ALESSANDRO I Karagiorgiević, re dei Serbi-Croati - Sloveni
Nato a Cettigne, il 1714 (vecchio stile) dicembre 1888, quale secondo figlio di Pietro, divenuto più tardi re dei Serbi-Croati-Sloveni, e di Zorka, figlia di Nicola Petrović-Niegoš, in quegli anni principe del Montenegro. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Cettigne, entrò, insieme con suo fratello, principe ereditario Giorgio, nel corpo dei paggi dello zar Nicola II a Pietroburgo, e frequentò quella scuola superiore militare. Quale secondogenito, fu educato a preferenza nelle discipline militari, sebbene avesse dimostrato predilezione per la musica e per la numismatica. La salute piuttosto cagionevole lo costrinse ad abbandonare, dopo due anni, il clima rigido della Russia e a tornare dal padre, che viveva in esilio a Ginevra; colà egli frequentò le scuole cantonali. Quando suo padre divenne re di Serbia (1903), A., che aveva 15 anni, andò egli pure a Belgrado; siccome però il titolo di erede al trono spettava al fratello Giorgio, egli visse parte alla corte di Belgrado e parte all'estero, tranquillo e ritirato. Assunse l'eredità dopo i giorni agitati del 1908-1909, quando la tensione politica fra l'Austria e la Serbia per l'annessione della Bosnia-Erzegovina sembrava rendere inevitabile lo scoppio di una guerra. Il principe Giorgio, di temperamento poco equilibrato, aveva commesso intanto molte stravaganze, e dovette rinunziare alle sue prerogative reali, e A. fu acclamato erede al trono il 29 marzo 1909. Nella guerra balcanica ebbe il comando del primo esercito e partecipò alla battaglia di Kumanovo. Una grave malattia di re Pietro indusse il governo serbo a nominare A. reggente di Serbia (11 giugno 1914); quindi lo stato di salute di re Pietro fece prolungare questa reggenza, che durò fino all'assunzione al trono. Nella guerra mondiale A. non prese parte a fatti d'arme, in cui invece si distinse e fu ferito suo fratello Giorgio. Fece però anch'egli, insieme col padre e col governo serbo, la penosa ritirata attraverso l'Albania, e fu portato in salvo a Brindisi da una nave italiana. Visse altri tre anni in esilio, finché il 1° dicembre 1918 fu proclamato reggente del trono dei Serbi-Croati-Sloveni, e dopo la morte del padre (16 agosto 1921) divenne re dei Serbo-Croati-Sloveni. Egli sfuggì felicemente a due attentati: uno del 26 agosto 1916, quando transitava in automobile da Ostrovo verso il suo accampamento, che costò la vita al colonnello di Stato maggiore Dragutin Dimitrijević-Apis e ad altri ufficiali; l'altro, del 29 giugno 1921 a Belgrado, quando si recava alla Skupština per giurare il nuovo statuto, detto del Vidovdan. L'8 giugno 1922, Alessandro sposò Maria (Marioara), figlia del re Ferdinando di Romania; e da questa unione sono nati Pietro (6 settembre 1923) e Tomislavo (19 gennaio 1928). L'imposizione del nome di Tomislavo, che è quello di un re croato vissuto mille anni fa, produsse vivo entusiasmo fra i Croati.
Il 6 gennaio 1929 re A., dopo aver tentato invano di risolvere, con mezzi costituzionali, l'insanabile crisi ministeriale, parlamentare e politica, causata dalle lotte di razza e di partito, sciolse il Parlamento ed abolì la Costituzione (che era stata sempre combattuta aspramente dai Croati), nominando in pari tempo un nuovo governo, composto di persone eminenti di tutto il regno, e affidando la presidenza del consiglio, con poteri dittatoriali, al generale Pietro Živković, comandante della guardia reale. Al proclama del re alla nazione seguirono nuovi gravi provvedimenti presi dal nuovo governo, che sciolse tutte le rappresentanze provinciali e comunali e tutti i partiti politici.