ALESSANDRO di Gerusalemme
Studiò nella celebre scuola catechetica (Didaskaleion) di Alessandria; come vescovo di una città di Cappadocia fu, sotto Settimio Severo, imprigionato. Riacquistata la libertà, venne a Gerusalemme, dove il vescovo Narciso lo trattenne come proprio collaboratore. Egli mise insieme il primo fondo della grande biblioteca ecclesiastica di Gerusalemme, che poi Eusebio usò largamente. Amico di Origene, lo fece predicare e lo protesse contro il vescovo d'Alessandria, Demetrio; ottenendo anche che gli altri vescovi palestinesi si unissero a lui, e collaborassero all'ordinazione sacerdotale del celebre dottore. Morì a Cesarea, in prigione, durante la persecuzione di Decio (251). Notizie su di lui, insieme con alcuni frammenti (ristampati in Routh, Reliquiae sacrae, 2ª ed., II, pp. 161 segg.), sono fornite da Eusebio (Hist. eccles., VI, 8, 11, 13 seg., 19 seg., 27, 39, 46, VII, 5), al quale attinge S. Gerolamo (De vir. ill., 62).