GOTTIFREDI, Alessandro
Nacque a Roma il 3 maggio 1595 da Giovanni Battista, di illustre famiglia cittadina, e Girolama Poggi. Il 28 apr. 1610 entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù, dal quale passò per gli studi nel Collegio romano, dove entrò in relazione con la cerchia dei primi accademici lincei e conobbe il giovane e futuro santo gesuita fiammingo Giovanni Berchmans. Questi incontri influirono sui suoi interessi culturali e sulla sua spiritualità.
Dopo l'ordinazione sacerdotale, divenuto predicatore, fu scelto per tessere l'elogio funebre dell'accademico linceo Virginio Cesarini; la sua orazione (In funere Virginii Cesarini oratio…, Romae 1624) fu pubblicata e distribuita in numerose copie agli accademici e ai loro corrispondenti, insieme con una di Agostino Mascardi. Sebbene le sue opere edite consistano quasi solo di questa e poche altre orazioni (De Spiritus adventu oratio habita in basilica S. Petri…, già erroneamente attribuita a Diomede Montesperelli, ibid. 1620; Oratio de Passione Domini…, nella raccolta Orationes quinquaginta, ibid. 1641 e Neoburgi 1724), il G. si distinse maggiormente quale docente di logica, filosofia naturale e metafisica nel Collegio romano, dal 1627 al 1634.
Restano manoscritti alcuni suoi corsi (Summa in universam logicam Aristotelis, a.d. 1628; Logica a p. Alexandro Gottifredo prolata in Collegio Romano, a Petro Floreno Verulanoconscripta,anno 1632; Quaestiones philosophicae P. Alexandri Gottifredi, auditore Petro FlorenoVerulano,anno 1634; In universam Aristotelis physicamdisputationes), custoditi nell'archivio dell'Università Gregoriana di Roma, nella Biblioteca Giovardiana di Veroli e in quella Comunale di Fano (per le collocazioni v. Lohr e Baldini). A essi vanno aggiunte le tesi sostenute da tre studenti del suo corso, che secondo l'uso riflettevano sostanzialmente le idee del docente (Effata peripati Christiani…, Romae 1632).
L'8 febbr. 1635 il G. divenne il primo rettore gesuita del Collegio irlandese di S. Isidoro, a Roma, passato dai francescani ai gesuiti per volere del finanziatore, il cardinale Ludovico Ludovisi, ma di fatto dotato di risorse insufficienti, che costrinsero il nuovo rettore ad accrescere l'entità dei suoi debiti. Già il 2 dicembre dello stesso anno, però, il G. lasciava il rettorato di S. Isidoro per quello del Seminario romano. Dal 1642 al 1644 riprese l'insegnamento nel Collegio romano come docente di teologia scolastica, mentre cresceva la sua reputazione all'interno della Compagnia, tanto che nel 1648 il padre generale Vincenzo Carafa lo nominò visitatore del collegio di Liegi.
La provincia gesuitica dei Paesi Bassi meridionali si era già scissa, nel 1612, in due province ricalcate sul confine linguistico tra le popolazioni fiamminghe e francofone. Nel 1646, approfittando della ribellione della città di Liegi al principe-vescovo Ferdinando di Baviera e della conseguente ascesa al potere del partito filofrancese dei grignoux, alcuni padri del locale collegio dei gesuiti valloni, guidati dall'illustre Jean Roberti, tentarono di convincere le autorità della Compagnia a erigere una nuova provincia religiosa corrispondente al territorio del Principato. Nonostante la decisa ostilità del Carafa, il tentativo si protrasse grazie all'appoggio della diplomazia francese; in seguito a una seconda supplica del Roberti al padre generale, il 25 apr. 1648 questi decise l'invio del Gottifredi.
Arrivato a Liegi nel giugno, quando la conclusione della pace di Vestfalia e la fine della guerra dei Trent'anni avevano ridotto l'interesse della Francia nella questione di Liegi, il G. dette l'impressione di voler punire i religiosi disobbedienti con un cambio di residenza anziché ascoltare le loro ragioni. Ma, costretto a un atteggiamento più mite dall'opposizione delle autorità cittadine, propose un compromesso tendente ad accettare la separazione di Liegi dalla provincia "gallo-belgica" in cambio, però, del suo accorpamento a quella di Colonia. L'idea venne considerata una sicura violazione della neutralità del Principato e respinta da tutti. Il G. allora prese tempo, tornando a Roma per rimettere la decisione nelle mani del Carafa, ma il 29 ag. 1649 Ferdinando di Baviera, occupata militarmente la città, fece tornare al potere il partito filospagnolo e obbligò al silenzio i religiosi secessionisti.
In seguito il G. fu visitatore della provincia gesuitica di Napoli, quindi fu posto a capo di quella romana. Nella decima congregazione generale della Compagnia, il 21 genn. 1652, venne eletto preposito generale. Tuttavia ebbe appena il tempo di presentarsi a Innocenzo X e di confermare le severe direttive sull'insegnamento della filosofia e della teologia emanate dal predecessore Francesco Piccolomini per evitare la diffusione di opinioni eterodosse: ammalatosi il 5 marzo, morì a Roma il 12 marzo 1652.
Fonti e Bibl.: C. Schoeters, Un témoignage supposé du p. G. sur st Jean Berchmans, in Archivum historicum SocietatisIesu, III (1934), pp. 139-142; G. Gabrieli, Il carteggio linceo della vecchia Accademia di Federico Cesi (1603-1630), in Memorie della R. Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 6, VII (1942), 1-4, pp. 305, 949, 971, 1027; L. Halkin, Documents inédits relatifs au projet d'érection d'une province liégeoise de la Compagnie de Jésus, in Bulletin de la Société d'art et d'histoire dudiocèse de Liège, XXXV (1949), pp. 37 s.; R. Villoslada, Storia del Collegio romano, Romae 1954, pp. 324, 327, 330, 332; L. Ceyssens, La première bulle contre Jansénius. Sources relatives à son histoire (1644-1653), II, Bruxelles-Rome 1962, ad ind.; L. Jadin, Relations des Pays-Bas, de Liège et de la Franche-Comté avec le St-Siège d'apres les "Lettere di particolari" conservées aux Archives vaticanes (1525-1796), Bruxelles-Rome 1962, p. 20; J. Hanly, Records of the Irish college under Jesuit administration, in Archivum Hibernicum. Irish historical records, XXVII (1964), pp. 19 s.; R. Bösel, Jesuitenarchitektur in Italien, 1540-1773, I, Wien 1985, pp. 142, 248, 390, 402; C.H. Lohr, Latin Aristotle commentaries, II, Renaissance authors, Firenze 1988, p. 172; U. Baldini, Legem impone subactis. Studi su filosofia e scienza dei gesuiti in Italia, 1540-1632, Roma 1992, pp. 567, 571; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, III, coll. 1623 s.; IX, col. 424.