ALFIERI DI SOSTEGNO, Carlo
Nato a Tormo il 30 sett. 1827 da Cesare, segui gli studi giuridici, che, però, non condusse a termine. Entrato presto in contatto con il Cavour, fu da questo invitato a collaborare al Risorgimento:in uno dei suoi primi articoli, l'A. chiedeva a Carlo Alberto di seguire l'esempio del re di Napoli, elargendo la costituzione. Nel 185 1,dopo la morte della prima moglie, si unì in matrimonio con Giuseppina Cavour, nipote di Camillo. Sotto la protezione di quest'ultimo, si preparò con studi seri alla vita politica, compiendo anche viaggi all'estero, in Francia e in Inghilterra. Nelle elezioni del 1857 fu deputato per il collegio di Alba, e poi anche per i collegi di Caluso, Aosta, Portomaurizio, dalla sesta alla decima legislatura (dicembre 1857 - novembre 1870), finché fu nominato senatore (1 dic. 1870). Tenace assertore dei principi liberali, in lui associati a quelli della fede cattolica, si professava "le fidèle, le constant, l'invariable et passionné disciple et partisan" del Cavour, di cui sosteneva in primo luogo il programma di politica ecclesiastica. Ma la sua concezione della libertà e dello stato derivavano principalmente dagli scrittori liberali francesi del Secondo Impero, dai quali traeva gli insegnamenti essenziali, adattandoli alle cose italiane, e dall'ammirazione per le istituzioni inglesi. Il liberalismo dell'A., tuttavia, era nemico di ogni innovazione troppo radicale, di misure troppo energiche, fino a diffidare dello stesso Cavour: a suo avviso, l'unità e l'indipendenza d'Italia dovevano raggiungersi gradualmente, per non compromettere le istituzioni liberali. Così, si schierò dapprima con il d'Azeglio, il Casati e lo Jacini contro il progetto di trasferire da Firenze a Roma la capitale d'Italia, ritenendo che una conquista violenta della città avrebbe compromesso il principio della libertà religiosa; divenuta poi Roma capitale, l'A. sostenne la necessità del decentramento, che avrebbe ridotto appunto l'importanza della capitale.
Anche di fronte ai bisogni delle classi meno abbienti, il moderatismo dell'A. si esprimeva in forme di tradizionale paternalismo. Legata a questo atteggiamento era la convinzione che la classe dirigente italiana dovesse enuclearsi nel seno dell'aristocrazia, a cui non per diritto divino, ma per condizioni storiche, incombono imaggiori doveri: a tale scopo l'A. fondò nel 1872 una Società di educazione liberale, che nel 1874 promosse la creazione a Firenze dell'Istituto di Scienze sociali destimato a fornire ai giovani delle classi facoltose una specifica preparazione alla vita politica. Così pure, nella linea del suo liberalismo aristocratico, l'A. prese posizione, con un discorso in Senato del 12 dic. 1881, contro il progetto di riforma elettorale che estendeva il diritto di suffragio, e il 16 dicembre presentò un disegno di riforma della costituzione del Senato, per mantenere a questo un'adeguata partecipazione all'opera legislativa.
L'A. morì a Firenze il 18 dic. 1897.
Fra le sue opere sono: L'Italia liberale,Firenze 1872; Concetto scientifico della moderna democrazia,Roma 1883; L'insegnamento liberale della scienza di Stato,Firenze 1889, ecc.
Bibl.: A. Faralli, Il Marchese Carlo Alfieri di Sostegno,Firenze 1898; E. Artom, Carlo Alfieri di Sostegno,Asti 1898; G. Saredo, Carlo Alfieri di Sostegno,in Nuova Antologia,XXXIII (1898), pp. 137-144; F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896,Bari 195 1, pp. 317-318, 342-343, 525-527 e passim;C. Curcio, C. Alfieri e le orig. della scuola fiorentina di Scienze Polit.,in Studi polit.,III (1954),pp. 589-614;J. Voisine - F. Del Beccaro, Le dernier Alfieri ..., Lille 1960.