MARCELLO, Alessandro Ignazio
Fratello maggiore di Benedetto, nacque a Venezia il 1° febbr. 1673, primogenito di Agostino, del ramo alla Maddalena, e di Paolina Cappello S. Lunardo, patrizi veneti.
La data di nascita - 24 ag. 1669 -, riportata nelle genealogie familiari e accolta nelle più recenti enciclopedie, è in realtà quella di un fratello omonimo, scomparso in età infantile; è lo stesso M., in un epigramma latino intitolato De sua genitura, a confermare i dati riscontrabili nella fede battesimale.
Da fanciullo il M. ricevette un'accurata istruzione in varie discipline: apprese dal padre le prime cognizioni di poesia ed eccelse nello studio del violino suscitando un forte sentimento di competizione nel fratello Benedetto. Rimane tuttavia solo ipotetico un suo apprendistato sotto la guida di G. Tartini. Frequentò il collegio dei padri somaschi nel sestiere veneziano di Castello e si dedicò poi allo studio delle matematiche all'Università di Padova.
Nel febbraio del 1693 indossò la veste togata in piazza S. Marco. Pochi mesi più tardi, il 26 maggio, sposò Lodovica Bettoni; la coppia ebbe sei figli, di cui sopravviverà un solo maschio: Lorenzo Alessandro (1712-80). Come patrizio veneto il M. ricoprì vari incarichi giudiziari e amministrativi: fu membro delle Quarantie criminali (1708), magistrato alle Acque (1713-15), membro della Quarantia (1722-23), console dei mercanti (1731), membro dell'avogaria di Comun (1741-42).
Si distinse precocemente nel campo delle arti e dell'erudizione. A. Zeno, in una lettera dell'11 genn. 1709 more veneto, (II, p. 41) fornì una breve descrizione dei versatili talenti del M., qualificandolo come studioso di matematica, abile costruttore di globi, esperto nel disegno e nella pittura, autore "con qualche gusto" di versi latini e italiani, sonatore di vari strumenti musicali e compositore. Risulta da più fonti che studiò sette lingue. Ebbe intense relazioni con la Francia e le Fiandre; in una lettera a Rosalba Carriera dell'8 giugno 1720 si augurò di rivedere l'amica pittrice a Parigi. Al 1728 risalgono sue trattative con la Compagnia di Ostenda. Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu, che ebbe modo di conoscerlo durante un soggiorno a Venezia nel 1729, venne a conoscenza dei suoi viaggi transalpini; tuttavia il filosofo francese, lungi dall'ammirare l'ingegno così eclettico del patrizio veneziano, lo definì senza mezzi termini "une espèce de fou" e "un omnis homo pour les demi-talents" (pp. 64 e 77).
Al 29 apr. 1698 risale l'ammissione all'Accademia degli Animosi, fondata e ispirata da Zeno, sodalizio veneziano di cui il M. fu eletto principe nel 1719. Seguirono altre prestigiose aggregazioni: all'Arcadia (col nome di Eterio Stinfalico), all'Accademia della Crusca, all'Accademia filarmonica di Bologna, all'Albrizziana.
Nel 1705, in collaborazione con N. Edelinck, il M. realizzò quattro incisioni in rame con puttini e amori scherzanti; dipinse quindi il soffitto della chiesa della Maddalena, ubicata accanto al palazzo di famiglia, raffigurando la santa portata in cielo dai cherubini. Si ha inoltre notizia di un'opera a olio dedicata alla morte di Cleopatra. La sua attività in campo pittorico ebbe come riconoscimento l'ammissione all'Accademia romana di S. Luca e gli guadagnò la stima di C. Maratta (Maratti). Alcuni epigrammi latini del M. dedicati a una non meglio definita Fausta - verosimilmente Faustina Maratti Zappi, la figlia del pittore legata al M. da un rapporto di amicizia - hanno indotto in passato a supporre infondatamente una relazione amorosa del M. con la celebre cantante Faustina Bordoni.
Sul fronte musicale, nel 1708 il M. dette alle stampe una raccolta di dodici cantate per voce e basso continuo, probabilmente su testi poetici propri, dedicati alla principessa Livia Spinola Borghese, in visita a Venezia in quel periodo e ripetutamente omaggiata anche dal fratello Benedetto. I buoni rapporti con i Borghese furono consolidati con due viaggi a Roma, nel 1709 e nel 1712, e proseguirono nel decennio successivo, quando il M., in una lettera a Livia del 1722, raccomandò A. Vivaldi, "famoso professor di violino" (cit. in Della Seta, p. 525).
Come compositore il M. è ancor oggi noto grazie al concerto per oboe in re minore (fu impiegato come colonna sonora del film Anonimo veneziano di E.M. Salerno, 1970), di cui J.S. Bach curò una trascrizione per strumento a tastiera (BWV 974). Già attribuito a Vivaldi e quindi a Benedetto Marcello, il suddetto concerto è intestato al M. in un'edizione collettiva di Jeanne Roger (Amsterdam 1717) comprendente anche opere di T. Albinoni, F.M. Veracini e Vivaldi. Tra le altre sue composizioni si segnala La cetra, una raccolta di concerti per strumenti ad arco e a fiato edita ad Augusta nel 1738, in cui si nota un'originale ricerca armonica accanto alla predilezione per i ritmi puntati alla francese e per le simmetrie tematiche tipiche dello stile pregalante. Il M. possedeva una collezione di cromorni cinquecenteschi e un fortepiano di B. Cristofori del 1724, attualmente conservato al Museo degli strumenti musicali di Roma.
La sua opera poetica ci è pervenuta in due raccolte dichiaratamente giovanili, ma stampate a Parigi solo intorno al 1720: gli epigrammi latini Inter seria Aetherei Stymphalici studia iuveniles ioci e i sonetti amorosi Ozi giovanili di Eterio Stinfalico accademico arcade. Nelle incisioni che accompagnano le stampe appare il motto "Miscentur in unum", tratto dal XII libro dell'Eneide, posto sotto un albero con vari innesti carico di frutta e fiori, a simboleggiare la mirabile mescolanza di arti e scienze cui l'autore febbrilmente aspirava. Gli epigrammi latini costituiscono una fonte biografica preziosa da cui si può ricavare l'ampia rete di relazioni internazionali che univano il M. a patrizi, ecclesiastici, nobildonne, eruditi e letterati d'Italia, Francia e Inghilterra. Vi compaiono fra gli altri i nomi di L.A. Muratori e B. Le Bovier de Fontenelle. Particolarmente curioso è il Liber Quintus, intitolato Cribraria, i cui epigrammi hanno carattere licenzioso sul modello di Marziale e contrastano fortemente con gli argomenti religiosi trattati nel Liber Sextus, tanto che in alcune edizioni la parte oscena venne debitamente purgata. A quanto pare lo stesso Zeno, forse alludendo a tali componimenti (lettere del 25 nov. 1719 e del 22 giugno 1720; rispettivamente, III, pp. 80, 158-160), ne sconsigliò vivamente la pubblicazione. Negli anni della tarda maturità il M. intese dedicarsi alla composizione di un poema religioso, Del felice passaggio dal Tempo all'Eternità, rimasto solo un progetto.
Il M. morì a Venezia il 19 giugno 1747, e fu sepolto a Paviola, nei dintorni di Padova.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Notarile, Atti Francesco Biondi, Testamenti 1743-1747, b. 62; Venezia, Arch. stor. del Patriarcato, Parrocchia dei Ss. Ermagora e Fortunato, Parrocchia di S. Maria Maddalena, Battesimi, reg. 2 (1626-89), c. 284; Ibid., Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. VII, 854 (=8933), 17 genn. 1707 m.v.; V. Coronelli, Veneti patrizi venuti alla piazza, Venezia 1714, p. 139; G.A. Di Gennaro, Delle viziose maniere di difendere le cause nel foro, con prefazione di G. Sergio, Venezia 1748, p. VI; G.M. Mazzuchelli, Museum Mazzuchellianum, Venezia 1763, II, p. 244; Supplemento alla Serie dei trecento elogi e ritratti degli uomini i più illustri in pittura, scultura e architettura o sia Abecedario pittorico, Firenze 1776, col. 31; A. Zeno, Lettere, Venezia 1785, II, p. 41; III, pp. 80, 158-160; E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, Venezia 1830, III, p. 233; Ch.-L. de Montesquieu, Voyages, a cura di A. de Montesquieu, Bordeaux 1894, I, pp. 64, 77; H. Derégis, A. M. nel terzo centenario della nascita: sei cantate da camera, Firenze 1969; F. Della Seta, Documenti inediti su Vivaldi a Roma, in A. Vivaldi. Teatro musicale, cultura e società, a cura di L. Bianconi - G. Morelli, Firenze 1982, pp. 521-532; R. Carriera, Lettere, diari, frammenti, a cura di B. Sani, Firenze 1985, pp. 372 s.; B. Marcello: la sua opera, il suo tempo, a cura di F. Rossi - C. Madricardo, Firenze 1988, pp. 23, 30, 36 s., 44; E. Selfridge-Field, The music of Benedetto and A. Marcello. A thematic catalogue, Oxford 1990; W. Ludwig, Zur Biographie und den Epigrammen des Komponisten A. M., in Archiv für Musikwissenschaft, LX (2003), 3, pp. 171-185; M. Bizzarini, B. Marcello, Palermo 2006, pp. 25-29, 48 s., 56 s., 72 s., 94; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 808 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), coll. 1037 s.