MERLO, Alessandro
MERLO (Merli, de Merlis), Alessandro (erroneamente identificato con Alessandro Romano, detto anche Alessandro della Viola). – Nacque a Roma nel 1543 circa; non si conosce il nome del padre, mentre della madre, Angelica, si ignora il cognome.
Il fratello maggiore, Giovanni Antonio (Roma, circa 1535 - Felonica, Mantova, 1590) fu fanciullo soprano della Cappella Giulia in S. Pietro dal 1546 al 1551, anno in cui fu ammesso come cantore nella Cappella pontificia. Fu abate di questa istituzione negli anni 1566, 1567 e 1568 e maestro di cappella nel 1586 e nel 1590. Giovanni Antonio fu anche autore di un diario edito nel 1985 da R. Sherr.
Celani ha identificato il M. con il compositore Alessandro Romano, detto pure Alessandro della Viola, che Andrea Adami aveva erroneamente inserito nel «catalogo» dei cantori pontifici, pur distinguendolo dal Merlo. Tale congettura, circolata senza alcun riscontro in diversi dizionari e repertori musicali, è da ritenere infondata. Alessandro Romano, autore di composizioni sacre e profane date alle stampe nella seconda metà del XVI secolo, fu infatti maestro di musica dell’Accademia filarmonica di Verona dal 13 ott. 1552 al 13 genn. 1553, quando il M. era ancora fanciullo e viveva a Roma, e di nuovo dal 1° marzo 1566 al 30 apr. 1567. Inoltre, già nel 1554 aveva pubblicato la raccolta di madrigali a quattro voci Le vergini (Venezia, G. Scotto). Sappiamo poi che la sua formazione ebbe luogo in ambienti veneziani, dal momento che nella dedicatoria della sua raccolta di madrigali Le sirene… secondo libro de suoi madrigali a cinque voci (ibid., erede di G. Scotto, 1577) egli si dichiara «indegno discepolo» di A. Willaert e C. de Rore, entrambi maestri di cappella in S. Marco. Pubblicò inoltre Il primo libro di madrigali a cinque voci, con doi dialoghi a sette (ibid., A. Gardane, 1565); Il primo libro delle canzoni alla napolitana, a cinque voci (ibid., G. Scotto, 1572); Il secondo libro delle napolitane a cinque voci (ibid., erede di G. Scotto, 1575); Il primo libro delle villanelle & secondo suo a quattro voci (ibid., 1579); Lamentazioni a cinque voci pari, libro primo (ibid., 1582). Secondo A. Banchieri (Direttorio monastico di canto fermo per uso particolare della Congregazione olivetana, Bologna 1615, p. 283; cfr. Mischiati), Alessandro Romano sarebbe entrato nell’Ordine benedettino olivetano assumendo il nome di Giulio Cesare e pubblicò sotto tale nome la raccolta Mottecta cum 4, 5 et 6 vocibus (Roma, eredi di A. Blado, 1580); c’è da notare, tuttavia, che la raccolta di Lamentazioni pubblicata nel 1582 apparve ancora sotto il nome di Alessandro Romano.
Dal 1° febbr. 1551 al 1° genn. 1555 il M. fu fanciullo cantore con il salario di 2 scudi mensili nella Cappella Giulia in S. Pietro, alla cui direzione si succedettero in quegli anni Rubino Mallapert, Giovanni Pierluigi da Palestrina e Giovanni Animuccia; questi maestri di cappella furono probabilmente responsabili della formazione musicale del M., dal momento che a essi era di norma affidato anche l’incarico di magister puerorum (Rostirolla, p. 116). È probabile che il M. abbia lavorato nella Cappella Giulia anche successivamente, ma la documentazione è lacunosa e resta traccia di un solo pagamento a suo favore in data 31 dic. 1557.
Il 1° sett. 1560 «entrò per familiare del reverendissimo cardinale [Nicolò Caetani di] Sermoneta», come attesta nel diario il fratello Giovanni Antonio, che nel febbraio dello stesso anno era già entrato al servizio di questo porporato (Sherr, 1985, p. 81).
Il M. ritornò a prestare servizio come tenore nella Cappella Giulia dal 28 ott. 1560 al 31 maggio 1561. Il 12 dic. 1561, superato con ampio numero di voti il concorso di ammissione, entrò nella Cappella pontificia come tenore. Vincenzo Giustiniani afferma che il M., accanto a Giovanni Andrea Napolitano e Giulio Cesare Brancaccio, intorno al 1575 era reputato fra i bassi più rinomati del suo tempo, possedendo un’eccezionale estensione di circa tre ottave («22 voci»), e lo annovera fra i primi virtuosi capaci di cantare nel registro basso-baritonale «con varietà di passaggi nuovi e grati all’orecchie di tutti»; ciò può spiegare l’apparente contraddizione fra il ruolo di tenore ricoperto dal M. nella Cappella pontificia e la sua fama di basso.
Il 1° dic. 1569 il M. e il fratello Giovanni Antonio furono «ricevuti al servitio dell’illustrissimo cardinale [Alessandro] Farnese» (Sherr, 1985, p. 90).
Insieme con i colleghi Alessandro Martini, Giovan Battista Jacobelli e Giovanni Luca Conforti il 31 ott. 1585 il M. fu licenziato dalla Cappella pontifica per ordine di papa Sisto V, forse per aver tramato allo scopo di far nominare G. Pierluigi da Palestrina maestro della cappella (Sherr, Capsule). Dopo un paio di settimane il M. e gli altri cantori furono però reintegrati.
Nel 1599, ormai anziano, il M. prese in affitto dalla Congregazione dell’Oratorio una stanza attigua alla «aromataria officina» nei pressi di S. Maria in Vallicella; i padri oratoriani gli concessero l’uso di una «porta ch’entra in casa, acciò possa venire a recreatione con noi» (Morelli, p. 114).
Il M. morì a Roma il 22 apr. 1601 e fu sepolto in S. Maria in Vallicella, dove il 30 aprile furono celebrate le sue esequie dai cantori pontifici.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Stato civile, Appendice, b. 2, vol. 3 (registro dei morti di S. Maria in Vallicella), cc. 60v-61; A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro dei cantori della Cappella pontificia, Roma 1711, pp. 174 s.; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Roma 1828, I, p. 21; V. Giustiniani, Discorso sopra la musica, in A. Solerti, Le origini del melodramma, Torino 1903, p. 107; E. Celani, I cantori della Cappella pontificia nei secoli XVI-XVIII, in Rivista musicale italiana, XIV (1907), p. 754; G. Rostirolla, La Cappella Giulia in S. Pietro negli anni del magistero di Giovanni Pierluigi da Palestrina, in Atti del Convegno di studi palestriniani, a cura di F. Luisi, Palestrina 1977, pp. 154 s.; R. Sherr, From the diary of a 16th-century papal singer, in Current Musicology, XXV (1978), pp. 83-98; A. Newcomb, The madrigal at Ferrara 1579-1597, Princeton 1980, I, p. 48; O. Mischiati, Bibliografia e musicologia, in Note d’archivio per la storia musicale, n.s., III (1985), pp. 181 s.; R. Sherr, The diary of the papal singer Giovanni Antonio Merlo, in Studien zur italienischen Musikgeschichte, XIV, a cura di F. Lippmann, Laaber 1985, pp. 75-128; A. Morelli, Il tempio armonico. Musica nell’oratorio dei filippini in Roma (1575-1705), Laaber 1991, pp. 12, 114; R. Sherr, Capsule biographies of papal singers, http://sophia.smith.edu/~rsherr/frmst1.htm, s.v.; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, pp. 463 s.; per Alessandro Romano, ibid., I, p. 355.
A. Morelli