MAUROCORDATO (Μαυροκορδᾶτος), Alessandro
Politico e diplomatico greco, nato a Costantinopoli l'11 febbraio 1791, morto a Egina il 18 agosto 1865. Di antica e influente famiglia fanariota, da giovane (1812) fu segretario di suo zio Giovanni Karatza hospodar della Valacchia. Nel 1820 trattando, in un opuscolo, della spartizione della Turchia vi sosteneva già doversi attribuire i principati danubiani all'Austria, le coste del Mar Nero alla Russia, Cipro e Creta all'Inghilterra e tutto il resto alla Grecia, restituita alla sua indipendenza. Quando nel 1821 scoppiò la rivolta nel Peloponneso, M. capeggiò la sollevazione nella Grecia occidentale (Etolia e Acarnania) e riunita a Missolungi un'assemblea (16 novembre) abbozzò una costituzione. Approvata dall'assemblea nazionale, riunitasi a Epidauro il 13 gennaio (1° vecchio stile) 1822, la costituzione provvisoria, egli veniva eletto presidente del governo provvisorio. Tra le due influenze politiche che allora dominavano sulla Grecia, quella inglese, alimentata da interessi commerciali e abilmente favorita dal primo ministro Canning, e quella russa idealmente tenuta viva dal comune cristianesimo ortodosso e dal comune odio contro la Turchia, M. seguì sempre l'inglese, e questo spiega i vivi contrasti e le alterne vicende della sua vita politica. Recatosi subito in Etolia per dirigere la resistenza degl'insorti, fu battuto a Peta (luglio 1822) ma fu vincitore a Missolungi (novembre 1822-gennaio 1823). Cessata in quest'anno la pressione turca di Maḥmūd pascià, detto Dramali, fu rieletto presidente, ma ben presto per divergenza con i russofili Colocotronis e D. Ipsilanti dovette dimettersi. Nel 1824 ebbe il governo della Grecia occidentale; ma quando si sferrò l'offensiva di Ibrāhīm pascià, figlio del viceré d'Egitto alleato del sultano, non riuscì a impedire la caduta eroica di Missolungi (23 aprile 1826). Dopo l'uccisione del dittatore G. Capodistria (9 ottobre 1831) il re Ottone di Baviera lo chiamò al governo come segretario alle Finanze (1832). Fu poi ambasciatore a Monaco, Berlino, Londra e infine, dopo avere presieduto un ministero di corta durata (1841), a Costantinopoli. Dopo la rivoluzione del settembre 1843 fu ministro senza portafoglio nel gabinetto Metaxãs e poi di nuovo presidente del consiglio dal marzo all'agosto 1844, avendo dovuto dimettersi per l'opposizione francofila di Kōléttēs che gli successe. Nel 1850 andò ambasciatore a Parigi, donde fu richiamato tre anni dopo per risalire al potere. Durante la guerra di Crimea (1855) mantenne abilmente la neutralità tra l'Inghilterra, cui era legato e la Russia verso cui andavano le simpatie del popolo. Nel 1856 si ritirò definitivamente dalla politica.
Bibl.: É. Legrand, Généalogie des M., Parigi 1896; É. Driault e M. Lhéritier, Hist. diplomatique de la Grèce (1821-1878), voll. 3, Parigi 1925.