CORSI, Alessandro
Di antica e nobile famiglia ligure, nacque a Savona il 6 agosto 1859 dal marchese Luigi, senatore del Regno, e da Enrichetta Lazari. Studiò giurisprudenza a Roma, ove frequentò anche la Scuola economico-amministrativa, istituita nel 1878 presso la facoltà giuridica, e si laureò nel 1880.
Si dedicò, quindi, allo studio del diritto internazionale, interessandosi, in particolare, a tematiche di diritto internazionale pubblico. Nel suo primo lavoro, L'occupazione militare in tempo di guerra e le relazioni internazionali, Roma 1882, analizzò la natura giuridica dei governi di occupazione, i limiti del loro potere e la condizione delle terre sottoposte alla loro autorità: problemi, questi, di sicura rilevanza sia sul piano giuridico sia su quello politico, che negli anni precedenti erano tornati d'attualità in seguito alle vicende della guerra franco-prussiana (il lavoro ebbe una seconda edizione, ampliata e riveduta, a Firenze nel 1886).
Nel 1885, poi, il C.pubblicò a Roma una seconda monografia dal titolo La situazione attuale della S. Sede nel diritto internazionale. In questi anni, peraltro, studiò anche questioni di diritto civile e di diritto commerciale. Per il Digesto italiano, oltre alla voce Abbordaggio (diritto internazionale) (I, Torino 1884, p. 34), scrisse il saggio Abbordaggio (diritto commerciale) (ibid., pp. 34-52)e l'ampia monografia Affrancazione (dei canoni, censi ed altre prestazioni perpetue, a norma di leggi spec.) (ibid., II, 1, ibid. 1884, pp. 388-454); nel 1886 pubblicò a Roma lo studio La responsabilità degli amministratori delle società anonime e il nuovo codice di commercio e l'anno successivo, sempre a Roma, il saggio L'art. 248 del codice di commercio e l'art. 37, n. 5 della legge di ricchezza mobile. Proposte d'interpretazione o di riforma.
Fin da questi anni il C. fu chiamato dal Consiglio del contenzioso diplomatico del ministero degli Affari Esteri a collaborare, in qualità di esperto, alla formulazione di pareri giuridici. Nel dicembre 1883, ad esempio, partecipò alla redazione del parere sul reclamo presentato dai titolari dei buoni del debito pubblico, che era stato acceso nel 1875 dal governo peruviano per lo sfruttamento di terreni salnitreri, contro il Cile il quale aveva occupato nel 1879 le regioni in cui si trovavano quei terreni e da allora si era rifiutato di corrispondere gli interessi del prestito (il C. pubblicò successivamente il testo del suo contributo con il titolo Studi di diritto internazionale privato, I, Trasmissione di obblighi patrimoniali degli Stati in caso di mutazioni territoriali, Pisa 1895).
Nel 1885 ottenne l'incarico di diritto internazionale presso la facoltà di giurisprudenza dell'università di Macerata e l'anno successivo vinse il concorso di professore straordinario della materia nella medesima facoltà. Nel gennaio 1889, poi, passò ad insegnare nell'università di Pisa.
Negli anni successivi i suoi interessi si incentrarono specialmente sul tema degli arbitrati internazionali. Nel 1894 pubblicò a Pisa la monografia Arbitrati internazionali. Note di critica dottrinale e storica, in cui sottolineò l'importanza di quella istituzione giudiziaria nella soluzione delle controversie tra Stati. Nell'ottobre del 1895 partecipò alla conferenza dell'Association pour la réforme et la codification du droit des gens che si svolse a Bruxelles e in quella occasione presentò un progetto di regolamento per i tribunali arbitrali che pubblicò nello stesso anno a Torino sotto il titolo Projet de réglement pour les arbitrages internationaux. Nel 1896 fu chiamato dal ministero degli Affari Esteri a partecipare alla commissione arbitrale italiana che era stata incaricata di decidere in merito alla vertenza insorta tra l'Inghilterra e il Portogallo circa i confini dei loro possedimenti coloniali nell'Africa orientale.
Nel 1899commentò sulla Revue générale de droit international public il trattato stipulato nel luglio dell'anno precedente tra l'Italia e l'Argentina sull'arbitrato con il saggio Etude sur un nouveau traité général d'arbitrage (ilsaggio fu edito anche a parte, Torino 1899). Si occupò anche di numerosi problemi di diritto internazionale privato. Nel saggio Codificazione o unificazione del diritto internazionale privato, in Rivista ital. per le scienze giuridiche, XVIII (1894), pp. 367-390, discusse la tesi, sostenuta tra gli altri da D. Anzillotti, secondo la quale non era possibile arrivare ad una codificazione delle norme di diritto internazionale privato. Nell'articolo I conflitti di leggi sul fallimento e la seconda conferenza di La Aia, in Il Diritto commerciale, XIII (1895), pp. 5-34, esaminò, poi, le proposte avanzate in tema di disciplina del fallimento nel corso della conferenza diplomatica svoltasi all'Aja nel giugno 1894.Affrontò, infine, problematiche di più generale portata nella monografia Studi di diritto internazionale privato, II, Prime regole di giurisdizione per le autorità giudiziarie di Stati diversi, Roma 1900. Continuò, peraltro, ad interessarsi di altri settori del diritto (Alberi, in Digesto Italiano, II, 2, Torino 1893, pp. 207-233; L'autonomia dei porti in Italia, Torino 1899) e si occupò anche di questioni di politica internazionale (nel saggio Russia e Finlandia, in Rivista internazionale di scienze sociali e di discipline affini, VII, 1 [1899], pp. 501-521, affrontò il problema dell'autonomia del granducato di Finlandia all'interno dell'Impero russo, autonomia che alcuni provvedimenti imperiali del 1898 avevano cercato di ridurre).Nel 1895 fece domanda per essere promosso da professore straordinario a ordinario, ma la commissione giudicatrice, riunitasi nel mese di ottobre, espresse parere negativo, ritenendo troppo esigua la sua produzione scientifica. Nel 1900 il C. presentò una nuova domanda per il passaggio ad ordinario e questa volta il giudizio della commissione fu favorevole. Nel frattempo il C. aveva stretto a Pisa rapporti di profonda amicizia con Giuseppe Toniolo, suo collega nella facoltà giuridica, e al suo fianco aveva cominciato ad impegnarsi nel mondo politico cattolico. In particolare, il C. collaborò attivamente con il Toniolo alla creazione della sezione italiana dell'Association internationale pour la protection légale des travailleurs. Nella prima riunione della sezione, svoltasi a Pisa nel gennaio 1902, il C. fu incaricato di esaminare la questione dell'"applicabilità delle leggi territoriali sulla responsabilità per gli infortuni del lavoro agli operai di qualunque nazionalità" (G. Toniolo, Democrazia cristiana, I, p. 372): egli predispose un'articolata relazione che consegnò al Toniolo nel settembre dello stesso anno.
Sempre nel 1902 il C., pur continuando ad insegnare a Pisa, trasferì la sua residenza a Torino. Qui si impegnò attivamente nella vita politica cittadina e fu eletto nel Consiglio comunale, ove entrò a far parte del gruppo cattolico e si occupò soprattutto di problemi relativi agli istituti di beneficenza e alle opere pubbliche. I suoi impegni torinesi finirono per trattenerlo per lunghi periodi dell'anno accademico lontano da Pisa, con conseguente disappunto della facoltà giuridica che più volte lo sollecitò ad adempiere ai suoi doveri didattici. All'inizio del 1907, peraltro, il C. ottenne l'incarico di geografia e statistica commerciale presso l'Istituto superiore di studi commerciali di Torino.
Chiese, allora, al ministero dell'Istruzione Pubblica il comando di insegnamento presso il medesimo Istituto; ma il ministero, avendo ricevuto il parere contrario della facoltà pisana, rifiutò il comando, nonostante le sollecitazioni del ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio. Il C., comunque, continuò a tenere l'incarico presso l'Istituto torinese e le sue assenze da Pisa si fecero ancora più frequenti. Nel novembre 1912 fece domanda per essere collocato a riposo per motivi di salute, ma nel febbraio successivo la ritirò e chiese un periodo di aspettativa.Nel 1915, dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il C. pubblicò le lettere che il padre Luigi aveva inviato all'amico Paolo Boselli durante la prima guerra d'indipendenza alla quale aveva partecipato come volontario (La compagnia dei volontari genovesi al comando del capitano Luigi Corsi nella prima guerra d'indipendenza italiana, Torino 1915). Durante il conflitto mondiale continuò a collaborare alle iniziative del Toniolo e nel giugno del 1916 fece parte della Commissione italiana per lo studio del diritto internazionale secondo i principi e le tradizioni della civiltà cristiana, promossa dall'Azione cattolica.
Nel dicembre 1917, poi, presentò al ministero una nuova domanda di collocamento a riposo per motivi di salute: la domanda venne accolta e il C. lasciò l'insegnamento a partire dal 1° maggio del 1918.
Nell'immediato dopoguerra aderì al Partito popolare e fu uno dei principali esponenti del partito in Piemonte. Guidò il gruppo cattolico nel Consiglio comunale di Torino, ma si fece interprete di una linea politica moderata e conservatrice che contrastava con quella più avanzata prevalente tra i popolari torinesi. Nell'ottobre 1921 presiedette la sessione ordinaria dell'Institut de droit international (di cui era diventato membro nel 1898) tenutasi a Roma: una sessione particolarmente delicata e importante, la quale si proponeva di riallacciare i rapporti di stretta collaborazione scientifica tra i cultori di diritto internazionale dopo la parentesi della guerra, nonché di discutere "dei problemi posti in essere dalla formazione della Società delle Nazioni e in particolare della competenza obbligatoria della Corte permanente di giustizia internazionale" (Udina).
Nel discorso inaugurale il C. espresse il voto che le relazioni tra Stati fossero da allora in poi ispirate non solo dalla giustizia, ma anche dalla carità (il discorso fu pubblicato a Milano nel 1923 con il titolo L'applicazione dei principi evangelici nei rapporti internazionali).
Quando, poi, nel 1921 venne fondata a Milano l'università cattolica del Sacro Cuore, il C. fu chiamato nella facoltà di scienze sociali per gli insegnamenti di diritto internazionale pubblico e di diritto internazionale privato.
Il C. morì a Torino il 6 febbr. 1924.
Socio, oltre che dell'Institut de droit international, anche della Société de legislation comparée di Parigi, dell'American Academy of Political and Social Science di Filadelfia e dell'International Law Association di Londra, entrò a far parte negli ultimi anni del Consiglio del contenzioso diplomatico. Aveva sposato Irene Beccaria Incisa e aveva avuto un figlio, Luigi, e tre figlie, Anna, Enrichetta e Giuseppina.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Stampa, 6-7 febbr. 1924, e L'Osserv. romano, 8 febbr. 1924; Roma, Arch. centrale dello Stato, Min. della PubblicaIstruzione, fasc. personali dei professori universitari, fasc. 39, A. C.; Annuario dell'Univers. cattolicadel Sacro Cuore, anno acc. 1922-23, Milano 1923, pp. 60 s.; G. Toniolo, Intese internazionali, a cura di G. Anichini, Roma 1945, ad Indicem;Id., Democrazia cristiana. Istituti e forme, Roma 1951, I, pp. 372, 376 s.; Id. Lettere, a cura di G. Anichini-N. Vian, Roma 1953, II-III, ad Indicem; F. Vistalli, G. Toniolo, Roma 1954, p. 851; M. Udina, Il contributo ital. all'Institut de droit international, in Riv. di diritto intern., LVI(1973), pp. 468, 470; Novissimo Digesto italiano, IV, p. 911.