ALFERIO
Di nobile famiglia sorrentina e già arcidiacono di quella città, ne fu eletto arcivescovo, probabilmente nel 1197 e comunque durante il pontificato di Celestino III. Nel 1199 (o 1200) intervenne alla consacrazione della chiesa di S. Pietro de Balnearia in Palermo. Durante i gravi disordini politici causati dalla minorità di Federico II, A. veniva sollecitato dal papa Innocenzo III perché col suo clero prestasse obbedienza a quelli che egli aveva costituito suoi vicari nel Regno di Sicilia. Nel 1208 gli veniva confermato il privilegio dell'obbedienza che due volte all'anno gli doveva essere prestata dai vescovi suffraganei, dagli abati, dagli ecclesiastici e dalle Università della sua provincia. Nel 1213 A. veniva accusato presso il papa di simonia dal canonico Matteo, per aver promesso a un tal Ciroleone l'arcidiaconato in cambio del suo voto nella elezione all'arcivescovado Ma, accanto a questa, altra accusa, di natura politica, gli veniva rivolta: aver egli distolta con il suo grande prestigio la città dalla fedeltà al re Federico II per legarla, con un giuramento di omaggio, ad Ottone IV di Brunswick. Il papa ordinò allora all'arcivescovo di Napoli di condurre un'inchiesta, con facoltà persino di sospendere dalla carica A., qualora gli constasse che l'arcivescovo con la sua autorità influisse sull'andamento del processo. Per quanto non si conosca con esattezza l'esito dell'inquisizione, tutto lascia credere che A. sia rimasto nella sua sede episcopale se, nell'ottobre 1218, egli confermava una sentenza di Giovanni arcivescovo d'Amalfi in favore della Trinità di Cava contro Gilberto, vescovo di Capaccio, relativa alla chiesa di S. Nicola de Mercatellis.
Proprio questo documento, però, malamente regestato nell'indice delle pergamene cavensi, indusse il Capasso a credere che, nel 1218, la Chiesa sorrentina fosse retta non da A., ma da un Antonio, di cui peraltro mancano altre testimonianze. Questa erronea interpretazione è, del resto, smentita anche dal fatto che il nome di A. continua a comparire in documenti di Onorio III del 1216 e del 1224. Secondo il Gams e l'Eubel, egli sarebbe morto nel 1238. A lui successe, circa nel 1240, Pietro.
Fonti e Bibl.: Regesta Honorii papae III,a cura di P. Pressutti, I, Romae 1888, p. 20 n. 111; IX, ibid. 1895, pp. 43 n. 3805; 203 n. 4738; 204 n. 4747; 469 n. 6186; B. Capasso, Memorie storiche della Chiesa Sorrentina,Napoli 1854, pp. 61-62, e 227-230; P. B. Gams, Series episcoporum,Ratisbonae 1873, p. 926; R. Filangieri di Candida, Storia di Massa Lubrense,Napoli 1910, p. 502; C. Eubel, Hierarchia catholica...,I, Monasterii 1913, p. 469; L. Mattei-Cerasoli, Di alcuni vescovi poco noti,in Arch. stor. per le prov. napol.,n.s., V (1919). p. 330.