PIGNA, Alessio
PIGNA, Alessio (in religione Francescantonio). – Nacque a Padova nel 1709. Le poche notizie esistenti su di lui si ricavano pressoché interamente dal suo diario. Battezzato con il nome di Alessio fu avviato presto al sacerdozio poiché quando, nell’ottobre 1726, entrò nell’Ordine dei minori conventuali della sua città era già chierico al seminario diocesano. Compiuto il noviziato, professò i voti nel 1728, assumendo il nome di Francescantonio in onore dei due maggiori santi francescani.
Ordinato sacerdote nel 1732, dopo oltre vent’anni, nel 1754, raggiunse il grado di padre maestro con il dottorato in teologia, per conseguire il quale nel maggio 1751 andò ad Assisi a sostenere alcuni esami di filosofia e teologia, unica occasione in cui ebbe la possibilità di compiere un viaggio lontano da Padova e dal convento di S. Antonio, dove rimase per tutta la sua lunga vita. Per 52 anni vi svolse l’incarico di cappellano della Confraternita di S. Giovanni Evangelista, o Scola di S. Giovanni della Morte, con il compito di confortare e accompagnare al patibolo i condannati alla pena capitale. Fu, inoltre, maestro dei giovani frati professi, cancelliere dell’Inquisizione, membro della presidenza della Veneranda Arca, la fabbriceria della basilica di S. Antonio, confessore e consigliere spirituale di religiose e di laici, presidente del convento e custode della custodia padovana dei francescani conventuali. Tuttavia, per quanto giudicato «omnibus gratus» (cit. in Le “Memorie”, a cura di V. Gamboso, 1991, p. 7) in tutte le sue attività non arrivò mai a svolgere funzioni di governo nel convento o nella sua provincia religiosa, e nemmeno alla cattedra di professore o all’ufficio di inquisitore. Nonostante ciò, il suo nome ha ottenuto uno spazio nella storiografia francescana per la stesura delle proprie Memorie, una sorta di diario personale compilato dal 1751 al 1791, con due lacune negli anni 1755-56 e 1761, che, pur non avendo un grande valore letterario o storico per i limiti della visione dell’autore, ostile alle novità e incapace di guardare oltre la quotidianità della vita conventuale, tuttavia proprio per questo finisce con il costituire una fonte interessante per lo studio della comunità antoniana di Padova, e della stessa città, nella seconda metà del XVIII secolo, fino alla vigilia della fine della Repubblica di Venezia, della cui decadenza fornisce, seppure inconsapevolmente, un ritratto inusuale.
Le Memorie del fu p. Maestro Francesco Pigna Minor Conventuale… consistono di un manoscritto autografo dell’autore, pubblicato nel 1991 da p. Vergilio Gamboso, che, alla morte di Pigna, un altro francescano di Padova suo amico, Paolo Francesco Munegato, fece collocare nella Biblioteca Antoniana (ms. 623), dove sfuggì alle sottrazioni avvenute durante l’occupazione francese. Le quasi 2500 notizie che vi si leggono, con uno stile che si distacca poco da quello di un inventario, partono dal 2 gennaio 1751, data della morte di un confratello, per chiudersi l’8 luglio 1791 con la partenza da Padova dell’imperatore Leopoldo II d’Asburgo. Tra le due si susseguono dettagli sulle variazioni d’orario della comunità religiosa, minute descrizioni del cerimoniale liturgico e delle funzioni sacre, con critiche a ogni minima variazione, accenni al tempo buono o cattivo e alle annate magre o a quelle generose, racconti di fatti curiosi avvenuti dentro e fuori la basilica del Santo. Da ogni nota traspaiono l’animo semplice e la religiosità sincera e popolare dello scrivente, ancorata però a un rigido ritualismo che la esaurisce nel mero compimento scrupoloso di quanto prescrivono i canoni e nella partecipazione al fasto delle solenni liturgie in basilica. Generalmente poco attento ai contemporanei fermenti culturali e artistici, Pigna nota il restauro degli affreschi di Altichiero nel 1772 ma, pur amando la musica, gli sfuggono la morte del direttore dell’orchestra della Cappella musicale del Santo, Giuseppe Tartini (1770), e gli effetti sulla stessa Cappella musicale patavina del tentativo del confratello Clemente XIV di proibire l’evirazione dei bambini destinati alle scholae cantorum. Né accenna ai temi dell’Illuminismo, all’uscita di nuovi libri, a meno che non siano vite di s. Antonio, e allo scoppio della Rivoluzione in Francia. La stessa vita universitaria non sembra, nelle Memorie, caratterizzare significativamente la città di Padova, che vi appare in una dimensione strettamente provinciale, seppure a tratti molto vivace in alcuni episodi di vita popolare e nell’eco degli avvenimenti che colpivano l’attenzione di tutti, come la costruzione della piazza del Prato della Valle, nel 1767, le dimostrazioni dei primi palloni aerostatici, nel 1784, e l’arrivo dell’illuminazione pubblica nel 1788. Mentre descrive il passaggio di Pio VI per Padova, come quello di tutti i pellegrini illustri, nel maggio 1782, al ritorno dall’incontro con Giuseppe II, sembra ignorarne completamente le motivazioni. Del resto le Memorie rivelano indirettamente anche il rigido controllo esercitato da Venezia sugli ordini religiosi; pertanto l’immobilismo descritto dall’autore non va ricondotto solo a un periodo di inaridimento della spiritualità, ma anche a un contesto dove sarebbe stato difficile introdurre riforme di qualsiasi genere. Nell’insieme, anche se per molti aspetti potrebbero apparire deludenti, le Memorie di Pigna rappresentano, tanto per ciò che raccontano quanto per ciò che tacciono, un importante documento di storia sociale e religiosa della Padova del tardo XVIII secolo e un significativo spaccato, a volte persino divertente, del mondo che ruotava intorno alla basilica di S. Antonio, visto dal basso.
Pigna terminò di scrivere il suo diario quando la Rivoluzione francese, di cui parve non accorgersi, era già scoppiata. Era ancora vivo quando, il 28 aprile 1797, l’esercito di Bonaparte entrò in città. Gli sconvolgimenti che ne seguirono dovettero influire sulla sua salute e sul suo animo, portandolo alla morte il 5 maggio 1798, nel suo convento di Padova.
Fonti e Bibl.: Le “Memorie” (1751-1791) di Francescantonio Pigna, a cura di V. Gamboso, Padova 1991; L. Di Fonzo, La storiografia francescana nel convento del Santo, in Storia e cultura al Santo, a cura di A. Poppi, Vicenza 1976, pp. 574b-575a; Liturgia, pietà e ministeri al Santo di Padova fra il XIII e XX secolo, a cura di A. Poppi, Vicenza 1978 (in particolare B. Bordin, Profilo storico-spirituale della comunità del Santo, pp. 15-115; V. Gamboso, Mezzo secolo di vita al Santo nelle “Memorie” (1751-1791) di Francescantonio Pigna, pp. 283-313).