Uomo politico (Parigi 1859 - Versailles 1943); eletto deputato dal 1885, si batté a fianco di G. Clemenceau su posizioni decisamente radicali, spostandosi più tardi verso il socialismo riformista di cui divenne uno dei massimi rappresentanti. Suscitando l'opposizione dei suoi compagni di partito, fu il primo socialista a partecipare a un governo "borghese", accettando di collaborare con P.-M. Waldeck-Rousseau come ministro del Commercio (1899-1902); più tardi fu ministro dei Lavori Pubblici con A. Briand (1909) e della Guerra con R. Poincaré (1912-13; 1914-15), e commissario per l'Alsazia e Lorena (1919). Giunto su posizioni conservatrici, nel 1920 divenne presidente del Consiglio e ministro degli Esteri: ordinò l'occupazione di Francoforte per costringere la Germania a osservare il trattato di Versailles, represse con fermezza l'ondata di scioperi che scuotevano la Francia e sostenne le forze antibolsceviche in Polonia. Eletto presidente della Repubblica il 23 sett. 1920, appoggiò la politica nazionalistica di Poincaré e tentò invano di rafforzare i poteri del capo dello Stato attraverso una revisione della costituzione; nel 1924 si schierò apertamente col "blocco nazionale" contro le sinistre, che, riuscite vittoriose dalle elezioni di maggio, rifiutarono per questo di collaborare con lui, costringendolo a dimettersi.