Alessandro I Romanov
Lo zar che sconfisse Napoleone
Salito al trono di Russia all'inizio dell'Ottocento, Alessandro I si impegnò a fondo nel rinnovamento amministrativo ed economico dello Stato. Dovette fronteggiare l'espansionismo della Francia di Napoleone Bonaparte e, dopo la vittoria, fu uno dei massimi artefici della Restaurazione e il promotore della Santa Alleanza con Austria e Prussia
Nato a Pietroburgo nel 1777, Alessandro Romanov, erede al trono di Russia, appoggiò nel 1801 la congiura degli alti dignitari di corte che organizzarono l'assassinio di suo padre, lo zar Paolo I. Salito al potere nello stesso anno come Alessandro I, volle rinnovare l'amministrazione dello Stato russo tentando di trasformarlo in un sistema stabile, coerente ed efficace. La riforma venne avviata nel 1802 con la creazione dei ministeri. In Russia si radicava così una forma di governo in cui ogni ministro era considerato l'unico responsabile nell'ambito della propria giurisdizione. Nel 1811 Alessandro I istituì inoltre il Consiglio di Stato, che aveva il compito di controllare le attività dei vari ministeri e di elaborare tutti i grandi disegni di legge dell'impero. In ambito economico l'idea di Alessandro I era che lo Stato dovesse incoraggiare l'iniziativa privata, ricorrendo a finanziamenti pubblici per promuovere lo sviluppo delle industrie. Ma le riforme messe in atto dallo zar non si esaurirono qui: furono significative anche l'abolizione della tortura e la creazione di scuole pubbliche.
In politica estera Alessandro I dovette affrontare la minaccia dell'espansionismo di Napoleone Bonaparte. L'imperatore francese sconfisse Russia, Inghilterra e Austria, che avevano formato la cosiddetta 'Terza coalizione' contro la Francia, nelle battaglie di Austerlitz (1805) e Friedland (1807). Lo zar decise a questo punto di chiedere la pace a Napoleone e le trattative furono portate a termine a Tilsit nel 1807. Oltre a qualche piccola cessione territoriale l'accordo prevedeva soprattutto il riconoscimento da parte della Russia del nuovo ordine stabilito da Napoleone in Europa. Nel 1812, tuttavia, l'imperatore francese decise di liberarsi della Russia, sicuro di poterla sconfiggere con una rapida campagna militare. Ma non fu così. Alessandro I organizzò la difesa del paese con grande energia, potendo inoltre avvalersi di un'ampia partecipazione popolare. Dopo una sanguinosa battaglia nei pressi di Borodino, Napoleone entrò a Mosca, ma la resistenza russa e il grande freddo invernale finirono per avere la meglio sull'esercito francese.
La guerra contro Napoleone si rivelò un trionfo per Alessandro I, il cui esercito giunse a occupare Parigi nel 1814. Dopo la sconfitta della Francia le potenze vincitrici, riunitesi nel Congresso di Vienna (1814-15), mirarono a ristabilire l'ordine e l'equilibrio in Europa. Iniziava dunque l'età della Restaurazione, della quale Alessandro I fu uno dei massimi artefici. Il 26 settembre 1815 egli propose ai sovrani di Austria e Prussia il progetto di una Santa Alleanza, che essi firmarono. Il trattato, che ricorreva ampiamente a un linguaggio mistico, impegnava il re prussiano Federico Guglielmo III, l'imperatore austriaco Francesco I e lo zar, in nome della 'Santissima e Indivisibile Trinità', a prestarsi "assistenza, aiuto e soccorso in ogni occasione e in ogni luogo". Alessandro I avviò il nuovo indirizzo politico anche in patria, dove stabilì un rapporto più stretto tra lo Stato russo e la Chiesa ortodossa, e non esitò a reprimere ogni nuova richiesta di riforme. Furono vietate tutte le organizzazioni civiche aventi qualche ruolo di pubblica utilità in ambiti come l'insegnamento o la beneficenza. Vennero consentite invece, ma comunque sotto la stretta sorveglianza della polizia, le associazioni puramente private, come i circoli letterari e i salotti; a questi era però fatto divieto di occuparsi della vita pubblica. Tale severa politica governativa favorì la formazione di società segrete, che alla morte di Alessandro I, avvenuta a Taganrog nel 1825, tentarono, senza successo, un colpo di Stato a Pietroburgo e poco dopo fecero scoppiare un ammutinamento nei reggimenti dell'esercito dell'Ucraina.