ALBIZZI, Alessio
Figlio di lacopo di Antonio e di Ginevra di Alessio Rinucci, fu bandito dalla patria nel 1372, insieme con il fratello Tedice, per la rivalità della sua casa coi Ricci; nel 1376 fu creato conte palatino da Carlo IV; due anni dopo, coinvolto nella ostilità dei Ciompi contro gli Albizzi, fu confinato e quindi condannato a morte (sarà riabilitato nel 1381). Durante l'esilio, .visse a Napoli, ove fu reputato il favorito della regina Margherita; le sue buone relazioni con la corte napoletana gli fecero poi conferire dal Comune incarichi diplomatici nel Regno, per condolersi dell'assassinio di Carlo di Ungheria, nel 1386, e per chiedere al principe di Taranto una più stretta alleanza contro Gian Galeazzo Visconti. Fu largamente adoperato dal Comune nella preparazione politica e nella direzione militare delle ostilità contro Milano: fu inviato a Lucca (1396), presso il duca d'Austria (1398) e a Perugia (1398) per concludere leghe antiviscontee, e gli fu affidato l'incarico di consigliere al campo (1397). In questo stesso anno fu nominato vicario del contado fiorentino di Oltrarno, da dove eliminò il banditismo con azione rapida e severa. Non si conosce la data della sua morte, ma nel 1411 si ricorda di lui la legittimazione dei figli sputi di Lippaccio Rimbertini, fatta in qualità di conte palatino. Per concessione degli Angiò ne aggiunse allo stemma avito il limbello rosso e i fiordalisi. Se ne conoscono i figli Niccolò, lacopo ed Eletta; la sua discendenza si estinse nel 1448.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Albizzi di Firenze,tav. X; V. Spreti, Encicl. stor. nobiliare ital.,I, p. 346.