ZAIMIS, Alessandro ('Αλέξανδρος Ζαΐμης)
Uomo di stato greco, nato ad Atene il 28 ottobre 1855, morto a Vienna il 15 settembre 1936. Entrato nella vita politica, lo Z. si fece notare per il suo equilibrio, la sua moderazione, il suo patriottismo. Fu chiamato la prima volta alla presidenza del consiglio nell'ottobre 1897 per liquidare la sfortunata guerra con la Turchia. Nel settembre 1906 fu nominato alto commissario di Creta. Recatosi nell'isola in subbuglio, egli si adoperò con tatto e successo a ristabilire la calma e l'ordine. Il suo commissariato praticamente finì nell'ottobre 1909, allorché l'Assemblea cretese, nella sua assenza, proclamò l'annessione dell'isola alla Grecia. Durante la guerra mondiale fu a tre riprese presidente del consiglio (ottobre 1915; giugno-settembre 1916; marzo-giu5no 1917). Egli in fondo era per l'intervento della Grecia a fianco dell'Intesa, ma voleva che a questo intervento si giungesse per un accordo dei partiti politici. A questo fine, specialmente nei suoi ultimi due ministeri, si adoperò a comporre il dissidio fra re Costantino e Venizelos e a creare "l'unione sacra" dei partiti. In questo programma fallì. Partito Costantino, Z., rimasto al governo, tentò di accordarsi con Venizelos per impedire l'urto fra neutralisti e interventisti. Non essendoci riuscito, diede le dimissioni. Fu tra i delegati della Grecia nei negoziati di pace di Versailles e poi governatore della Banca nazionale. Alla presidenza del consiglio tornò, nel periodo più caotico seguito alla proclamazione della repubblica, il 4 dicembre 1926, formando un governo di unione nazionale che si mantenne fino al giugno 1928, quando Venizelos riprese il potere. Il 14 dicembre 1929 fu eletto presidente della repubblica, carica nella quale fu riconfermato il 26 ottobre 1934. Nessun ostacolo durante la sua presidenza egli frappose al movimento di restaurazione monarchica. Si dimise dall'alta carica all'indomani della deliberazione presa dal gabinetto Condylis e ratificata dall'Assemblea nazionale di restaurare la monarchia (11 ottobre 1935) senza aspettare il voto del plebiscito indetto per il 3 del mese successivo.