North, Alex
Compositore statunitense, di origine russa, nato a Chester (Pennsylvania) il 4 dicembre 1910 e morto a Los Angeles l'8 settembre 1991. Unico musicista ad aver mai ottenuto un premio Oscar alla carriera nel 1986, firmò le colonne sonore di grandi kolossal, come Spartacus (1960) di Stanley Kubrick e Cleopatra (1963) di Joseph L. Mankiewicz. A partire da quella di A streetcar named desire (1951; Un tram che si chiama desiderio) di Elia Kazan, una delle prime partiture jazz per il cinema, propose un linguaggio musicale innovativo, nel quale integrò stili ed elementi di diversa origine, costituendo un punto di riferimento per le successive generazioni di compositori cinematografici.
Compì gli studi di pianoforte e di composizione al Curtis Institut di Philadelphia (1928-29) e alla Juilliard School of Music di New York (1932-1934), per poi perfezionarsi a Mosca (unico statunitense membro della Lega dei compositori sovietici) dove fu anche direttore musicale di istituzioni teatrali. Al rientro negli Stati Uniti si occupò di musica per il balletto e per il teatro, e studiò ancora composizione con Aaron Copland, E. Toch e S. Revueltas. Negli anni Trenta e Quaranta, durante il servizio militare, cominciò a comporre musiche per i documentari dell'esercito. Questa esperienza, oltre a costituire il preludio della sua attività di autore di musica per il cinema iniziata nei primi anni Cinquanta, trovò un seguito di rilievo nella colonna sonora di Africa (1967), documentario televisivo sugli Stati di nuova indipendenza, poco conosciuta ma considerata uno dei suoi lavori più significativi. Alla fine degli anni Quaranta compose i primi lavori per orchestra.
Forte della notevole esperienza teatrale e di quella effettuata nell'ambito del documentario, nel 1951 N. cominciò a lavorare per il cinema con le musiche per il noir The thirteenth letter (La penna rossa) di Otto Preminger e con la colonna sonora di A streetcar named desire diretto da Kazan, con il quale aveva precedentemente collaborato in teatro; si tratta di una partitura cinematografica interamente basata sul jazz, capace di integrare questo linguaggio in modo convincente nella narrazione, impedendo che resti mero elemento di sfondo, ma anzi stabilendo una sorta di collegamento semantico tra la musica e la descrizione di vicende personali o collettive legate al degrado urbano.
Nelle colonne sonore che seguirono, nell'arco di una quarantina d'anni, N. confermò a più riprese questa tendenza all'innovazione, pur all'interno di un linguaggio musicale di tipo tradizionale, sinfonico e cameristico. Più che su grandi temi, o sulla tecnica del leitmotiv, le sue partiture elaborano il proprio ruolo drammaturgico attraverso la ricerca timbrica, con brevi allusioni tematiche o stilistiche capaci di evocare immediatamente nello spettatore determinati panorami emotivi e di commentare e approfondire lo svolgimento narrativo e psicologico delle vicende. Queste caratteristiche risultarono particolarmente adatte a film drammatici come The rose tattoo (1955; La rosa tatuata) di Daniel Mann e The long, hot summer (1958; La lunga estate calda) diretto da Martin Ritt.N. spaziò pressoché in ogni genere cinematografico, ma diede un contributo significativo soprattutto ai grandi film spettacolari, opere che mettevano più marcatamente in gioco anche le nuove possibilità tecniche emerse negli anni Cinquanta con il suono stereofonico a quattro canali. Dopo le prime esperienze di successo in questo ambito, con Viva Zapata! (1952), ancora per la regia di Kazan, per Spartacus e Cleopatra N. realizzò partiture di inconfondibile stile epico, con assonanze pseudo-arcaiche ottenute anche grazie al ricorso a tecniche compositive medievali, rese tuttavia completamente nuove mediante l'impiego di anomali ritmi sincopati, dissonanze, all'uso di un'orchestrazione mai ovvia e all'apparizione sorprendente di delicati temi d'amore. Tra i lavori di grandi proporzioni anche The agony and the ecstasy (1965; Il tormento e l'estasi) di Carol Reed sulla vita di Michelangelo, nel quale compaiono stili compositivi rinascimentali. Numerose e di qualità le sue collaborazioni con John Huston fino all'ultimo film del regista, The dead (1987; The dead ‒ Gente di Dublino), mentre tra i western merita una menzione particolare Bite the bullet (1975; Stringi i denti e vai!) di Richard Brooks, dove N. affianca a passaggi vicini al cliché anche inusitate dissonanze e ampi sviluppi cromatici. Oltre all'ultima colonna sonora per Poslední motýl, noto anche come The last butterfly o Le cri du papillon (1990) di Karel Kachyňa, occorre infine menzionare Unchained melody, motivo composto per il film di Hall Bartlett Unchained (1955; Senza catene) e adattato anni dopo da Maurice Jarre per Ghost (1990; Ghost ‒ Fantasma) di Jerry Zucker.
N. aveva creato anche una colonna sonora originale per 2001: a space odyssey (1968; 2001: Odissea nello spazio), che divenne un caso noto di attrito tra regista e compositore: a lavoro quasi concluso Kubrick preferì infatti le basi temporanee tratte da grandi lavori classici utilizzate durante le prime fasi di lavorazione del film. Le musiche di N., sarebbero state poi recuperate e registrate da Jerry Goldsmith nel 1993.
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