LAURINSICH, Alessandro
Nacque a Monfalcone il 29 maggio 1899 da Giuseppe, triestino, e da Leopoldina Worrell, originaria della Moravia.
A Monfalcone, ove il padre, laureato in medicina presso l'Università di Vienna, massone e irredentista, esercitava allora in qualità di medico condotto, nacque anche la sorella Maria. Dopo pochi anni la famiglia fece ritorno a Trieste, dove il padre aveva ottenuto il trasferimento, e nel capoluogo giuliano nacque il fratello Lorenzo, che sarebbe divenuto archeologo.
Dopo aver compiuto gli studi secondari a Trieste, per motivi di salute il L. si trasferì a Napoli ove si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia. In questo ateneo si laureò a pieni voti e con lode il 2 ag. 1922, subito orientandosi verso la specializzazione in pediatria: entrato nello stesso anno come assistente volontario nella clinica pediatrica diretta da R. Jemma, nel 1923 divenne assistente effettivo e nel 1929 aiuto ordinario. Nel 1927, inoltre, conseguì la libera docenza in clinica pediatrica. Nell'Università di Napoli ebbe inizio anche l'attività didattica del L.: dall'anno accademico 1929-30 fu infatti incaricato degli insegnamenti di puericoltura e igiene del bambino, di semeiotica e tecnica diagnostica e di fisiopatologia del lattante nei corsi di perfezionamento per il diploma di specializzazione in pediatria, che svolse fino al 1939-40; dal 1929, inoltre, gli fu affidato il corso complementare per studenti di malattie infettive dell'infanzia e di puericoltura e igiene del bambino, che tenne fino al 1938. Nel 1933 partecipò al concorso per la cattedra di clinica pediatrica dell'Università di Siena, riportando un lusinghiero giudizio.
Nel 1935 il L. conseguì la libera docenza in malattie infettive e, nel 1936, fu preposto alla direzione dei servizi sanitari dell'Opera nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzia (ONPMI). Nello stesso anno si recò in Germania a studiare le forme di assistenza per la maternità e l'infanzia ivi attuate, e vi tornò l'anno successivo per approfondire alcuni aspetti del problema demografico. Dopo aver partecipato nel 1937 al concorso a cattedra di clinica pediatrica per l'Università di Sassari, nel 1938, su proposta unanime della facoltà medica, fu incaricato dell'insegnamento ufficiale delle malattie infettive pediatriche presso l'Università di Napoli, e lasciò quindi la direzione dei servizi sanitari dell'ONPMI. In tutto questo periodo più volte supplì nello svolgimento delle lezioni R. Jemma e L. Auricchio, che nel 1936 gli era succeduto nella direzione della clinica pediatrica di Napoli.
In questo primo periodo della sua attività clinico-scientifica il L. fu autore di studi di patologia e clinica dell'età pediatrica afferenti ai principali settori di ricerca della scuola dello Jemma: la tubercolosi, le malattie infettive, le prime applicazioni in Italia della pneumoencefalografia, i tumori misti maligni del rene, i vari problemi di ordine neurologico, psicologico ed educativo del periodo evolutivo. Tra i numerosi lavori che dette allora alle stampe si possono ricordare: Contributo allo studio delle sindromi epifisarie, in La Pediatria, XXXI (1923), pp. 817-833; Ricerche sull'etiologia delle sindromi dissenteriformi nel lattante, ibid., XXXII (1924), pp. 34-43; L'infezione sperimentale nel morbillo, ibid., pp. 772-780; Metodi dell'indagine psicologica infantile, ibid., XXXIII (1925), pp. 208-215; Ricerche batteriologiche e sierologiche sui pneumococchi nell'infanzia, ibid., pp. 1029-1038; Sulle febbri alimentari, ibid., XXXVI (1928), pp. 257-265; Ricerche sull'agglutinazione di varie specie di Leishmania, ibid., XXXIX (1931), pp. 345-350; Le forme abortive della poliomielite anteriore acuta, ibid., XL (1932), pp. 38-41; Le meningococcie a decorso lento, ibid., pp. 151-156; Il morbo di Pott sifilitico, ibid., pp. 253-257; Contributo allo studio della bacillemia tubercolare nell'infanzia, ibid., XLI (1933), pp. 1225-1242; L'ipoglicemia da iperinsulinismo, ibid., XLIII (1935), pp. 218-222; Coltivabilità del parassita di Leishman nel latte di capra, ibid., XLV (1937), pp. 857-866. Particolare menzione meritano due contributi recati dal L. alla clinica della tubercolosi infantile: la segnalazione dell'esistenza di forme aperte caratterizzate da modesta sintomatologia, quadro radiografico aspecifico, decorso benigno e tendenza alla guarigione spontanea (Su alcuni casi insolitamente lievi di tubercolosi aperta nell'infanzia, ibid., XL [1932], pp. 282-287); e la conferma della relazione, già messa in evidenza da A.J. Wallgren, intercorrente tra malattia tubercolare ed eritema nodoso, manifestazione cutanea oggi interpretata come espressione di uno stato di sensibilizzazione immuno-allergica nei confronti dei costituenti del bacillo di Koch (Eritema nodoso e tubercolosi, ibid., pp. 1309-1316; v. G.R. Burgio - G. Perinotto - A.G. Ugazio, Pediatria essenziale, Torino 1997, p. 544). Da ricordare ancora l'interesse del L. per temi inerenti all'edilizia sanitaria, affrontati in coincidenza con l'edificazione, negli anni Venti, del nuovo istituto di clinica pediatrica dell'Università di Napoli (La nuova clinica pediatrica di Napoli, in La Pediatria, XXXVII [1929], pp. 67-86).
Chiamato nel 1940 a dirigere la cattedra di clinica pediatrica dell'Università di Siena come professore incaricato, due anni dopo, superato il relativo concorso, ne divenne ordinario. Il periodo senese dell'attività del L. fu pesantemente condizionato dagli eventi bellici: dopo aver trascorso un breve tempo su una nave ospedale della Marina militare come ufficiale medico richiamato in servizio, infatti, dovette dedicarsi soprattutto all'opera di prevenzione e di risoluzione dei vari disagi sociosanitari indotti dalla guerra. Fu quello, quindi, il periodo di "emergenza" dell'attività del L., che, tralasciata temporaneamente la ricerca clinico-scientifica, si dedicò soprattutto a opere assistenziali: organizzò ambulatori per la lotta contro il rachitismo e la tubercolosi, potenziò il preventorio antitubercolare, istituì un centro per la raccolta del latte materno e per la preparazione di latti medicati, fondò un centro di medicina scolastica con acclusi ambulatori specialistici ove poter visitare e schedare tutti gli alunni delle scuole di Siena, realizzò un asilo nido, mise in atto l'assistenza ai bambini sfollati e agli illegittimi. Tra i pochi lavori che pubblicò in questo periodo si ricordano: Sul potere virulicida del colostro e del latte per le colture di virus vaccino in membrana corion-allantoidea di pollo. Contributo allo studio dell'immunità trofogena, ibid., XLIX (1941), pp. 421-434; Sull'emiplegia mitralica, ibid., LII-LIII (1944-45), pp. 359-371.
Chiamato a dirigere la cattedra di clinica pediatrica dell'Università di Parma nell'anno accademico 1945-46, il L. ne divenne ordinario nel 1946; in questo ateneo, rinunciando alla possibilità di assumere la direzione della clinica pediatrica dell'Università di Milano lasciata libera da I. Nasso, avrebbe poi concluso la sua carriera didattica, clinica e scientifica. A Parma nel 1965-66 fu anche incaricato, in seguito a decreto rettorale, dell'insegnamento di neuropsichiatria infantile e dal 1965 al 1968 preside della facoltà medico-chirurgica.
Nel periodo trascorso a Parma il L. svolse una intensa attività organizzativa, volta soprattutto alla soluzione di pressanti problemi di ordine assistenziale, preventivo e sociale, in collaborazione anche con le istituzioni ospedaliere: come presidente del Comitato provinciale di Parma della Croce rossa italiana (CRI), carica che ricoprì dal 1947 al 1961, realizzò la scuola-convitto per infermiere professionali, che la CRI gestì autonomamente per 20 anni; in qualità di presidente dell'Associazione volontari italiani del sangue (AVIS) fondò il centro trasfusionale ospedaliero, cogestito dagli Ospedali riuniti di Parma, dalla CRI e dall'AVIS, caratterizzato da un piano organizzativo e uno statuto che ricevettero il riconoscimento dall'allora alto commissario per l'Igiene e la Sanità; creò i centri medico-psico-pedagogico nel 1947 e di elettroencefalografia infantile nel 1951, servizi destinati a essere tra loro integrati per affrontare sul piano diagnostico, clinico-assistenziale e sociale il problema delle turbe neurologiche pediatriche, in particolare dell'epilessia. Inoltre fondò nel 1949 il centro di cardio-reumatologia e nel 1955 quello di medicina nucleare, mirato quest'ultimo soprattutto alla drastica riduzione degli effetti lesivi delle radiazioni ionizzanti. Nella seconda metà degli anni Cinquanta avviò l'ampliamento della clinica pediatrica con l'intento di realizzare una grande ala destinata a ospitare un centro nazionale per la riabilitazione dei bambini poliomielitici: scomparsa la malattia in seguito all'introduzione della vaccinazione, ne operò la trasformazione in un centro per il recupero dei disturbi della motricità articolato in strutture di degenza e, vera novità per il tempo, in ambienti riservati a foresteria per le madri. In collaborazione con il Comune di Parma dette vita alla colonia per bambini cardioreumatici a Marina di Massa e nel 1948 creò la colonia di Misurina, nelle Dolomiti, per "bambini gracili", fornita anche di una scuola interna. Chiamato nel 1948 alla direzione della clinica termale per l'infanzia delle terme di Salsomaggiore, ne privilegiò l'attività sociale fondando la casa termale del bambino, la prima in Italia, dotata di 150 posti letto e riservata a bambini delle varie regioni italiane affetti da patologie respiratorie ricorrenti. Organizzò i "Convegni pediatrici di Salsomaggiore", che si svolgevano con cadenza biennale su un unico tema originale e di interesse sociale, con la partecipazione di pediatri provenienti da ogni parte d'Italia, tra i quali si ricordano quelli su "La regressione precoce del latte materno" (1952), su "Le tonsillopatie focali dell'infanzia" (1956), su "Profilassi cardioreumatica e importanza dei centri" (1960), su "Il problema sociale della paralisi cerebrale infantile" (1962), su "L'influenza sul bambino della carenza di cure materne" (1964), su "La fatica mentale dello scolaro" (1967). Favorì, inoltre, lo sviluppo e l'attività degli Ospedali riuniti di Parma, mettendo anche in evidenza i rapporti tra strutture universitarie e nosocomiali (Taluni aspetti dei rapporti tra università ed ospedali, in Minerva medica, XLVII [1956], pp. 1512-1514; Nuovi problemi per gli ospedali infantili, ibid., pp. 1514-1516).
Il L. pubblicò ancora interessanti lavori clinico-scientifici, in particolare nel campo delle malattie infettive (La terapia dei disturbi circolatori nelle infezioni con particolare riguardo alla difterite, in Atti della Acc. dei Fisiocritici in Siena, sez. medico-fisica e studi della facoltà medica senese, XIII [1946], pp. 234-252; Vaccinazione antipoliomielitica, in Rass. clinico-scientifica, XXXVI [1960], pp. 1-12; Infezioni da adenovirus, in Boll. della Società medico chirurgica di Cremona, XV [1961], pp. 9-22; Gli adenovirus nella patologia infantile, in Arch. di medicina interna, XIII [1961], pp. 1-28; Le virosi prenatali e perinatali, in Clinica pediatrica, XLVI [1963], pp. 533-549; Le epatiti virali nell'infanzia, in Epatologia, XII [1966], pp. 382-392, in collab. con A. Battistini - F. Casa), della medicina nucleare (Danni pre- e post-natali da energia ionizzante, in Minerva nipiologica, VIII [1958], pp. 100-110; Gli isotopi al servizio della medicina, in Rass. clinico-scientifica, XXXIV [1958], pp. 274-279; Correnti applicazioni della radiocardiografia in clinica pediatrica, in Minerva nucleare, V [1961], pp. 111-120, in collab. con C. Imperato et al.), di alcuni particolari quadri clinici (Sindrome e malattia di adattamento del neonato, in Lattante, XXII [1951], pp. 43-47; Ipertiroidismo attenuato nell'infanzia, in Rass. clinico-scientifica, XXXIX [1963], pp. 129-140; Sindromi addominali dolorose nel bambino, in Lattante, XXXV [1964], pp. 441-457). Nel 1954 a Bologna, presso il XXIII Congresso nazionale della Società italiana di pediatria, svolse la relazione, in collab. con I. Gatto - U. Gueli - C. Imperato, Le disproteinemie nell'infanzia (poi in Atti…, Fidenza 1954, pp. 159-556). Per la "Collana di studi pediatrici" pubblicata dalle Edizioni scientifiche italiane di Napoli, di cui fu direttore, dette alle stampe le monografie Recenti progressi in pediatria, Napoli 1955, in collab. con M. Amato et al., e Le malattie da difetto di fibrinogeno nel bambino, ibid. 1960, in collab. con C. Imperato et al.; nel 1963 pubblicò poi a Parma, sempre in collab. con C. Imperato et al., Gli ipertiroidismi nell'infanzia. Curò la 4a edizione italiana, tradotta dalla 17a tedesca, del Manuale di pediatria di E. Feer, edita a Milano nel 1957, alla quale apportò "aggiunte originali" che firmò con la sigla Lau. Dal 1952 fu condirettore, insieme con M. Bergamini, del Lattante, rivista fondata da O. Cozzolino e legata alla clinica pediatrica dell'Università di Parma.
Il L. morì a Parma il 2 febbr. 1969.
Membro dal 1948 del Consiglio sanitario provinciale di Parma, il L. fu a Pisa tra i soci fondatori della Società italiana di biologia e medicina nucleare (30 sett. 1956) e, dal 1959 al 1968, fece parte dei comitati di consulenza di biologia e medicina del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Fu insignito della medaglia d'oro per i cittadini benemeriti dal Comune di Trieste per i meriti acquisiti prima della liberazione della città e fu decorato con la croce per meriti di guerra dal comandante del XIV corpo di armata. Gli furono conferite le medaglie d'oro dalla CRI e quella per i benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Sposato con Pia Via e in seconde nozze con la bolognese Fernanda Galli, non ebbe figli.
Fonti e Bibl.: Notizie fornite dai familiari. Necrologi: in Lattante, XXX (1969), pp. 97-100; Clinica pediatrica, LI (1969), p. 175; Gazzetta di Parma, 3 febbr. 1969. Esposizione della attività scientifica e didattica del dott. A. L., Napoli 1940; M.R. Bacchini, La letteratura pediatrica a Napoli: "La Pediatria", in Pediatria oggi, medica e chirurgica, XVI (1969), p. 257; M. Moretti, Parma, in Riv. italiana di pediatria, XVII (1991), suppl. 3, pp. 12 s.; F. Panizon, Trieste, ibid., XIX (1993), suppl. 1, p. 22; G. Giovannelli et al., Un secolo di pediatria a Parma, in Acta bio-medica de "L'Ateneo parmense", LXXI (2000), pp. 15-24; I. Farnetani - F. Farnetani, A. L.: università e territorio, in Quaderni di pediatria, II (2003), pp. 215 s.