MACHIAVELLI, Alessandro
Nacque a Firenze il 14 genn. 1412 da Filippo di Lorenzo e da Gismonda (o Bonda) di Giuliano di Bartolo Gini.
Da questo matrimonio, contratto nel 1399, nacquero, oltre al M., anche Lorenzo, Antonio, Nanna, Francesco, Gino e Giuliano. Il padre del M. partecipò alla vita politica ed ebbe cariche diplomatiche: fu, per esempio, ambasciatore a Orvieto nel 1392. Esercitò pure il commercio della lana, alla cui arte si immatricolò nel 1403.
Il M. sposò nel 1441 Elisabetta di Bernardo di Uguccione Lippi, dalla quale ebbe numerosi figli: Lisabetta, moglie di Piero di Mariotto Segni dal 1460; Marietta, che sposò Simone Bonciani; Fioretta; Niccolò, che sposò nel 1469 Antonia di Francesco Dini, fu priore nel 1480 e nel 1493 e dei Dieci di balia nel 1509; Bartolomeo, morto prematuramente; Bonda, che sposò Antonio Giugni; Vaggia, che sposò Marco Niccolini; Lucrezia, che nel 1480 divenne badessa nel monastero di S. Felicita; Nanna; Piera, che contrasse matrimonio con Simone Quaratesi e, infine, Filippo, nato il 13 maggio 1461. Il Litta aggiunge altri quattro figli: Agnolo, Giovanni, Lorenzo e Paolo.
Nelle dichiarazioni catastali del 1427, 1430 e 1433, presentate insieme con i fratelli Lorenzo e Gino, quest'ultimo fisicamente e mentalmente infermo, risulta che il M. abitava con la madre in una casa posta nel "popolo" di S. Felicita, confinante con le abitazioni di Gherardo, Niccolò e Giovanni Machiavelli; condivideva, inoltre, la proprietà di vari appezzamenti di terra situati nel popolo di Sant'Andrea in Percussina, nel contado di San Miniato al Tedesco, nel comune di Coiano, e aveva diritti sul castello e su alcuni terreni a Montespertoli.
Il M. ebbe un ruolo pubblico di un certo rilievo nell'ambito del regime instaurato nel 1434 a Firenze da Cosimo de' Medici, alla cui casata lo legò un rapporto non solo di adesione politica, ma anche di riconoscenza e devozione, come testimoniano due lettere, scritte in tempi e circostanze diversi: nella prima, indirizzata a Piero di Cosimo, da Barberino Val d'Elsa, il 26 maggio 1459, il M. avvertiva che non sarebbe potuto tornare a Firenze e gli raccomandava Francesco Machiavelli per la carica di priore (Arch. di Stato di Firenze, Mediceo avanti il principato, XVII, 240); nell'altra missiva, inviata a Giovanni di Cosimo, da Pisa il 9 luglio 1463, manifestava, in base a quanto riferitogli da Bonaccorso Pitti, la sua gratitudine per essere stato annoverato tra i suoi amici, sperando di poter ricambiare i suoi favori (ibid., X, 522).
Il M. fece il suo ingresso nella vita politica nello scrutinio del 1434, indetto nell'ottobre, dopo la vittoria della fazione medicea sul partito albizzesco, conseguendo l'abilitazione ai tre maggiori uffici; tuttavia non poté ricoprire incarichi essendo in minore età. L'11 ott. 1438 la badessa del monastero di S. Felicita, Margherita di Schiatta Macci, donò al M. e ai suoi discendenti il patronato della cappella di S. Gregorio situata nella chiesa annessa allo stesso monastero, dove il M. effettuò diversi lavori di ristrutturazione e di abbellimento, facendo anche apporre nel 1462, ai piedi dell'altare della stessa cappella, un'iscrizione (non più presente) che ricordava il luogo del sepolcro del padre Filippo.
Il M. si qualificò anche nella tornata elettorale del 1439. Nel 1440 si immatricolò nell'arte della lana. Nel 1442 presentò autonomamente la portata al Catasto, dove risulta che aveva venduto alcuni dei beni dichiarati nelle precedenti certificazioni, fra cui il podere sito nel contado di San Miniato al Tedesco e altri terreni, vigne, boschi e una casa a Coiano. Del nucleo familiare faceva parte anche la moglie Elisabetta, allora diciottenne; il M. si trovava senza lavoro da diversi mesi, essendo stata sciolta la compagnia commerciale di Luca da Panzano, in cui era stato impiegato. Nel 1444, in occasione dell'estrazione alla carica di ufficiale dei Pupilli il 3 gennaio, la sua polizza fu rimborsata, avendo raggiunto l'età richiesta per accedere agli uffici. Vinse ancora le elezioni nel giugno 1444 e nel bimestre settembre-ottobre ottenne per la prima volta il priorato; nel 1443 aveva acquisito la qualifica per ricoprire gli uffici intrinseci principali, tra i quali vi erano quelli di ufficiale del Monte, cassiere di Camera, conservatore di Legge, e dei Regolatori e Camarlingati. Nel gennaio 1445 si qualificò per le cariche di capitano e podestà di Pisa, per le quali non aveva ottenuto il partito nei precedenti scrutini del 1439 e 1443, e per gli Otto, Undici e Quattordici uffici, per i quali aveva avuto invece l'approvazione anche nel 1443. Nel settembre-ottobre del 1445 fu eletto priore e dal 15 sett. 1446 fece parte dei Dodici buonuomini. Il 27 febbr. 1447 presentò la dichiarazione catastale, dove è registrata la presenza delle prime due figlie, Lisabetta di due anni e mezzo, alla quale erano stati assegnati 600 fiorini di dote, e Marietta di cinque mesi. Il M. era allora impiegato in una bottega anche se stentava a mantenere la famiglia.
Dal 1( ott. 1447 fu camerario della Camera del Comune per due mesi e dal 1( marzo 1448 Operaio di S. Maria del Fiore; dal 15 genn. 1449 prese ancora parte al Collegio dei Dodici buonuomini. Nel maggio 1449 vinse lo scrutinio per i tre maggiori uffici e dal 2 ottobre fu podestà di Montevarchi. Dall'11 sett. 1451 entrò a far parte del magistrato dei Cinque del contado; dalla portata al Catasto presentata in questo stesso anno si sa che lavorava nella compagnia dell'arte della seta di Scolaio di Tommaso Ciachi. Dal 4 luglio 1453 ebbe l'ufficio di conservatore di Legge e nel 27 sett. 1453 divenne vicario di Vicopisano. Dal 21 maggio 1454 fu degli Otto di custodia per due mesi e nel bimestre settembre-ottobre per la prima volta gonfaloniere di Giustizia, carica che gli consentì di essere imborsato per il Consiglio dei duecento; il 29 novembre andò come podestà a Pistoia. Il 1( ott. 1456 divenne vicario del Valdarno inferiore, conservatore di Legge dal 25 sett. 1457, dei Sei di Arezzo dal 1( ag. 1458; in questo stesso anno prese parte allo squittinio generale qualificandosi per le cariche maggiori e amministrative, fra le quali vi erano i sei uffici intrinseci, quelli di governatore delle Gabelle interne ed esterne e degli Otto di custodia; il 30 agosto fu annesso tra i vincitori per istituire i Dieci conservatori di legge per un anno e ancora fu imborsato per i Consigli del Popolo e del Comune in quanto appartenente ai "veduti" ai tre maggiori uffici dal 1434.
Sempre nel 1458 il M. effettuò la sua ultima dichiarazione al Catasto, dalla quale risulta che era senza lavoro e in gravi difficoltà da circa tre anni, in quanto la compagnia di cui era divenuto socio si era sciolta nel dicembre 1457 e l'esercizio commerciale della seta era stato liquidato; molti beni erano stati venduti a causa della crisi economica e sociale dovuta anche all'epidemia di peste. Dal 15 ott. 1458 il M. fu per sei mesi ufficiale per l'imposizione del Catasto nel contado: l'elezione era avvenuta il 13 settembre precedente in quanto si era reso necessario sostituire nell'ufficio Iacopo di Pagnozzo Ridolfi, che non aveva ancora raggiunto l'età richiesta di quarant'anni; tale carica gli venne rinnovata per lo stesso periodo anche dal 15 luglio 1459 e per tre mesi dal 15 genn. 1460. Fu degli Otto di custodia dal 1( genn. 1461 e dal 1( ottobre conseguì ancora il gonfalonierato di Giustizia; fu dei Sei della mercanzia dal 1( apr. 1462, capitano di Orsanmichele dal 14 agosto; dal 1( dicembre dello stesso anno divenne console del Mare di Pisa, dal 22 ag. 1464 Operaio di S. Maria del Fiore, podestà di Pisa dal 18 luglio 1465. Fu per la prima volta gonfaloniere di Compagnia dal 1( sett. 1466. Nel 1466 il M. venne inserito nella lista dei "veduti" gonfalonieri di Giustizia: in virtù di questo beneficio partecipò alla Balia indetta il 2 settembre di quell'anno tra gli arroti (aggiunti) del quartiere S. Spirito. L'ultima carica ricoperta dal M. fu quella di vicario di Lari dal 28 dic. 1468.
Il M. fece testamento il 9 giugno 1469 per rogito di ser Iacopo di ser Piero da Bucine. Morì a Firenze il 23 giugno e venne sepolto nella chiesa di S. Felicita.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 79, c. 2r; 80, cc. 18r, 38v; 172, cc. 1v, 2r, 3r, 4r, 5v, 6r; 173, cc. 2r, 3, 4v, 5, 6r, 7; 174, c. 2r; 371, c. 5r; 375, cc. 295v, 321v; 376, cc. 3r, 6v, 10r, 16r; 380, c. 3v; 392, c. 4v; 393, cc. 3v, 11v, 24r; 394, c. 2r; 399, c. 1r; 603, cc. 9v, 29v, 50r; 604, cc. 7v, 144r; 605, c. 39v; 781, c. 165r; 782, c. 18r; 915, c. 87v; Catasto, 65, cc. 195r-197r; 394, cc. 104-106: 1430; 488, cc. 28v-29v: 1433; 603, c. 96r; 609, cc. 54r-55r; 648, c. 171; 688, cc. 122r-123r; 788, cc. 628-632; 906, c. 563r; Ufficiali della Grascia, 190, c. 90v; 191, c. 173v; Mediceo avanti il principato, X, 522; XVII, 204; Balie, 30, c. 8r; Manoscritti, 360, cc. 393r, 394r, 396r; Firenze, Biblioteca nazionale, Passerini, 171.1; Poligrafo Gargani, 1167-1168; Sozomenus Pistoriensis, Cronicon universale (aa. 1411-1455), a cura di G. Zaccagnini, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XVI, 1, p. 53; Archivio mediceo avanti il principato. Inventario, a cura di F. Morandini, I, Roma 1966, pp. 191, 296; N. Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, p. 351; R. Black, Benedetto Accolti and the Florentine Renaissance, Cambridge 1985, pp. 173, 339; F. Fiorelli Malesci, La chiesa di S. Felicita a Firenze, Firenze 1986, pp. 58, 233; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Macchiavelli di Firenze, tav. I.