LEMOIGNE, Alessio
Nacque a Parma il 5 ott. 1821 da Giusto e da Maria Lecointe, entrambi di origine francese. I genitori, impiegati presso la corte parmense, avrebbero desiderato avviare il L. alla carriera militare, ma questi, attratto dagli studi biologici, si trasferì a Milano dove, iscrittosi all'Imperial Regio Istituto veterinario, conseguì il diploma di "ippiatro" nel 1843. Tornato a Parma, si iscrisse al corso di studi in medicina e chirurgia, conseguendovi la laurea nel 1846. Nel 1847 fu nominato maestro delle dissezioni anatomiche e coadiutore dei professori P. Delprato e F. Lombardi presso la locale scuola universitaria di medicina veterinaria, che in breve tempo il L. dotò di un ricco museo di cui redasse nel 1858 un Indice metodico. Coinvolto nei moti risorgimentali, nel 1849 fu destituito dall'incarico e costretto a riparare in Piemonte. Rientrato a Parma, dovette dedicarsi esclusivamente al libero esercizio della professione: perseguì allora con tenacia e costanza l'impegno di elevare l'attività pratica della zooiatria al rango di vera scienza.
L'individuazione e lo studio dei mezzi efficaci per pervenire a tale risultato furono oggetto di due pubblicazioni: Sul modo di migliorare le condizioni dei veterinari, in Il Veterinario, I (1854), pp. 409-419, e Sui rami scientifici di cui deve comporsi l'insegnamento veterinario, in Il Medico veterinario, I (1860), pp. 563-578.
Reintegrato nella scuola veterinaria nel 1854, quando tre anni più tardi questa fu portata a quattro cattedre, al L., che si era distinto per operosità scientifica e attività organizzativa, fu assegnata quella di zootomia e zoofisiologia: ebbe allora modo di instaurare rapporti di studio e di ricerca con F. Lussana, titolare della cattedra di fisiologia umana dell'Università parmense. Quando nel 1868 rimase vacante la cattedra di anatomia e fisiologia presso la R. Scuola superiore di veterinaria di Milano, il L. accettò l'incarico della sua direzione e dette inizio all'insegnamento nel capoluogo lombardo. Successivamente, sempre a Milano, venne chiamato come professore straordinario di zoologia e zootecnia degli animali superiori con nozioni di anatomia, fisiologia e igiene del bestiame presso la Scuola superiore di agricoltura, fondata nel 1870. Nel 1875, costituitosi il Consorzio degli istituti di istruzione superiore esistenti nella città di Milano e organizzatisi nel suo contesto insegnamenti comuni, svolse attività didattica anche per gli allievi della R. Scuola superiore di veterinaria. Ordinario dal 1879, fu collocato a riposo nel 1898: una targa apposta nel 1912 nella Scuola superiore di agricoltura lo ricorda come primo insegnante di zootecnia.
Sulla zootecnia, in un ampio progetto di difesa e di regolamentazione, il L. condusse per tutta la vita numerosi studi riguardanti interessanti argomenti pratici: rapporti tra attività degli agricoltori e dei veterinari, condotti con riferimenti alle competenze zootecniche e alla funzione delle istituzioni pubbliche (Veterinaria, zootecnia, agricoltura. Lettere sei agli agricoltori, in L'Italia agricola, VIII [1876], pp. 222-224, 245-248, 267-269, 320-322, 343-346); necessità della cooperazione e collaborazione tra veterinari, studiosi di zootecnia, scienziati, e proposta di raccogliere e pubblicare lavori multidisciplinari (Una lega per istudii zootecnici, ibid., XII [1880], pp. 82-84); utilità della consociazione di zootecnici italiani, che di fatto realizzò nel 1880 con la fondazione della Lega per istituti zootecnici, trasformata due anni più tardi nella Società dei zootecnici italiani, di cui fu presidente, con pubblicazione dei relativi Annali (Progetto di una società di zootecnici italiani, in La Clinica veterinaria, IV [1881], pp. 139-405, 517 s.); raccolta organica e razionale di nozioni (Zootecnia generale, Torino 1897).
Sul piano scientifico, il L. fu autore di interessanti ricerche che, tra i primi veterinari italiani a condurre anche con metodo sperimentale, gli consentirono di recare validi contributi soprattutto nei settori dell'anatomia e della fisiologia. Le sue osservazioni sulla struttura e sulla funzione del sistema nervoso di uccelli e mammiferi sfociarono nella esatta descrizione del fascio uncinato, che fu inizialmente oggetto di polemiche accademico-scientifiche anche a livello internazionale (Sull'origine e sull'andamento di vari fasci nervosi del cervello. Ricerche anatomiche, Parma 1861, in collab. con G. Inzani; Reclamo per un diritto di priorità di scoperta, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, VII [1874], pp. 660-662; Intorno alla scoperta del fascio uncinato del peduncolo cerebrale, in Arch. italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali, XX [1883], pp. 108-114). La sperimentazione eseguita con ablazione del cervello su centinaia di animali, inoltre, fu alla base di importanti acquisizioni di ordine fisiologico e anatomo-patologico sulla funzione di determinate strutture encefaliche (Sopra un caso di asportazione del cervello di una gallina, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, III [1870], pp. 155-160, 187-189; Fisiologia dei centri nervosi encefalici, in collab. con F. Lussana, monografia in due volumi edita a Padova nel 1871, premiata dalla R. Accademia di medicina di Bruxelles). Sostanzialmente in accordo con i più autorevoli frenologi, poté inoltre dimostrare, a seguito di esami cranioscopici comparati tra uomo e animali, la localizzazione nelle singole circonvoluzioni cerebrali di facoltà, attività, tendenze e istinti (Sui rapporti anatomici e funzionali delle circonvoluzioni cerebrali, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, VIII [1875], pp. 482-497), mentre con osservazioni fisiopatologiche fu indotto a localizzare i centri di innervazione motrice nel solo sistema peduncolare, alle cui lesioni sarebbero quindi imputabili i fenomeni paralitici (Sui centri encefalici di movimento, in Lo Sperimentale, XXXIX [1877], pp. 372-414, 480-520, in collab. con Lussana). Altri studi del L. riguardarono argomenti di meccanica animale (Il linguaggio degli animali, Padova 1870; Intorno ai fenomeni di alterata locomozione in conseguenza del taglio dei muscoli della nuca, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, III [1870], pp. 386-394; L'equitazione e il suo fondamento nella meccanica del cavallo, ibid., IV [1871], pp. 279-292; Considerazioni critiche sulle teorie riguardanti l'atto di tirare nei quadrupedi, in L'Italia agricola, V [1873], pp. 227-231; Contributo alla teoria del meccanismo della ruminazione, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, VI [1873], pp. 387-398) e di anatomia normale (Trattato completo di anatomia degli animali domestici, parte I, Osteologia, Milano 1846 (trad. dal francese dell'opera di F.-J.-J. Rigot); Venti tavole schematiche di anatomia veterinaria. Angiologia. Nevrologia, ibid. 1868). Redasse numerose voci per i primi due volumi della Enciclopedia medica italiana (ibid. 1870 e 1875): Addome, Ano, Articolazioni, Ascella, Asse digitale, Azigos, Bocca, Bronchi, Carotide, Cava, Clavicola, Coda, Labbra, Mammaria (regione), Mascellari (ossa). Pubblicò inoltre: Nozioni di anatomia degli animali domestici. Istologia, in L'Italia agricola, VI (1874), pp. 39-42, 79-81, 137 s., 178 s., 197 s., 220 s., 253 s., 280 s., 303-305, 347 s., 375-377, 446-448, 472 s., 497 s., 521 s.; Nozioni di anatomia degli animali domestici, parte II, Osteologia, ibid., VII (1875), pp. 82 s., 133-135, 180 s., 228-230, 273 s., 419-422; L'osteologia brevemente compendiata e rinnovata, Milano 1876. Del L. debbono ancora essere ricordati uno studio sperimentale sulla fecondazione (Accoppiamento fecondo di un cane con una gatta, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, XII [1879], pp. 210-215), alcune osservazioni di ordine sociale ed economico in rapporto alle necessità nutrizionali della popolazione e alla selezione delle razze da allevamento (Sulla produzione della carne da macello in relazione coll'approvvigionamento di Milano, in L'Italia agricola, IV [1872], pp. 463-467, 493-497; Sopra una distinzione da farsi tra le razze suine italiane, ibid., V [1873], pp. 32-34). Di particolare interesse sono le argomentazioni sull'eredità biologica, oggetto di una serie di lettere indirizzate nel 1878 al R. Istituto lombardo di scienze e lettere, poi riunite in volume (Ipotesi sulla causa dell'eredità negli animali superiori, ibid. 1894), tendenti a spiegare i fenomeni di trasmissione dominati dalla prevalente influenza del sistema nervoso, con motivazioni analogiche tratte dalla fisiologia del sistema nervoso stesso, dal magnetismo animale, dalla teratologia, dall'embriologia, dall'atto della fecondazione, costituenti un complesso che definì "nevrilizzazione". Fu autore di una dotta e ampia rassegna critica di fisiologia, basata sulla recensione delle opere di autorevoli studiosi, pubblicata con il titolo Rivista fisiologica, in Annali universali di medicina, rispettivamente per gli anni 1871 (voll. 216, pp. 641-684; 218, pp. 171-231), 1872 (voll. 219, pp. 383-431, 610-663; 220, pp. 336-395, 630-660; 221, pp. 178-201, 385-432; 222, pp. 356-406), 1873 (voll. 223, pp. 389-424; 224, pp. 168-206; 225, pp. 146-183; 226, pp. 105-141), 1874 (voll. 227, pp. 574-620; 228, pp. 368-410; 230, pp. 385-425).
Di vasta cultura, il L. coltivò vari interessi (condivisi con la moglie Giuseppina Callegari), dalle lettere, alla musica alla filosofia (Una definizione della vita, in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, VII [1874], pp. 653-660). Membro di numerose società e accademie scientifiche italiane e straniere, fu professore onorario dell'Università di Parma e professore emerito della R. Scuola superiore di agricoltura di Milano.
Il L. morì a Milano il 27 maggio 1900.
Fonti e Bibl.: Necr., in La Clinica veterinaria, XXIII (1900), pp. 262-264; Diz. biogr. dei parmigiani illustri…, Parma 1905, pp. 55-57; A. Pirocchi, Sulla vita e sulle opere di A. L., Milano 1912; Id., A. L., in Un secolo di progresso scientifico italiano. 1839-1939, V, Roma 1939, pp. 291-294; B. Molassi, Diz. dei parmigiani grandi e piccini (dal 1900 ad oggi), Parma 1957, pp. 85 s.; F. Rizzi, I professori dell'Università di Parma attraverso i secoli, Parma s.d., pp. 85 s.; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, pp. 327, 350, 424, 450; G. Armocida - B. Cozzi, La medicina degli animali a Milano. I duecento anni di vita della Scuola veterinaria (1791-1991), Milano 1991, s.v.; G. Morini - R. Panu, Museo anatomico della facoltà di medicina veterinaria di Parma. La figura storica di A. L., in Annali della facoltà di medicina veterinaria di Parma, XXII (2002), pp. 341-350.