Baumgarten, Alexander Gottlieb
Filosofo (Berlino 1714 - Francoforte s. O. 1762). Allievo di Wolff, il cui pensiero compendiò con grande chiarezza in un testo che in seguito Kant adottò per il proprio insegnamento universitario, la sua fama è legata soprattutto all’opuscolo giovanile Meditationes philosophicae de nonnullis ad poema pertinentibus (1735), nel quale per la prima volta appare il nome di «estetica». Fu ancora B. a introdurre il termine «gnoseologia» per indicare la teoria della conoscenza, che egli divise in due parti: la logica, riguardante la conoscenza intellettuale, e l’estetica appunto, che è sia «scienza della conoscenza sensibile», sia «teoria delle arti liberali» e «gnoseologia inferiore». L’estetica di B. è incentrata intorno al concetto della poesia come conoscenza confusa, legata al corpo, non ratio ma analogo rationis, e che perciò si differenzia dalla conoscenza distinta, ch’è della ragione, la quale, per sua natura, è impoetica (Dio, per conseguenza, non potrebbe creare e godere la bellezza). Come non si dà discorso scientifico o intellettuale nel quale non siano idee sensitive, così in un discorso sensitivo si possono trovare rappresentazioni distinte, rimanendo esso tuttavia sensitivo, così come il primo astratto e intellettuale. Quale conoscenza confusa o chiara (le rappresentazioni chiare sono più poetiche delle oscure), la poesia conosce soltanto l’individuale, le immagini e i fantasmi, ciò che costituisce il mondo del verisimile. Anche il meraviglioso appartiene alla sfera della poesia e così i sogni. La pittura, rappresentando fantasmi, è simile alla poesia. La poesia e l’arte costituiscono una forma inferiore della più alta conoscenza scientifica o razionale, e la bellezza (che è perfezione della conoscenza sensitiva) è solo l’apparenza della perfezione, congiunta com’è alla imperfezione della facoltà sensitiva. Le idee di B. esercitarono grande influenza nella seconda metà del Settecento, in particolare su Mendelssohn, che fondò su di esse la sua estetica, su Herder e su Kant, la cui estetica mostra notevoli influenze baumgartiane. Cadute nell’ombra col Romanticismo, le sue dottrine sono state rivalutate da Croce. Oltre a un’Aesthetica, rimasta incompiuta (I, 1750; II, 1758), B. scrisse una Metaphysica (1739), un’Ethica philosophica (1740), le Annotationes in Logicam (1761). Postuma fu pubblicata una Philosophia generalis, (1770). Le lezioni che B. tenne all’università di Francoforte nel 1742 e nel 1749 furono rielaborate da Meier negli Anfangsgründe aller schönen Wissenschaften (3 voll., 1748-50) e compendiate negli Auszüge aus den Anfangsgründen (1758).