MCGILLIVRAY, Alexander
Celebre capo della tribù indiana dei Creek (v.), nato nel 1740; morto il 17 febbraio 1793. Figlio d'un commerciante scozzese e di madre meticcia, ricevette un'istruzione classica dallo zio paterno. Più tardi suo padre lo collocò in una ditta mercantile di Savannah; poi ritornò nello stato Creek e divenne socio della ditta Panton, Forbes e Leslie che in quell'epoca esercitava una specie di monopolio del commercio dei Creek. Alla morte della madre, appartenente alla classe dirigente della tribù, divenne capo di questa col titolo d'imperatore della nazione Creek. Allo scoppio della rivoluzione, avendogli la Georgia confiscato i beni paterni, il M. coi suoi seguaci appoggiò gl'Inglesi. Nel 1790 andò a New York per stabilire un trattato di pace con gli Stati Uniti. Tale era la sua influenza che il presidente Washington fece di tutto per ottenere la sua cooperazione a favore degli Stati Uniti; e riuscì a far persuadere il M. a dare le sue dimissioni da colonnello nel servizio spagnolo per assumere il grado di maggior generale nell'esercito degli Stati Uniti. Continuò a governare i Creek fino alla sua morte.
Bibl.: Il M. scrisse The Flinders and Cloncurry Rivers (With vocabulary of the Oonoomurra tribe), pubblicato in E. M. Curris, The Australian Race, Melbourne 1886-87. Cfr. C. T. Foreman, Alexander McGillivray, emperor of the Creeks, in Chronicles of Oklahoma, 1929, VII, pagine 106-120; A. Preston Whitaker, Alexander McGillivray, 1783-1793, in North Carolina Historical Review, 1928, V, pp. 180-203 e 289-309.