SOUMET, Alexandre
Scrittore francese, nato a Castelnaudary l'8 febbraio 1788, morto a Parigi il 30 marzo 1845. Durante l'Impero, uditore al consiglio di stato, cantò Napoleone, la rinascita cattolica (nel poema L'incrédulité, 1810). Accostatosi più tardi ai Borboni, fu bibliotecario a Saint-Cloud, poi a Rambouillet e a Compiègne. Dal 1824 appartenne all'Académie française.
Fu del primo Cenacolo, collaborò alla Muse française, e per il verso più ricco e snodato apparve quasi una guida ai giovani, prima che fra questi emergessero i maestri dell'arte nuova. Una sua elegia, La pauvre fille (1814), rimase lungamente celebre. Scrittore di transizione si mostrò specialmente nel teatro; la sua tragedia sta tra quella classica e il dramma romantico, studiandosi di aggiungere all'armonia raciniana il colore storico e locale, il movimento: Clytemnestre, 1822; Saül, 1822; Cléopâtre, 1824; Jeanne l'Arc, 1825; Élisabeth de France, 1828 (derivata dal Don Carlos schilleriano); Une fête de Néron, 1830 (in collaborazione con L. Belmontet); Norma, 1831 (donde il melodramma di F. Romani per Bellini); Le gladiateur, 1841 (in collaborazione con la figlia, Gabrielle Daltenheim). Per dieci anni fu occupato a La Divine épopée (1840), poema in dodici canti, che narra il riscatto dell'Inferno per un secondo sacrificio di Cristo. Un altro poema dedicò a Jeanne d'Arc (1846).
Bibl.: E. des Essart, Un romantique oublié: A.S., in Revue Bleue, 7 settembre 1901; A. Beffort, A. S., sa vie et ses oeuvers, Lussemburgo 1908.