ROSSI, Alessandro
Industriale e uomo politico, nato a Schio il 21 novembre 1819, morto il 28 febbraio 1898 a S. Orso presso Schio. Figlio di Francesco (1783-1845), oriundo di S. Caterina di Lusiana, il quale nel 1817 aveva installato a Schio un modesto opificio per la lavorazione della lana, successe nel 1839 al padre nella direzione dell'azienda, che resse per un quarantennio, promovendone lo straordinario sviluppo, tanto che a ragione si può ritenere il pioniere in Italia dell'industria laniera. Nel 1846 introdusse le filatrici Mule-Jenny (v. filatura, XV, p. 276, fig. 52); nel 1849 la prima macchina a vapore e i primi telai meccanici e in seguito sempre nuovi macchinarî aggiunse o sostituì ai vecchi, e fece costruire nuovi edifici industriali promovendo ogni specie di provvidenze a favore delle maestranze. Già nel 1867 le fabbriche occupavano un'area di 30.000 mq. con 9500 fusi, 340 telai e tutto il necessario per lavare, tingere e apparecchiare, con circa 1000 operai distribuiti negli opifici di Schio, Pieve e Torrebelvicino. Nel 1869 il R. faceva sorgere a Rocchette, in Val d'Astico, una filatura a pettine, alla quale aggiunse più tardi una tessitura di 500 telai. Nel 1873 trasformò la complessa azienda in società anonima con capitale di 30 milioni, per quei tempi ingentissimo, chiamando a collaborarvi i figli Giovanni e Gaetano, per i quali istituì poi due separate gerenze.
Spirito ardito, geniale e filantropico, il R. è il creatore della Schio industriale, sorta su un razionale piano regolatore. Fece erigere una chiesa e ampliare il duomo di Schio e l'ospedale; promosse la costruzione della ferrovia Schio-Arsiero, impiantando in quest'ultimo paese una cartiera. Contribuì all'impianto della fabbrica di fiammiferi di Venezia, della scuola di merletti di Burano, dei magazzini generali di Venezia: non vi è stata, si può dire, iniziativa industriale ragguardevole in Italia alla quale egli non abbia partecipato in unione ai maggiori industriali dell'epoca. Convinto che l'agricoltura fosse la base dell'economia nazionale, tentò l'istituzione a S. Orso di una scuola di orticoltura, frutticoltura e pollicoltura con podere modello; si fece iniziatore delle unioni cooperative tra i produttori orticoli e di una colonia agricola in Eritrea. Nel campo operaio promosse e propagandò l'istruzione fra operai e contadini, riunendoli, già prima del 1870, in società di mutuo soccorso. Contribuì alla fondazione delle associazioni serica e laniera e nel 1878 fondò a Vicenza la Scuola industriale A. Rossi, che è ancora tra le più reputate. Il R. considerava primo elemento di potenza e di ricchezza nazionale il capitale uomo, preparato con sentimenti cristiani alla collaborazione fra le classi sociali. Ebbe vivissima la coscienza dei doveri degl'imprenditori verso i dipendenti e considerò l'interesse dei proprietarî non disgiunto da quello degli operai e da quello della nazione. Esaltò il lavoro in tutte le sue manifestazioni e fece erigere in Schio una statua dedicata al tessitore, dello scultore G. Monteverde, con motti affermanti la solidarietà e l'eguaglianza umana davanti al lavoro.
Creato senatore nel 1870, fu attivo e battagliero parlamentare. Schio gli dedicò nel 1902 un monumento, opera di G. Monteverde.
Dei figli, Francesco, nato nel 1848, fu chiamato dal padre a reggere la cartiera di Arsiero; Giovanni (1850-1935), creato barone nel 1900 e senatore nel 1906, resse fino al 1910 la gerenza degli opifici di Schio; Gaetano, nato nel 1855, creato anch'esso barone nel 1900, deputato per le legislazioni XXII, XXIII, XXIV, promotore della ferrovia Thiene-Rocchette-Asiago, che tanti utili servigi rese durante la guerra, e fondatore di un grande cotonificio a Vicenza, lasciò la gerenza degli opifici di Rocchette nel 1912; questi due ultimi ebbero a collaboratori i rispettivi figli, Alessandro, nato nel 1880, e Carlo, nato nel 1883.
Il grande lanificio, creato dal R., ha continuato il suo sviluppo, interrotto solo da una breve parentesi durante la guerra: è ancora oggi tra i maggiori del mondo e occupa circa 10.000 persone, con case operaie, case di maternità, scuole artieri, casse d'assistenza, circoli per impiegati, bagni, lavanderie, colonie alpine e marine, campi sportivi, teatri, ecc.
Bibl.: S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli XVIII e XIX, Venezia 1905-09, II, p. 672; A. Alfani, Battaglie e vittorie, Firenze 1915, p. 70; Annuario scientif. industriale Treves, 1898; G. Lozio, A. R., Brescia 1899; L. Pullè, Discorso pronunciato per l'inaugurazione del monumento a A. R., Milano 1899; A. Rossi, Ricordi, Schio 1899; E. De Angeli, in Nuova Antologia, s. IV, LXXX (1899); F. Lampertico, Rassegna nazionale, C (1898); G. Busnelli, ibid., CVI (1899); A. Martinazzoli, A. R. e la scuola, in Rend. Istituto lombardo, s. II, xxxi (1898); A. Da Schio, A. R., in Atti del R. Istit. veneto, VIII, v (1901-02).