettore generale per la musica. Il maestro A. B., in Cronache scolastiche, ottobre 1940, p. 5; M. Rinaldi, All'ombra dell'Augusteo. La giovane scuola sinfonica romana, Roma 1944, pp. 85-91; F. L. Lunghi, A. B., in S.Cecilia. Riv. bimestrale dell'Accad naz. di S. Cecilia, IV (1955), I, pp. 15-17; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accad naz. di S. Cecilia, II, Roma 1970, ad Indicem;A. Basso, Il Conservatorio di Musica G. Verdi di Torino, Torino 1971, pp. 138 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 268; La Musica,Diz., I, Torino 1968, p. 316.