ALESSANDRO SEVERO (M. Aurelĭus Sevērus Alexānder)
Imperatore romano. Figlio di Mammea, nipote di Giulia Domna, salì al trono nel 222, alla morte di Eliogabalo. Morì nel 235 (Lampridius, Al. Sev., 60; Herod., v, 3, 7; Cass. Dio, lxxix, 17 ss., e lxxx).
Le effigi delle numerose e belle serie monetali ci aiutano a distinguere nei ritratti A. S. dagli altri imperatori giovanissimi vissuti in quel torno di tempo. Non sono molti i ritratti che di lui si sono conservati, tanto più che dalle fonti ci risulta come ne esistessero già dall'epoca della sua nomina a Cesare (Lamprid., Heliog., 13, 14). Il gruppo di quelli che possediamo esprime decisamente il punto d'arrivo della corrente artistica tardo-antoniniana, tesa a rendere con forza espressiva, ma con altrettanta accurata levigatezza di superfici, le fisionomie. La purezza formale del volto si accorda con il sobrio chiaroscuro della chioma, in cui già le singole ciocche vanno unendosi in una calotta aderente al capo. Si ottiene così una proporzione volumetrica intensa e coerente per la quale ogni parte è determinante dell'armonia complessiva.
L'iconografia di A. S. viene facilmente confusa con quella di Filippio iunior. Gli esemplari sicuramente identificati e stilisticamente più rappresentativi sono: 1) testa a Parigi (Louvre); 2) busto a Firenze (Uffizî, n. 198); 3) testa a Roma (Vaticano); 4) testa a Roma, Torlonia n. 593; 5) Napoli, statua colossale Museo Nazionale.
Bibl: J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., II, 3, pp. 97-106, tavv. XXIX-XXX; H. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, Oslo 1933, pp. 1-2.