Alexéieff, Alexandre
Adattamento francese del nome di Aleksandr Alekseev, regista del cinema di animazione, incisore e illustratore russo, naturalizzato francese, nato a Kazan′ il 18 aprile 1901 e morto a Parigi il 9 agosto 1982. Inizialmente influenzata dai lavori di Berthold Bartosch e dell'avanguardia europea degli anni Venti, l'opera di A. rimane un punto di riferimento per il cinema di animazione successivo, sia per la continua ricerca tecnica, sia per le soluzioni poetiche che la caratterizzano. Con il cortometraggio pubblicitario Fumées (1952) A. ottenne il Premio speciale alla Mostra del cinema di Venezia.
Trascorse l'infanzia a Costantinopoli, dove il padre, ufficiale dell'esercito zarista, era stato inviato come addetto militare. Tornò in Russia nel 1911 ed entrò nella Scuola militare di San Pietroburgo, presso la quale iniziò a interessarsi al disegno. Aderì convinto alla rivoluzione bolscevica (ott. 1917), ma ne rimase ben presto deluso e decise di lasciare la Russia, iniziando un lungo viaggio (Giappone, Cina) che si concluse (1921) a Parigi, dove lavorò come scenografo e costumista. Contemporaneamente studiò pittura e disegno all'Académie de la Grande Chaumière di Montparnasse e dal 1925 al 1930 si dedicò all'illustrazione di edizioni pregiate di opere di scrittori in prevalenza russi, con risultati notevoli che sembrano preannunciare l'imminente passaggio all'immagine in movimento. Affascinato dal cinema, e in particolare dai film sperimentali di Fernand Léger e di Bartosh, all'inizio degli anni Trenta A. sviluppò l'idea di un apparecchio per realizzare artigianalmente incisioni animate: l'écran d'épingles (schermo di spilli). Predisponendo una tavola bianca con migliaia di piccoli fori in cui venivano inseriti spilli di lunghezza diversa, e illuminando trasversalmente il piano, si potevano creare immagini assai elaborate, dai contorni evanescenti, sfruttando il gioco di luci e ombre; le immagini così ottenute potevano essere sottoposte a trasformazioni, variando la posizione degli spilli e fissando ogni passaggio in un fotogramma (v. animazione). Con questa tecnica raffinata, e grazie alla collaborazione della sua allieva statunitense Claire Parker (1907-1981), in seguito divenuta sua moglie, A. realizzò Une nuit sur le Mont Chauve (1933); ispirato all'omonimo poema sinfonico di M.P. Musorgskij, il film ne traduce con grande efficacia la sostanza musicale attraverso la metamorfosi di forme suggestive e inquietanti, che si susseguono incessantemente, libere da ogni logica narrativa, per creare un'altra realtà, poetica e onirica insieme.
Il carattere artigianale di questa tecnica di animazione ne impediva lo sfruttamento commerciale. Così, nonostante il grande successo di critica, A. e la Parker si concentrarono nel nascente settore del cinema pubblicitario, dove ottennero ottimi risultati (tra cui La belle au bois dormant, un'animazione di pupazzi, realizzata nel 1935 per una casa vinicola). Trasferitisi negli Stati Uniti per sfuggire al secondo conflitto mondiale, i due utilizzarono nuovamente lo schermo di spilli (nel frattempo perfezionato) nel 1943, quando realizzarono En passant, cortometraggio ispirato a una canzone popolare del Québec, commissionato dall'Office National du Film (OFM) dietro interessamento di Norman McLaren. Tornato in Europa, A. riprese a produrre cortometraggi pubblicitari, sperimentando anche altre tecniche di animazione. In Fumées applicò per la prima volta il sistema della totalisation, consistente nel riprendere degli oggetti in movimento (di solito una sferetta legata a un pendolo, opportunamente illuminata) e nel montare successivamente i fotogrammi così ottenuti (scie luminose e immagini deformate) in modo da creare dei solidi illusori. A. e la Parker continuarono a perfezionare la tecnica dell'écran d'èpingles e, dopo averla impiegata per illustrare mirabilmente Il dottor Z̆ivago di B.L. Pasternak per un'edizione francese del 1959, la riutilizzarono per comporre il prologo e l'epilogo di The trial (1963; Il processo) diretto da Orson Welles, in realtà due sequenze non animate (sono montaggi di scene fisse), che però restituiscono la dimensione visionaria del racconto kafkiano. Tornarono all'animazione vera e propria con Le nez (1963), film dove il racconto di N.V. Gogol′ serve come spunto per rievocare l'atmosfera culturale della Russia ottocentesca, cui A. rimase sempre legato. Ne è ulteriore conferma il seguente Tableaux d'une exposition (1972), ancora ispirato alla musica di Musorgskij, che chiude idealmente un ciclo riprendendo i motivi onirici del primo lavoro, ma attenuandone al tempo stesso i toni cupi e drammatici. All'opera del musicista russo A. si affidò anche per la sua ultima animazione, Trois thèmes (1980), presentata in prima mondiale a Milano. A. pubblicò inoltre diversi contributi teorici, tra cui Reflection on motion picture animation (1964), Synthèse cinématographique des mouvements artificiels (1966), Elogio del film d'animazione (1973), Cinema d'animazione: strategia e tattica (in "Filmcritica", 1980, 305-306, pp. 219 e segg.).
R. Arnheim, Una notte sul Monte Calvo, in "Cinema", 1936, 11.
H. Arnault, Tableaux d'une exposition d'Alexandre Alexéieff et Claire Parker, in "Cinéma pratique", 1973, pp. 74-82.
Alexandre Alexeieff, a cura di G. Bendazzi, Milano 1973 (catalogo della mostra).
G. Rondolino, Storia del cinema d'animazione, Torino 1974, pp. 128-35.
G. Bendazzi, Cartoons, Padova 1988, pp. 149-59.
A. Bisaccia, Alexandre Alexeieff: il cinema d'incisione, Bologna 1993.
Alexéieff: itinéraire d'un maître, éd. G. Bendazzi, Paris 2001.