TERRACINI, Alessandro
– Nacque a Torino il 19 ottobre 1889 in un’agiata famiglia ebraica, da Benedetto e da Eugenia Levi.
Frequentò il liceo classico Cavour. Fin dall’adolescenza dimostrò una speciale passione per la matematica risolvendo 92 problemi proposti su Il Pitagora, Mathesis e sul Periodico di matematiche.
Conseguito il diploma di maturità con licenza d’onore, nell’autunno del 1907 si iscrisse al corso di laurea in matematica dell’Università di Torino dove ebbe docenti illustri (tra gli altri, Enrico D’Ovidio, Gino Fano e Giuseppe Peano) e dove incontrò i suoi due veri ‘maestri’: Guido Fubini, che lo avviò alla ricerca in geometria proiettivo-differenziale, e Corrado Segre, del quale seguì tre corsi di geometria superiore e che fu relatore della sua tesi di laurea sulla teoria delle varietà luoghi di spazi.
Addottoratosi con lode il 5 luglio 1911 e conseguito il diploma di magistero, Terracini intraprese la carriera accademica in qualità di assistente di Fano alla cattedra di geometria proiettiva (novembre 1911). Impegnato a sviluppare ricerche sugli spazi tangenti e osculatori a una varietà in relazione con le singolarità che essi possono presentare, in questo periodo strinse rapporti di collaborazione scientifica con Enrico Bompiani. Nell’agosto del 1912 prese parte al congresso internazionale dei matematici di Cambridge e vi conobbe Federigo Enriques, Francesco Severi, Guido Castelnuovo, Gösta Mittag-Leffler ed Edmund Landau.
Nettamente favorevole all’Italia in guerra, Terracini fu chiamato alle armi come soldato semplice presso il battaglione del genio ferrovieri a Roma. Dopo aver frequentato un corso per allievi ufficiali di complemento, fu assegnato alla 22ª compagnia minatori a Gorizia; di qui passò a Gemona e infine a Breganze. La vita militare non interruppe l’attività scientifica di Terracini, che conseguì la libera docenza durante una licenza dal fronte, sviluppò una variante a un periscopio inserito nella linea fortificata intorno a Gorizia e dimostrò una formula legata alla compilazione delle tavole di tiro da montagna (M. Picone, Tavole di tiro da montagna. Bozze in esperimento, f. IB, Teoria e metodi di compilazione, Comando 6ª Armata Artiglieria, s.l. 1918, n. 12, pp. 43 s.).
Terminata la guerra, tornò a Torino dove tenne il corso di integrazione alle lezioni di geometria superiore di Segre. Nell’autunno del 1919 Ermenegildo Daniele gli propose di trasferirsi a Modena, come incaricato di analisi algebrica, un impegno cui Terracini avrebbe accostato quello di geometria descrittiva con disegno dal 1920.
Rientrato a Torino nel 1923, riprese il ruolo di assistente di Fano all’Università e assunse l’incarico di geometria analitica al Politecnico. Il 16 aprile 1924 sposò a Roma Giulia Sacerdote che gli avrebbe dato tre figli: Lore, Cesare e Benedetto.
Nel febbraio del 1925, risultato vincitore di due concorsi a cattedra, uno a Cagliari e l’altro a Catania, scelse quest’ultimo ateneo, che vantava una buona tradizione scientifica e che forniva un ambiente stimolante per la ricerca grazie al Circolo matematico creato nel 1921. Pur restando a Catania solo alcuni mesi, Terracini si fece vivamente apprezzare in questo contesto, tant’è che il Circolo pubblicò la litografia delle sue Lezioni di geometria analitica.
Alla fine del 1925 fu chiamato a Torino sulla cattedra di geometria analitica, che avrebbe tenuto fino all’autunno del 1938. Furono, questi, tredici anni estremamente produttivi per Terracini, che pubblicò una quarantina di importanti lavori, non di rado collegati ai corsi monografici di geometria superiore che teneva per incarico.
Fra questi spiccano il saggio Sul significato geometrico della normale proiettiva (Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, III (1926), pp. 584-591), in cui estese alle rette normali affini e proiettive l’usuale definizione di retta normale metrica su un piano, e l’Appendice III, Alcuni risultati di geometria proiettiva differenziale negli iperspazi, al trattato di Fubini ed Eduard Čech Geometria proiettiva differenziale (Bologna 1927, II, p. 729-769) nella quale, pur avvalendosi di sistemi di equazioni differenziali, accompagnò ogni risultato analitico con una chiara interpretazione geometrica, al fine di dimostrare come i procedimenti analitico e sintetico si possano integrare e illuminare a vicenda suggerendo anche estensioni e generalizzazioni.
Di pari rilievo furono i suoi contributi sulle congruenze W (1927-28) e le memorie riguardanti il concetto di ordine di approssimazione nell’incidenza di due piani o spazi (1936-38). Emblematiche del raffinato talento didattico, infine, le sue Lezioni di geometria analitica e proiettiva (Torino 1929, 1940, 1948, 1957), scritte in collaborazione con Fano.
Dispensato dal servizio a seguito delle leggi razziali, espulso da tutte le accademie e società scientifiche di cui era membro, Terracini trascorse l’inverno del 1939 in una sorta di ‘volontario isolamento’, adoperandosi per la riorganizzazione della scuola ebraica di Torino e pubblicando sotto falso nome, grazie a Francesco Giacomo Tricomi, un volume di Algebra per i licei (Messina 1940).
Incapace di tollerare la perdita dei diritti e l’emarginazione dal mondo accademico, fu fra i primi ad andare alla ricerca di uno spazio di sopravvivenza intellettuale negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in America Latina. Costretto a sfruttare gli spiragli di politiche migratorie sempre più selettive, approdò infine con la famiglia a Tucumán nell’ottobre del 1939. La madre Eugenia, il fratello Benvenuto (v. la voce in questo Dizionario) e la nipote Eva li avrebbero raggiunti nel 1940. Per Alessandro fu l’inizio di una nuova fase di attività scientifica, come organizzatore culturale e ambasciatore delle tradizioni matematiche italiane in Argentina. Oltre a un’intensa attività di ricerca incentrata sulla cosiddetta geometria delle equazioni differenziali (studi sulle linee integrali di equazioni del terz’ordine e loro sistemi, teoria delle equazioni F e G), Terracini tenne corsi di matematiche superiori e di metodologia per il professorato; nel 1940 fondò e diresse con Felix Cernuschi la Revista de matematicas y fisica teorica, che ospitò contributi di Albert Einstein, Paul Erdös e Élie Cartan; coordinò e tenne cicli di conferenze su temi di carattere geometrico ed epistemologico e assunse la presidenza dell’Unión matemática argentina. Il suo magistero trasformò Tucumán in una sorta di Little Italy della matematica italiana in esilio.
Reintegrato nei ruoli, Terracini fece ritorno a Torino nel febbraio del 1948 e riprese il filo interrotto della sua traiettoria scientifica e professionale. Ricoprì la cattedra di geometria I e di geometria superiore fino al collocamento fuori ruolo nel 1963. A partire dal 1952, affiancò alla ricerca geometrica studi di carattere storico-matematico, pubblicando fra l’altro un pregevole saggio sul soggiorno di Augustin-Louis Cauchy a Torino (Rendiconti del seminario matematico - Università e Politecnico di Torino, XVI (1956-1957), pp. 159-203). Dedicò tuttavia la maggior parte del suo impegno a compiti istituzionali, ricoprendo cariche di prestigio a livello nazionale e internazionale. Convinto da Luigi Berzolari ad accettare il reintegro fra i membri dell’Unione matematica italiana, dalla quale era stato espulso nel 1938, ne fu vicepresidente (1952-58) e presidente per i due trienni successivi. Fu inoltre eletto membro del comitato esecutivo del Groupement des mathématiciens d’expression latine (1955), del consiglio direttivo dell’Istituto nazionale di alta matematica (1958), delegato italiano all’International mathematical union e accademico linceo (corrispondente dal 1948, nazionale dal 1960).
Negli anni Sessanta creò i Gruppi di Seminari e Istituti matematici italiani, che costituirono uno dei motori propulsori della ricerca scientifica italiana. In qualità di direttore, contribuì infine alla ricostruzione della Biblioteca speciale di matematica di Torino fortemente colpita dai bombardamenti del 1943-44. A questa avrebbe lasciato in dono la sua ricca miscellanea (oltre 9000 opuscoli ed estratti).
Fu insignito della medaglia d’oro dei Benemeriti della scuola e della cultura e nominato professore emerito nel 1964.
Morì a Torino il 2 aprile 1968.
Pochi giorni prima della sua scomparsa erano stati dati alle stampe la sua autobiografia Ricordi di un matematico e i due volumi di Selecta delle sue 180 pubblicazioni apparse fra il 1909 e il 1968 (editi con il contributo dell’Accademia nazionale dei Lincei).
Fonti e Bibl.: Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Archivio storico, corrispondenza con Tullio Levi-Civita; Roma, Accademia nazionale delle Scienze, Fondo Bompiani, corrispondenza con Enrico Bompiani; Torino, Biblioteca speciale di matematica G. Peano, Fondo Terracini , trenta quaderni di lezioni e appunti (1928-58); Carte Terracini, fondo archivistico privato (1947-53); Roma, Archivio del dipartimento di fisica dell’Università La Sapienza, Fondo Persico, corrispondenza con Enrico Persico; Washington, Library of Congress, O. Veblen papers, Refugees, Terracini, A.; New York, The New York public library, Emergency Committee in aid of displaced foreign scholars records, b. 123, f. 25, Terracini, A.; Oxford, Bodleian Library, Archive of the Society for the protection of science and learning, MS.SPSL 285/5, Terracini, A.; Torino, Archivio privato famiglia Terracini, diplomi, onorificenze, documenti e corrispondenza personale (1889-1968); Gerusalemme, The Hebrew University of Jerusalem, Albert Einstein Archive, corrispondenza con Einstein, 56, 279-281, 503.
D.C. Demaria, Necrologio di A. T., in Annuario dell’Università di Torino, a.a. 1967-68, pp. 43-45; L.A. Santaló, Necrologio di A. T., in Revista de la Unión matemática argentina, XXIII (1968), pp. 149-151; A. Terracini, Ricordi di un matematico. Un sessantennio di vita universitaria, Roma 1968; Id., Selecta, Roma 1968; E. Togliatti, Necrologio di A. T., in Bollettino dell’Unione matematica italiana, IV (1969), 2, pp. 145-152; Id., Necrologio di A. T., in Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, CIII (1969), pp. 397-407; E. Bompiani, A. T.: discorso commemorativo pronunciato dal linceo Enrico Bompiani nella seduta ordinaria del 13 dicembre 1969, Roma 1970; Comunità Ebraica di Torino, A. T. nel centenario della nascita 1889-1989, Torino 1990; L. Rinaldelli, In nome della razza, L’effetto delle leggi del 1938 sull’ambiente matematico torinese, in Quaderni di storia dell’Università di Torino, II-III (1997-1998), pp. 149-208; G. Tanturri, A. T., in La facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali di Torino 1848-1998, a cura di C.S. Roero, II, I docenti, Torino 1999, pp. 579-584; F.E. Herrera, Breve síntesis sobre la personalidad del profesor doctor A. T., in Azzurra. Revista del Istituto italiano de cultura de Cordoba, XIX-XX-XXI (2000), pp. 104-108; E. Luciano, From emancipation to persecution: aspects and moments of the Jewish mathematical milieu in Turin (1848-1938), in Bollettino di storia delle scienze matematiche, XXXVIII (2018), pp. 127-166; L. Giacardi, A. T.(1889-1968). Da Torino a Torino, relazione tenuta al Convegno di studi A. T. a 50 anni dalla morte, Torino... 2018, in corso di stampa.