Sagace politico ed abilissimo condottiero, fu al servizio di Filippo II, che lo nominò governatore generale delle Fiandre. Qui e successivamente in Francia riuscì a riportare notevoli successi, interrotti solo dalla sua morte.
Figlio (Roma 1545 - Arras 1592) di Ottavio Farnese e di Margherita d'Austria, educato alla corte spagnola; dopo aver sposato a Bruxelles Margherita di Portogallo (1565), ritornò a Parma, ma poi, insofferente della modesta vita della sua patria, si mise al servizio di Filippo II. Postosi al seguito dello zio don Giovanni d'Austria, catturò il tesoro della flotta ottomana nella battaglia di Lepanto (1571). Nel 1576 fu nominato aiutante generale di don Giovanni d'Austria investito del governo delle Fiandre, alla morte del quale (1578) divenne governatore generale ad interim, poi confermato dal re. Abile politico e condottiero geniale, riuscì a ricondurre le province vallone, cattoliche, alla dipendenza spagnola con la clamorosa pacificazione di Arras (genn. 1579) e combatté efficacemente le sette province unite dal giuramento di Utrecht, conquistando piazzeforti e città (Maastricht nel 1579, Bruges nel 1583, Anversa nel 1585). Queste vittorie, e la grande autorità che ad A. ne derivò, determinarono una notevole diffidenza di Filippo II nei suoi confronti. D'altro canto i nuovi piani antinglesi del re spagnolo impedirono ad A. (che li aveva osteggiati, e dopo il loro fallimento fu accusato di averli appoggiati con eccessiva tiepidezza) di recarsi nei propri domini (dal 1586 aveva ereditato il titolo di duca di Parma, Piacenza e Castro). Dopo il disastro dell'"Invencible Armada", A. dovette difendere ancora le province spagnole dai calvinisti e la lega cattolica francese da Enrico IV, che batté sotto le mura di Parigi (1589). Liberata Rouen (1591), morì in conseguenza d'una ferita riportata in combattimento a Caudebec-en-Caux.