ALFA
. Nome arabo (ar. ḥalfā'), adottato nell'uso europeo, della Stipa tenacissima L. (Macrochloa tenacissima Kunth), pianta della famiglia delle Graminacee. Vien chiamata anche sparto (dallo spagnuolo esparto), nome, questo, che più propriamente va riservato ad altra graminacea simile, ma ben diversa, che è il Lygeum spartum L. (o alfa mahbula).
L'alfa è una pianta erbacea perenne sempre verde a forte accestimento, formante grossi cespi tondeggianti, a lunghi culmi portanti in cima l'inflorescenza. Le foglie constano di una porzione inferiore guainante il fusto, sulla quale è articolata la lamina lineare lunga sino ad 1 m. (di solito 40-60 cm.), piana durante il periodo di vegetazione, nella stagione secca arrotolata longitudinalmente in modo da prendere l'aspetto di giunco, e che costituisce il prodotto utilizzato.
Cresce spontanea, dominando ogni altra specie vegetale, su estensioni immense di terreni aridissimi in Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia e Tripolitania; è rara nel Portogallo. Erroneamente si è scritto da più d'uno che essa cresca anche in Sicilia e in altre contrade dell'Europa meridionale; probabilmente la si è confusa con il Lygeunt spartum.
Industria. - lndustrialmente non si fa distinzione fra alfa e sparto. La parte sfruttabile, cioè la foglia, è costituita da due parti ben distinte: il lembo e la guaina, e l'unione di queste due parti avviene per mezzo di una vera articolazione. Le numerose fibre del lembo foliare cessano bruscamente al livello dell'articolazione, e ne consegue che, alla trazione, il lembo foliare si stacca facilmente dalla guaina. Appunto su questa disarticolazione è basato il procedimento comunemente adottato nella raccolta delle foglie, cioè lo strappamento dei lembi foliari con l'ausilio di un piccolo bastone (metodo già noto ai tempi di Plinio), arrotolando sul quale le estremità delle foglie, con uno strappo il lembo viene staccato dalla guaina al punto dell'articolazione.
Per la loro composizione e per la natura delle loro fibre queste due piante sono state indicate già da tempi assai remoti per fabbricazione di cordami, fili grossolani, oggetti di sparteria, e in tempi relativamente recenti per la fabbricazione della cellulosa da carta. L'impiego nella fabbricazione della cellulosa, che è ora il più importante di tutti, venne studiato per il primo da Routledge e introdotto dagl'Inglesi nel decennio 1850-60.
Le regioni nelle quali si trova abbondantemente l'alfa rusia o sparto stipa si estendono su una zona continua che da Mogador, attraverso il Marocco, va per i dipartimenti di Orano, Algeri, Costantina e quindi in Tunisia e Tripolitania. Questa pianta si trova anche in Spagna, nella Castiglia e nelle provincie di Murcia e Valencia. Lo sparto stipa è diffuso in tutta la zona marittima e nella predesertica della nostra Tripolitania sino ai confini settentrionali del Fezzān. L'alfa mahbula o sparto lygeum cresce pure in Tripolitania nella zona di Zuara, ed è frequente lungo o presso la panchina arenacea che accompagna tutto il litorale dal confine tunisino al golfo sirtico. In Cirenaica lo si trova lungo la costa fra Bengasi e Tocra su terreni magri a rocce affioranti o presso le sebche (lagune) prima della vegetazione alofila sull'altopiano tra Regema ed El-Abiar e nel retroterra immediato di Bengasi.
Le località dalle quali proviene lo sparto che viene esportato dalla Tripolitania, sono: Sinauen, Nalut, Giosc, Homs, Sciogam, Gebel centrale, Jefren, Giado, El-Chlaifa El-Raina, El-Zintan, Gebel Garian, Gebel Tarhuna, El-Gusbat, Orfella, Zuara, El-Hod, Dahret, El-Camis.
In Tripolitania le zone ad alfa rusia o sparto stipa coprono una superficie di 500.000 ettari. L'area industriale propriamente detta, cioè quella sulla quale lo sparto è abbondante e si può raccogliere al minor costo possibile, è tuttavia assai meno estesa di quella botanica. Il rendimento varia notevolmente secondo la natura del terreno, e si ammette un minimo di 5 quintali per ettaro e un massimo di 20.
Il commercio dello sparto si faceva in Tripolitania molti anni or sono da negozianti, i quali lo compravano dagl'indigeni provenienti dai luoghi di raccolta, lo pressavano con torchi a mano e lo spedivano per mezzo di velieri. La nostra Tripolitania si trova ora in condizioni d'inferiorità rispetto alla Tunisia e all'Algeria, le quali sono favorite da reti ferroviarie che permettono il facile e rapido trasporto. Da questi paesi, l'esportazione si dirige quasi interamente verso l'Inghilterra.
Il governo italiano, nell'intento di far rifiorire il commercio di questo prodotto, nominò un comitato permanente dello sparto, col mandato di studiare e proporre i mezzi più adatti allo scopo. Mentre in lnghilterra lo sparto è usato su vasta scala nella fabbricazione della cellulosa per carta (v. carta), tanto in Italia quanto in Francia esso è poco usato, quantunque sia prodotto nelle colonie di questi due paesi.
In Italia sorsero in questi ultimi tempi due fabbriche di cellulosa; una producente esclusivamente cellulosa d'alfa o sparto col metodo del cloro gas, e l'altra cellulosa di paglia, ma in grado di produrre anche cellulosa d'alfa. Difficolta non comuni s'incontrano in Italia nell'introduzione dell'uso di questa materia prima fibrosa, ma si spera che col miglioramento progressivo delle nostre colonie e con le facilitazioni dei mezzi di trasporto si riesca ad abbassare il costo della materia prima e quindi della cellulosa, in modo da renderla così più accessibile al consumo.
La fibra di alfa o sparto ha proprietà sue speciali, che la rendono adatta per la fabbricazione di certi tipi di carta, per i quali si richiedono sofficità, opacità e adattabilità alla stampa.
Tanto l'alfa rusia quanto l'alfa mahbula sono usate, come si è già detto, sino dai tempi più remoti, per cordami, reti, legacci per covoni e altri manufatti; si usano anche per paglie da sigari.
ln Tunisia e in Algeria la produzione di cordami è importante, come pure in Spagna, ove nella regione di Cieza esistono varie fabbriche, di cui una ha iniziato la lavorazione dello sparto per filati da sacchi. L'uso per filati non è cosa tanto semplice, ed è oggetto di studio anche in Italia, ove esiste una società avente appunto lo scopo di studiare la lavorazione dell'alfa o sparto per la produzione di filati atti a sostituire, sia pure parzialmente, quelli di iuta nella produzione dei sacchi.
Bibl.: José Monlau, Del esparto, 1878; Id., Estudio sobre el esparto y sus aplicaciones á la fabricación del papel, 1878; L. Trabut, Étude sur l'Halfa (Stipa tenacissima), Algeri 1889; H. de Montessus de Ballore, Alfa et papier d'Alfa, Parigi 1909; G. Mangano, L'alfa in Tripolitania, Firenze-Milano 1913; E. Toniolo, Lo sparto della Libia e l'industria cartaria italiana, Milano 1913; C. Manetti, Lo sparto nell'Africa settentrionale, Firenze 1915; H. Scaetta, L'impiego dello sparto nella fabbricazione della carta, Firenze 1924; S. Giuliana, L'industrializzazione della "alfa" della Tripolitania, in Bollettino informazioni economiche del Ministero delle colonie, marzo-aprile 1925; C. Levi, Lo sparto libico, sua utilizzazione industriale in Italia e problemi inerenti, Roma 1926.