ALESSANDRO II d'Epiro
Nacque da Pirro e da Lanassa, figlia di Agatocle, il tiranno di Siracusa. Quando Pirro nel 278, interrotta la guerra coi Romani, passò in Sicilia e si fece proclamare "re e duce di Sicilia", destinò il figlio Alessandro a suo erede al trono dell'isola, destinazione che gli eventi posteriori impedirono si effettuasse. Successo al padre nel regno di Epiro il 272 a. C., concluse pace con Antigono Gonata, rinunciando alle pretese del padre di farsi re di Macedonia e di affermare la sua egemonia in Grecia, e si rivolse invece contro Mitilo re degl'Illirî. Strinse poscia una lega con gli Etoli, coi quali si divise l'Acarnania. Al tempo della guerra cremonidea (266 a. C.) assalì il regno di Antigono Gonata, ma fu respinto da Demetrio, forse il fratello d'Antigono, che lo cacciò dall'Epiro. Vi tornò con l'aiuto degli Etoli, e fu questo l'ultimo atto della sua vita a noi noto. Si vuole identificare con lui l'Alessandro che avrebbe avuto relazione col re Açoka dell'India, che nomina Alessandro insieme con Tolomeo, Antioco e Antigono. Morì lasciando il trono al figlio Pirro sotto la tutela della madre Olimpia, in un periodo non ben accertato.
Fonti: Plutarco, Pyrrh., 9; Diodoro., XXII, 8, 2; Giustino, XVIII, I, 3, 2, 12; Trogo Pompeo, Prologo, 25; Frontino, Stratag., iII., 4, 5.
Bibl.: Droysen, Geschichte des Hellenismus, Gotha 1877-78; III, i, p. 237; Niebuhr, Kleine historische und philologische Schriften, Bonn 1828-1843, I, p. 228; Niese, Gesch. der griech. u. maked Staaten, II, p. 236 segg. Per l'alleanza di A. con gli Etoli, v. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., IV, i, p. 596 e inoltre il trattato tra gli Acarnani e gli Etoli illustrato da E. Pozzi, in Atti dell'Accademia di Torino, XLVII (1911-12), pp. 226-238. Vedi anche Swoboda, in Klio, X (1910), p. 397, 9; Hermann-Swoboda, Lehrbuch der griechischen Antiquitäten, I, 3, p. 299, n. 2; Beloch, Griechische Geschichte, IV, i, p. 610; essi pongono il trattato intorno al 270, il Pozzi verso il 250. Per la fine del regno di A. cfr. Corradi, Gli ultimi Eacidi, in Atti dell'Acc. di Torino, XLVII (1911-12), p. 192 segg.