GALVANI, Alessandro
Nacque nel 1556, ultimo dei cinque figli (quattro maschi e una femmina) di Bartolomeo e di una Ludovica di cui s'ignora il cognome, con ogni probabilità a Cento nel Ferrarese (allora facente parte dei domini estensi). Il nonno paterno Nicolò, cittadino ferrarese, nell'anno della nascita del G. figura come amministratore di un possedimento terriero del duca Ercole II, posto poco fuori Cento. Il G. si recò giovanissimo allo Studio di Ferrara, dove studiò giurisprudenza e divenne allievo di Gianfrancesco Terzani Cremona, dedicandosi soprattutto al diritto civile. Se nel 1579 furono stampate, col titolo classicheggiante di Gymnastica Monomachia, trecento tesi da lui pubblicamente discusse, nell'anno accademico 1581-82 risulta tuttavia inserito nei ruoli-paga dello Studio ancora col titolo di "scolaris" e con un salario piuttosto basso (25 lire), incaricato "ad lecturam Institutionum diebus festis". A partire dal 1583-84 - con lacune probabilmente imputabili all'incompletezza della documentazione - lo si ritrova nei ruoli dello Studio col titolo di "magnificus dominus", con un salario sempre più alto (nel 1595-96 supererà le 700 lire).
Negli anni ferraresi il G. fu partecipe della vita culturale della città. Le tesi contenute nella Gymnastica erano state discusse nell'Accademia degli Olimpici prima di essere stampate. Si trattava della più famosa accademia ferrarese dedicata allo studio delle leggi, fondata nel 1562 dal Terzani. Il G., come indica il frontespizio dell'opera, ebbe il grado di principe dell'Accademia; dal 1593, dopo la morte del Terzani, gli Olimpici ebbero addirittura la loro sede nella casa del Galvani. La Gymnastica, densa di reminiscenze filosofiche e mitologiche e volta soprattutto all'approfondimento di problemi teorici e metodologici della giurisprudenza, fu dedicata a personaggi influenti più o meno legati alla corte estense: tra gli altri Cornelio Bentivoglio, Alfonso Estense Tassoni, Giovanni Maria Crispi, Antonio Montecatini. Dell'impegno principalmente teorico - ma anche attento ai problemi stilistici - del G. nel suo periodo ferrarese, costituiscono una testimonianza anche le Partitiones institutoriae ad Ciceronianam iuris civilis artem redactae, conservate in manoscritto presso la Biblioteca com. Ariostea di Ferrara.
Nel 1608 - forse cercando di sfuggire all'ambiente chiuso di Ferrara, ormai passata (1598) sotto la dominazione pontificia, oppure semplicemente attirato dalla prospettiva di uno stipendio più alto - il G. passò a insegnare presso l'Università di Padova, dove iniziò allo studio della giurisprudenza anche suo figlio Marco Aurelio, destinato a seguire le orme paterne.
Il G. morì a Padova il 9 nov. 1616 e fu sepolto con grandi onori nella chiesa dei Ss. Simone e Giuda.
Nel suo epitaffio, fatto incidere dal figlio, è addirittura scritto che egli fu il primo a introdurre in Italia la giurisprudenza degli eruditi transalpini. L'anno seguente, sempre per opera del figlio, venivano stampati a Padova i Consilia, sive responsa.
Opere: Gymnastica Monomachia…, Ferrariae, ex typis Victorii Baldini, 1579; Ad 1. Gallus, ff. de liber. et posthum. haered.… lucubrationes, Bononiae, ex typographia Ioannis Rossii, 1583; Responsum super controversa et nodosa quaestione utrum dos a patre expresso titulo institutionis filiabus sibi invicem in ea substitutis relicta et tempore quo nupserit solvenda, s.l., 1606; Interpretationes in Rub. et 1. I D. Solv. Matrim. summa capita, Patavii 1610; Consilia, sive responsa, ibid. 1617; Allegatio pro Barthol. Gianella, s.n.t.; Ferrara, Biblioteca com. Ariostea, Mss. cl. I, 336: in un unico volume, con postille e correzioni originali del G. sono contenuti: Comentarius ad titul. Institut. de tutelis; Partitiones institutoriae ad Ciceronianam iuris civilis artem redactae; Methodus in tit. Institutionum de actionibus.
Fonti e Bibl.: Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel sec. XVI, a cura di A. Franceschini, Ferrara 1970, ad vocem; N. Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini, I, Venetiis 1726, p. 267; F. Borsetti, Historia Almi Ferrariae Gymnasii, II, Ferrariae 1735, p. 207; L. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, II, Ferrara 1793, pp. 229-233; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, II, Ferrara 1804, pp. 3 s.; A. Orsini, A. G. giureconsulto centese, Cento s.d. [ma: 1886]; M. Maylender, Storia delle accademie d'Italia, IV, Bologna 1929, p. 120.