Poeta (Pavia 1650 - Frascati 1712); sedicenne era già alla corte dei Farnese a Parma, dove nel 1681 pubblicò Poesie liriche (ripudiate poi nel 1691 insieme con tutte quelle opere che G. considerava d'imitazione mariniana) e il melodramma Amalasunta in Italia, musicato da Policci. Recatosi a Roma nel 1683, entrò nelle grazie della regina Maria Cristina di Svezia, che lo convinse a trasferirsi in questa città, il che egli fece due anni dopo. Nel 1691 entrò nell'Accademia degli Arcadi che la regina aveva fondato nel 1656. La devozione per la sovrana gli ispirò il dramma pastorale Endimione, pubblicato nel 1692 con un'importante Prefazione. Nel 1704 pubblicò la nuova edizione delle Rime, che dedicò a Clemente XI. Fu poeta di debole ispirazione ma di stile elegante e raffinato, e molto celebrato ai suoi tempi: usò per primo la canzone a strofe libere, uscendo dallo schema petrarchesco.