Alessandro di Fere
Riconosciuto come A. di Macedonia dalla massima parte dei commentatori più antichi, l'Alessandro di If XII 107 è più probabilmente da identificare con A. tiranno di Fere, in Tessaglia.
Figlio di Polidoro, A. era salito al potere nel 369, uccidendo lo zio Polifrone, rimasto solo al governo della città, dopo l'assassinio del fratello. Ripresa la politica imperialistica di Giasone, che Polidoro e Polifrone, suoi fratelli, avevano ucciso nel 370, si oppose agli Alevadi di Larissa e ai Tebani, stringendo alleanza con Atene nel 368. Occupò successivamente la Ftiotide e la Magnesia con la più grande risolutezza, e s'affrontò nel 364 a Cinoscefale con i Tebani, che l'avevano costretto già nel 367 a trattare. Abbandonate nel 363 forzatamente le coste della Magnesia e della Ftiotide, si volse ad esercitare la pirateria ai danni di Atene. Nel 361 o 360 i dinasti tessali si allearono contro di lui con gli Ateniesi; ma il tiranno riuscì a sconfiggerne la flotta presso Pepareto. Fu ucciso nel 358 da Tisifono e Licofrone, fratelli di Tebe, sua moglie.
Vero è che testimonianze della ferocia e della crudeltà di A. Magno potevano trovarsi in Lucano (X 20 " proles vaesana Philippi "), in Seneca (Benef. I XIII 3 " hic a pueritia latro gentium vastator ") e maggiormente in Paolo Orosio (Hist. III VII 5 " ille gurges miseriarum atque atrocissimus turbo totius Orientis ": vedi ancora III XVIII 10, XX 4-13); ma l'accostamento nel medesimo verso (quivi è Alessandro, e Dïonisio fero) di A. con Dionisio I di Siracusa orienta decisamente verso l'identificazione col signore di Fere.
L'accoppiamento è formulare, ed è documentato precisamente da Cicerone (Off. II VII 25), da cui deriva con sicurezza Valerio Massimo (Mem. IX XIII 3-4), che ne ripete la connotazione dei due tiranni e il racconto stesso dei fatti che li riguardano.
Tutt'affatto insicura è, invece, l'identificazione (proposta per primo dal Bambaglioli) con A. re di Giudea.
Bibl. - A. Dobelli, L'A. ed il Dionisio del c. XII d'Inferno, in " Giorn. d. " IV (1896-97) 68 ss.; U. Bosco, Il tiranno A., in D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 369 ss.