CANIGIANI, Alessandro
Nacque a Firenze da Antonio e da Argentina Soderini. Dottore inutroque iure, venne nominato da Pio V referendario di entrambe le Segnature e abbreviatore de Parcu maiori. Nel 1576 succedette nella cattedra arcivescovile di Aix al cugino Giuliano de' Medici, trasferito a sua volta al vescovato di Albi. Preconizzato il 28 marzo 1576, il 4 maggio dello stesso anno ricevette il pallium ed il 16 settembre fece il suo ingresso ufficiale nella cattedrale del S. Salvatore di Aix. Discepolo di s. Carlo Borromeo, si sforzò di introdurre nella diocesi a lui sottoposta le riforme auspicate dall'arcivescovo milanese; moltiplicò le visite pastorali e riunì un concilio provinciale per la promulgazione di decreti ispirati ai dettami del concilio di Trento.
A questo concilio, apertosi ad Aix la domenica del 24 febbr. 1585, parteciparono, oltre ad alcuni teologi ed ai superiori degli Ordini religiosi, i vescovi di Apt (François de Simiane), di Gap (Pierre Paperin), di Riez (Elzéar de Rastel), di Sisteron (Antoine de Couppes) ed il vicario generale di Fréjus, Hélie Masson. I decreti approvati vertevano sulla disciplina ecclesiastica, la somministrazione dei sacramenti e l'esercizio del culto; in particolare prevedevano l'adozione del breviario e del messale romano, l'istituzione dell'Indice, la fondazione di seminari, la cresima ai bambini di sette anni, l'obbligo per i parroci di celebrare la messa almeno tre volte la settimana. Sottomessi all'approvazione di Sisto V nel settembre del 1585, i provvedimenti sopra indicati furono confermati nel maggio dell'anno seguente, dopo esser stati esaminati dai cardinali della Congregazione del concilio e aver subito leggeri ritocchi. Nel corso dello stesso anno poi vennero stampati a Parigi.
Il C. svolse una parte importante anche in seno alle due grandi assemblee del clero francese alle quali partecipò. La prima, riunitasi a Melun alla fine del giugno 1579, si trasferì in seguito a Parigi dove proseguì fino al mese di febbraio del 1580. Al momento del suo scioglimento, al C. insieme al vescovo di Bazas venne affidato l'incarico di render conto al nunzio apostolico Anselmo Dandino delle deliberazioni del clero. Parte ancor più attiva prese all'assemblea che si riunì a Parigi dall'ottobre del 1585 al giugno del 1586: i suoi colleghi infatti gli affidarono in questo periodo, numerosi compiti di varia natura, principalmente presso il nunzio Girolamo Ragazzoni.
L'assemblea si aprì il 1º ott. 1585 nell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés. Il 16 ottobre il C. ebbe l'incarico di salutare il nunzio; alla fine del mese di dicembre poi gli comunicò il formulario della professione di fede prescritto dal re di Francia Enrico III ai vescovi per ricevere le abiure dei protestanti; in seguito ad alcune rimostranze presentate al sovrano egli acconsentì a sottoporre il formulario all'esame dell'assemblea. Quest'ultima fu poi anche chiamata a deliberare sull'aiuto finanziario sollecitato dal re. Il 30 genn. 1586 una bolla di Sisto V autorizzava l'esproprio di 100.000 scudi di rendita, mentre il clero voleva accordarne solo 50.000. Il 25febbraio il C. accompagnò il presidente dell'assemblea, l'arcivescovo di Vienne, presso il nunzio Ragazzoni, per protestare contro questa bolla. Il 24 marzo un'ordinanza del Parlamento di Parigi riconosceva alla bolla valore esecutorio per i primi 50.000scudi di rendita e per i restanti 50.000decideva di presentare rimostranze al re. Il C. e il vescovo di Noyon vennero delegati dal clero a discutere con i commissari pontifici le modalità della riscossione. Il 7 giugno espresse a nome dell'assemblea i ringraziamenti al Ragazzoni per il suo comportamento.
In occasione dell'assemblea di Melun-Parigi, il C. aveva effettuato il suo primo viaggio a corte e aveva prestato giuramento di fedeltà nelle mani di Enrico III il 25 ott. 1579. In seguito, nel novembre del 1583, il re gli rilasciò lettere di naturalizzazione. Nel 1588 celebrò le esequie del suo predecessore Giuliano de' Medici, deceduto nel castello di Auriol il 28 luglio. Il 5 settembre dello stesso anno fece testamento e lasciò tutti i suoi beni ai nipoti Giuliano ed Antonio Canigiani. Il mese seguente partecipò in qualità di deputato del clero della provincia d'Aix agli Stati generali di Blois e portò il SS. Sacramento durante la processione, il giorno dell'apertura, la domenica del 4 ottobre.
In seguito all'assassinio di Enrico III (1º ag. 1589) e all'ascesa al trono dell'ugonotto Enrico di Navarra (Enrico IV), il papa Sisto V designò come legato in Francia il cardinal Enrico Caetani e gli affidò il compito di difendere gli interessi della religione in quel regno e di favorire la successione di un cattolico. Mentre il legato pontificio si dirigeva verso Parigi, il C. fu inviato in Linguadoca con l'incarico di incoraggiare i cattolici di quella provincia (novembre 1589). Con una scorta di 60 cavalieri attraversò Saint-Flour, Rodez, Albi; incontrò a Lavaur il maresciallo di Joyeuse ed arrivò infine a Tolosa. Accortosi dello scoraggiamento della popolazione e temendo che passasse dalla parte di Enrico IV, consigliò al papa di rinforzare la Ligue mediante l'invio di truppe e di aiuti economici (febbr. 1590).
Il 18 nov. 1590 accolse solennemente, ad Aix Carlo Emanuele I, duca di Savoia.
Morì a Roma il 31 marzo 1591.
Il C. fu anche letterato; era membro dell'Accademia degli Alterati (fondata a Firenze poco prima del 1570) con il nome di "il Soave". In quanto arcivescovo di Aix fu inoltre cancelliere dell'Accademia di questa città. Lorenzo Giacomini Tebalducci Malespini pronunciò nel 1592 dinanzi all'Accademia degli Alterati un'orazione funebre in suo onore.
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